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Un viaggio inconsueto

Acquario di Genova
Ph. Simona Balestra / Acquario di Genova

Nel corso della mia vita ho molto viaggiato. A volte mi è capitato di dover rinnovare il passaporto per esaurimento delle pagine dei visti ben prima della scadenza dello stesso. Questi, invece, non sono tempi favorevoli ai viaggi e ognuno se ne sta rintanato nel suo piccolo mondo domestico.

Eppure, ancora una volta sono appena tornato da un lungo viaggio. Mio malgrado, perché è stata una esperienza inconsueta e certo non facile.

Il tutto è cominciato nel corso di una notte ed è stato annunciato da un dolore acuto mentre ero a letto. La mattina mi sono reso conto che una parte del mio corpo (le gambe) non era più in grado di funzionare.

Non è stato agevole chiedere aiuto, perché ogni movimento causava l’acuirsi del dolore. Un amico medico, col quale avevo viaggiato in Nepal e Tibet, chiamandomi al telefono si è reso conto che la mia voce non era quella usuale ed è venuto in mio soccorso.

Da allora ho subito due interventi chirurgici e adesso sto imparando a camminare senza stampelle.

In questo tempo, per quanto mi era possibile, ho continuato ad allenare la mia mente a comprendere ciò che succedeva dentro di me e ciò che mi circondava.

E’ bene cercare di trarre insegnamento da tutto quello che ci accade, anche dalle situazioni difficili.

Ho imparato, ad esempio, che è sbagliato dare per scontato ciò che abbiamo di prezioso: camminare, vedere, sentire i sapori, avere qualcosa da mangiare nel piatto, un tetto che ci ripari sopra di noi, degli affetti, etc.. E’ saggio, invece, rendersi conto del valore di ogni istante, di ogni momento che il nostro corpo in salute e la vita ci regalano. Potrebbe succederci all’improvviso di dover fronteggiare la perdita di tutto ciò. Ha senso realizzarlo solo dopo?

Un tale atteggiamento mentale, inoltre, può condurci a considerare scontate anche le persone che abbiamo accanto a noi, a non dare importanza al comunicare con loro perché alle volte è faticoso o il tempo sembra scarseggiare. Questo potrebbe a sua volta portare ad un allontanamento di chi ci è caro, perché l’incomunicabilità è come un veleno.

Nel corso della mia recente difficoltà ho incontrato molte persone che mi hanno offerto il loro aiuto. Anche se la paura inconscia degli altri spesso influenza il nostro vivere quotidiano, ho imparato che ci sono molte persone di buona volontà disposte a donare il loro tempo per noi semplicemente perché questa per loro è la cosa giusta da fare.

In ospedale ho visto e sentito narrare casi certo più gravi del mio da persone che affrontavano gli eventi con umiltà e coraggio. Questo mi ha insegnato che concentrarsi solo sulla propria situazione è fuorviante e fa perdere di vista che in qualche modo siamo uniti a ciò che ci circonda e facciamo parte di un Tutto molto più ampio della nostra persona.

La vita a volte può essere brusca nei suoi insegnamenti. Forse sta a noi cercare di osservarla da una prospettiva diversa, più ampia. Se riusciamo a farlo, non è poco quello che possiamo imparare.