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Un passo verso i diritti dei consumatori

Supermercato
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Abstract:

Trasparenza ed equità nei rapporti contrattuali. È questo un obiettivo, che non pochi legislatori europei hanno tentato di conseguire, con risultati non sempre (e ovunque) soddisfacenti. Se all’iniziativa economica fosse lasciata piena e incondizionata libertà, indubbiamente la “bilancia” si sposterebbe non certo in favore del consumatore, spesso, com’è, anche privo delle necessarie “competenze” (cognizioni), per poter contrattare, su un piano di effettiva parità. I “countervailing powers” assumono, in proposito, un’importanza fondamentale. Proprio per salvaguardare gli obiettivi ora esposti, il ministero della Giustizia, con il disegno di legge di cui parleremo, si propone di compiere un ulteriore passo per assicurare i diritti dei consumatori.

 

Indice:   

1. Introduzione  

2. Obiettivi della riforma  

3. Obblighi di informazione a carico delle “Inkassogesellschaften (IKG)”  

4. Il recupero delle somme non pagate È notevole  

5. I riconoscimenti di debito  

6. È dovuto un solo compenso  

7. Conclusioni

 

1. Introduzione

Come pure in altri Stati dell’UE, anche nella RFT, ci sono persone e società, che sfruttano l’ignoranza dei cittadini per arricchirsi in modo poco “ortodosso”. Ciò è avvenuto – e avviene tuttora - in materia d’incasso d’insoluti. Un’apposita legge, emanata nel 2013, è valsa a porre parzialmente rimedio a certe “unseriösen Geschäftspraktiken” (prassi commerciali non “serie”), ma in punto “costi” dei servizi dí incasso, sono continuati i soliti abusi da parte di gente con pochi scrupoli. Questo stato di cose ha indotto il ministro della Giustizia a elaborare un disegno di legge, volto ad assicurare una maggiore tutela dei consumatori/debitori; disegno di legge, che ha avuto il “benestare” del Governo Federale verso la fine di aprile di quest’anno.

Non sempre, necessariamente, chi viene ad “aver a che fare” con un’ "Inkassogesellschaft" (d’ora in avanti indicata con l’abbreviazione IKG), è una persona, che si trova in condizioni di difficoltà economiche. Capita, delle volte, che fatture non vengano pagate per una mera svista o una dimenticanza oppure per un disguido, anche non imputabile al debitore. Le spese, che poi sono richieste, spesso, sono esorbitanti, sia con riferimento all’”opera“ svolta dall’IKG, sia in relazione all’importo dell’insoluto.

 

2. Obiettivi della riforma

La progettata riforma tende a ridurre le “Gebühren” (“diritti”), che possono essere richieste, parametrando le stesse all’”Arbeitsaufwand” avuto e all’entità del credito, per il quale l’IKG si è attivata. Non di rado le IKG, oltre alle “Gebühren”, pongono a carico del consumatore un’“Auslagenpauschale” (importo fisso per spese avute), di solito intorno ai 20 Euro. Va anche osservato, che il BGH non si è, finora, pronunziato sull’”Angemessenheit der “Inkassokosten”.

Le IKG vengono incaricate del recupero di crediti non contestati, per cui l’attività delle stesse si sostanzia, nella maggior parte dei casi, nel “redigere”  una monitoria, attività, che, nel nostro tempo, può dirsi “standardizzata”, usando un “FORM” salvato nel computer. Si parla, in proposito, di “Masseninkassos”, per i quali, da tempo, è stata chiesta una riduzione dei coefficienti previsti dal “RDLG (Rechtsdienstleistungsgesetz)”.

Ciò nonostante, non sono pochi i consumatori, che, al fine di evitare un procedimento civile (di durata non certo breve e di esito non sempre…certo), si decidono di pagare (obtorto collo) quanto richiesto dall’IKG o comunque per evitare noie o anche telefonate, delle volte non proprio garbate (e ripetute), che poi vengono messe in conto al consumatore/debitore.

Contro la progettata riforma sono state già registrate le prime voci critiche, nel senso che il disegno di legge, se approvato, avrebbe per conseguenza un non trascurabile “Eingriff in die Vertragsfreiheit” (libertà/autonomia contrattuale).

