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Vaiolo delle scimmie: come si trasmette

Il vaiolo delle scimmie
Il vaiolo delle scimmie

Il vaiolo delle scimmie: come si trasmette


Nel mezzo di una pandemia e di un conflitto bellico fa il suo ingresso il vaiolo delle scimmie. La popolazione mondiale non trova pace. I primi casi di malattia delle scimmie iniziano a manifestarsi in Europa. Pur se la situazione appare sotto controllo non bisogna errori così come commessi da tutti gli stati nel caso del Corona-virus.


Il vaiolo delle scimmie nel Regno Unito

Nel Regno Unito sono stati scoperti nuovi casi tra le scimmie. L’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Paese ne ha dato subito notizia. La malattia ha contagiato un uomo che di recente era tornato dalla Nigeria. Tutti coloro che sono entrati in contatto con tale paziente hanno iniziato la profilassi contro il vaiolo. Dunque, tutto appare sotto controllo.


Arriva in Italia il vaiolo delle scimmie

Il primo caso in Italia è stato isolato all’istituto Spallanzani di Roma. «Si tratta di un giovane adulto di ritorno da un soggiorno alle isole Canarie e sono in fase di accertamento altri due casi». Probabilmente il caso di vaiolo delle scimmie isolato nel Regno Unito non è collegabile a quello individuato in Italia.  Marco Bassetti, direttore Malattie del Policlinico San Martino di Genova, ha affermato: Dobbiamo fare molto bene il tracciamento e far sì che si fermi un focolaio che è partito. Una cosa positiva è che chi è vaccinato per il vaiolo dovrebbe essere coperto, ma questa vaccinazione nel 1977 è stata sospesa (ed è stata definitivamente abrogata nel 1981).

Una parte importante della popolazione non ha il vaccino del vaiolo e potrebbe essere scoperta. Non c’è una cura specifica per il vaiolo, in genere queste forme si autolimitano, hanno una durata e poi si risolvono. I rischi sono quelli di un’infezione intra-umana, ovvero che ci possa essere trasmissione a più persone se esce da questi cluster che abbiamo avuto soprattutto tra persone omosessuali, e può diventare un problema”.


Che cosa è il vaiolo delle scimmie?

Il vaiolo delle scimmie è stato scoperto per la prima volta nel 1958 e si manifesta con alcuni casi ogni anno. Dunque, non è la prima volta che il vaiolo delle scimmie si manifesta in Europa. Pur essendo molto basso il numero delle persone contagiate dal vaiolo delle scimmie, i dati dicono che la diffusione è in aumento.

I primi casi di questa malattia sono stati isolati nel 1958 e da allora sono emersi centinaia di casi.

Tuttavia, soltanto tra il 1981 e il 1986 vi è stato il boom dei contagi, poiché in Africa furono scoperti fino a 338 casi.  Il tasso di fatalità era circa del 9.8% delle persone non vaccinate al vaiolo.

Tale situazione è legata al fatto che il vaccino di prevenzione al vaiolo non viene più iniettato e le persone rischiano maggiormente. Essendo il vaiolo simile al vaiolo delle scimmie il vaccino contro il vaiolo normale è efficace per l’85% anche sul vaiolo delle scimmie.

Il vaiolo delle scimmie non è contagioso come il vaiolo che si trasmette tra le persone; tuttavia, il contagio da uomo a uomo può avvenire lo stesso.


Vaiolo delle scimmie: quali sono i sintomi?

La causa della malattia è un virus chiamato MONKEYPOX. Tale virus appartiene al gruppo degli orthopoxvirus.

I sintomi del vaiolo delle scimmie sono simili al vaiolo e si manifestano sotto forma di febbre e dolori muscolari. Inoltre, vi sono evidenti eruzioni cutanee, cd. Pustole, sul volto e sulle mani.

I sintomi si manifestano entro 10/12 giorni dal contagio. Tuttavia, questo tipo di malattia è molto meno letale, essendo circa il 10%, rispetto al vaiolo normale che si diffondeva tra le persone con una percentuale pari al 30%.

La presenza di croste sulla pelle spaventa e non poco i pazienti affetti da questa malattia. Ma tali croste cadono dopo poco. Queste sono la manifestazione di precedenti eruzioni cutanee.

I sintomi della malattia sono:

  • Febbre;
  • Cefalea;
  • Brividi di fretto;
  • Spossatezza;
  • Mialgia;
  • Dolore alla schiena;
  • Vescicole e pustole;
  • Linfoadenopatia;
  • Lesioni cutanee a grappolo sul viso;
  • Infossamento dei linfonodi.


La parola all’OMS

 L’ OMS non ha vietato i viaggi e gli scambi commerciali con il Regno Unito, ma ha indetto una riunione di esperti sul vaiolo delle scimmie e sulle altre forme di virus connessi all’orthopoxvirus, la più ampia famiglia di virus del vaiolo.

Ichael Ryan, direttore esecutivo del Programma per le emergenze sanitarie dell’Oms, ha affermato «Stiamo assistendo a un cambiamento nella distribuzione per età dei casi, ma anche a un cambiamento nella distribuzione geografica dei casi. Dobbiamo capire davvero il comportamento umano in quelle regioni e cercare di impedire che la malattia raggiunga l’uomo».

Andrea Crisanti, microbiologo dell’Università di Padova ha evidenziato che il vaiolo delle scimmie è «ancora una volta, un risultato del maltrattamento cui stiamo costringendo il nostro pianeta. Non è una nuova malattia. Esiste da tempo e, in Sud America, è emerso come risultato del disboscamento delle foreste amazzoniche, con conseguente maggiore contatto tra specie animali selvatiche e uomo fortunatamente non è il vaiolo umano».