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Terza dose vaccino: non necessaria per tutti

Ferrara, agosto 2021
Ph. Francesca Russo / Ferrara, agosto 2021

Mentre già si parla della somministrazione della terza dose del vaccino Covid (in Italia si parte dal 20 settembre per le categorie maggiormente esposte), da un recentissimo studio pubblicato sulla rivista “The Lancet” emerge che con gli attuali vaccini si è protetti anche contro la variante Delta ed è, quindi, presto per pensare a una terza dose generalizzata di vaccino contro il coronavirus.

L’analisi effettuata da un gruppo internazionale di scienziati, fra questi anche alcuni componenti dell’OMS  e dell’FDA, rileva che ad oggi non ci sono prove scientifiche per un ulteriore richiamo del vaccino Covid-19 per tutta la popolazione. È prioritario, per il momento, immunizzare tutti e proteggere soltanto i deboli con una dose in più.

 

Terza dose vaccino: perché è meglio aspettare

I diversi studi attualmente disponibili non forniscono prove sufficienti di un sostanziale calo della protezione vaccinale nei confronti della malattia grave, e quindi dell’ospedalizzazione, che è l’obiettivo primario della vaccinazione.

Quindi, secondo gli esperti i dati di oggi sull’efficacia del vaccino non supportano la necessità di un nuovo richiamo per la popolazione generale.

Anche se i livelli di anticorpi negli individui vaccinati diminuiscono nel tempo, ciò non implica necessariamente una riduzione dell’efficacia dei vaccini contro la malattia grave.

Infatti, i vaccini contro il Covid-19 continuano ad essere estremamente efficaci anche contro le malattie gravi provenienti da tutte le principali varianti virali.

Facendo la media dei risultati riportati dalle ricerche, la vaccinazione ha avuto un’efficacia del 95% contro la malattia grave da Covid-19, dovuta sia alla variante Delta che alla variante Alfa, e oltre l’80% di efficacia nel proteggere contro qualsiasi infezione da queste varianti. In tutti i tipi e varianti di vaccino, l’efficacia di quest’ultimo è maggiore contro la malattia grave che contro la malattia lieve.

In sostanza, gli esperti sostengono che con la terza dose di vaccino è sicuramente possibile ottenere un guadagno, ma questo non potrà superare i vantaggi di fornire una protezione a tutti quelli che non si sono ancora vaccinati o non lo sono in maniera completa.

Dall’analisi si è, inoltre, concluso che nelle popolazioni con un’elevata copertura vaccinale la minoranza non vaccinata è ancora il principale fattore di trasmissione, oltre ad essere essa stessa a più alto rischio di malattia grave. Bisogna, quindi, vaccinare chi non si è ancora immunizzato. E, qualora in seguito si dovesse decidere per un’ulteriore dose di vaccino, la questione dovrà essere valutata caso per caso.

Secondo gli esperti per il momento è necessario proteggere i soggetti deboli (come gli immunodepressi) con una dose in più di vaccino, sebbene per questi ultimi non sia ancora chiaro se è più utile ricevere una terza dose dello stesso o di un altro vaccino.

 

Terza dose vaccino: dal 20 settembre somministrazione ai fragili

In Italia partirà a breve l’avvio delle somministrazioni delle terze dosi di vaccino: si inizierà il 20 settembre ad effettuare i richiami cominciando dai soggetti immunocompromessi. Subito dopo si procederà con gli altri soggetti fragili, gli ospiti delle Rsa e gli ultraottantenni.

Diverse sono le opinioni degli esperti sull’estensione di un’ulteriore dose ad altre fasce di popolazione.

Il primario di Infettivologia al Policlinico di Tor Vergata, Massimo Andreoni, ha dichiarato di essere favorevole alla somministrazione di delle terze dosi partendo con gli immunodepressi e poi, a distanza di 9-12 mesi dal termine del ciclo vaccinale con due dosi, anche per il resto della popolazione.

Di diverso parere è Massimo Galli, ordinario di Malattie Infettive all’Università di Milano, secondo il quale: “La terza dose va fatta ove si definisca necessaria e in determinate situazioni; sono invece meno propenso per una terza dose a tutti, perché sono necessarie basi scientifiche più approfondite