Non inclusa nel disegno di legge ministeriale de quo, è stata la proposta, secondo la quale, in certi casi estremamente semplici, sarebbe “zumutbar”, che il creditore, anziché incaricare un’IKG, provvedesse esso stesso (“zumutbare Eigenbemühung”) a richiedere il pagamento al debitore.      

 

3. Obblighi di informazione a carico delle IKG

Altra innovazione è l’obbligatoria informazione del consumatore (che deve essere avvertito in anticipo) sui “costi”, ai quali andrà incontro, se non provvederà al pagamento del credito. Vi è una specie di “scaglionamento” delle “tariffe” nel senso di un aumento, se il credito non viene pagato dopo il 1° invito ad adempiere.

L’importo spettante per l’”esazione” di un credito incontestato, sarà pari al coefficiente, di cui al “RDLG (Rechtsdienstleistungsgesetz)”, 0,50,  se la “solutio” avviene dopo la 1^ monitoria; altrimenti, è pari ad 1,00 Euro. È “prassi” attuale, pretendere un compenso equivalente al coefficiente 1,30. Questo, già in sede di primo “Mahnschreiben” (monitoria).

Per quanto concerne l’importo, per il qualÈ l’IKG agisce, se l’entità dello stesso è superiore a 50 Euro, ma non eccede i 500 Euro (ed è statisticamente provato, che ciò avviene nel 60% dei casi, in cui si “attivano” le IKG), l’importo massimo, che  potrà essere richiesto in futuro, è di 27 Euro (e non di 59,40 Euro, come avviene tuttora), qualora il pagamento sia stato effettuato dopo la prima monitoria. In caso contrario, la “Gebühr” è pari a 54 Euro.

Al fine di evitare, che per somme “bagattellari”, vale a dire, inferiori a 50 Euro, possano essere pretese “Gebühren” non in relazione all’entità del credito, per il quale l’IKG si “attiva”, viene fissato il limite massimo di 18 Euro (sempre che il pagamento avvenga dopo la prima monitoria). Altrimenti, è, al massimo, di Euro 36. Dati statistici dimostrano, che le IKG agiscono per importi fino a 50 Euro nel 23 % dei casi di insoluto.

Come sopra già accennato, una tutela effettiva (ed efficace) del consumatore/debitore esige, che questi sia previamente informato sulle conseguenze di un’eventuale mancato pagamento. A tal fine, quest’”avvertenza” deve essere data, o in sede di stipula del contratto, o, al più tardi, deve essere contenuta nella 1^ monitoria.

Delle volte ci chiediamo, perché certe persone si comportano, come se il Codice del Consumo non esistesse. Eppure, la normativa è in vigore da ben oltre due lustri (vien in mente Dante: “Colui, che mai non vide cosa nova”). È soltanto ignoranza? Ci pare davvero inverosimile, per non dire, incredibile. Ma, come si dice: ”Provare per credere". Ora, se è vero, che il titolare di una ditta deve svolgere non poche attività di carattere “organizzativo”, è vero, altresí, che dovrebbe, pur sempre, conoscere almeno le norme principali/basilari che disciplinano la vendita e i diritti dei consumatori (o, perlomeno, dovrebbe consultare – ogni tanto – chi “se ne intende” o afferma… di intendersi).

 

4. Il recupero delle somme non pagate è notevole

Il numero delle IKG (debitamente registrate) operanti nella RFT, è relativamente alto. Sono circa 2.100. Le dimensioni di questi prestatori di servizio, sono assai varie, anche se va detto, che la parte del leone la fanno le grandi società (540 delle stesse rappresentano circa il 90% “des Marktvolumens” (del volume di mercato).

Attualmente gli “Inkassodienstleister” vengono incaricati, annualmente, del recupero di oltre 20 milioni di crediti. Sono in grado di recuperare, ogni anno, l’importo complessivo di insoluti pari a 6 milardi di Euro. L’84 % dei crediti da recuperare, esistono nei confronti di privati e soltanto il 16 % nei confronti di società commerciali.

L’attività delle IKG ha subito, negli ultimi anni, una considerevole espansione in quanto sono aumentatati gli ordini via internet e le consegne di quanto ordinato avviene, spesso, senza previo pagamento.        

 

5. I riconoscimenti di debito

La riforma prevede poi anche l’obbligo d’informazione, da parte delle IKG, sulle conseguenze nei casi di riconoscimento di debito. Le “Verbraucherzentralen” (Centri Consumatori) avevano ripetutamente richiamato l’attenzione sul fatto, che è “prassi” comune delle IKG (per esempio nel Nordrhein-Westfalen, un sondaggio tra consumatori ha rivelato, che ciò si verifica nell’80% dei casi) di offrire ai consumatori/debitori la rateazione del debito o una dilazione di pagamento, ma a condizione, che il debitore, prima, firmi - a parte – un riconoscimento del debito. In tal modo, il debitore non si assume soltanto l’obbligo di pagare l’intera somma capitale, per la quale l’IKG agisce, ma anche varie “richieste accessorie”, quali spese (forfettarie) fatte dal creditore, costi di incasso, “Gebühren”, senza che il debitore si renda conto di queste ulteriori “Forderungen” e degli ulteriori costi (qual’è la cosiddetta Einigungsgebühr).

La progettata riforma prevede, che le IKG devono informare i debitori su tutte le conseguenze, che derivano dalla firma di “Zahlungsvereinbarungen” del genere, in particolare, che non potranno più proporre eccezioni e che il calcolo della prescrizione potrebbe subire variazioni. L’obbligo de quo è previsto dal § 13 a, commi 3 e 4, RDG-E e la  contravvenzione allo stesso costituirà una violazione di carattere amministrativo (“Ordnungswidrigkeit”).            

Gli “Inkassodienstleister” sono obbligati a comunicare ai clienti la competente “Aufsichtsbehörde” (autorità di sorveglianza”). In futuro si provvederà anche a rendere più rigorosi i criteri per la registrazione e l’accertamento dell’affidabilità di chi è preposto a un’IKG e, si prevede, che saranno adottati più spesso provvedimenti di sospensione dall’attività nei confronti di chi non sarà “zuverlässig” (affidabile) nello svolgimento dell’incarico ricevuto.

Vengono apportate modifiche al “Rechtsdienstleistungsgesetz (RDLG)”, stabilendo, specificamente, tutti gli obblighi di informazione, che “Inkassodienstleister” hanno nei confronti del debitore, contro il quale hanno avuto incarico di agire; l’informazione deve avvenire per iscritto e in modo chiaro. A richiesta, deve essere comunicato il nome della ditta, dalla quale l’IKG ha ricevuto il mandato di procedere al recupero del credo.

 

6. È dovuto un solo compenso

 Al fine di ottenere il pagamento di debiti rimasti insoluti, in futuro sarà dovuto un solo compenso – sempre secondo i coefficienti di cui sopra – se la “Krediteintreibung” (recupero del credito) è stata affidata a più servizi d’incasso (“Doppelbeauftragung”).

Un’apposita disciplina innovativa (forse mediante altra legge) è prevista per i casi, in cui un consumatore è rimasto vittima di un “Identitätsdiebstahl” (furto di identità).

Per l’attuazione della normativa riformatoria, se verrà approvata, è stata preventivata una spesa pari a 4,1 milioni di Euro.

 

7. Conclusioni

Si può, forse, dire, che anche con questa futura legge, verranno ulteriormente rafforzati i diritti dei consumatori. Le leggi però, da sole, non bastano. Il problema è l’osservanza delle stesse e la – a volte – scarsa “energia” nel farle osservare (da tutti). Più aumentano le leggi, più va aumentato il numero degli uffici giudiziari, i quali, però, servono a poco, se la popolazione non può avere (o non ha) fiducia nell’imparzialità e nel funzionamento delle istituzioni.

Con riferimento a un Paese dell’Est, è stato detto, che la Corte europea dei diritti dell’uomo (Corte EDU), non dovrebbe essere l’unico “funktionierende Gericht” di questo Stato. Spesso l’obiettivo prioritario, se non unico, dei “reggenti”, è la conservazione del potere, assicurata con un sistema di patronaggio nonché “versteckter Vorteilsnahme” e familismo. Da non trascurare È poi, che – in un sistema del genere – sono, spesso, da sistemare le “favorite” o  ex “favorite” (nonché i “favoriti” o gli ex “favoriti”). Certe “scelte” sono piuttosto difficili “nachzuvollziehen”. La popolazione, spesso, non ha scelta. Chi sta per affogare, È stato detto, si aggrappa anche a un coccodrillo....