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Anticorpi Covid: ideato a Bologna un nuovo sensore

Team italiano per il dispositivo che dà risultati efficaci in meno di 48 ore
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Un sensore per rilevare gli anticorpi Covid presenti nel sangue.

Ecco il nuovo dispositivo ideato da un gruppo di ricercatori che fa capo all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, e presentato lo scorso 27 gennaio sulla rivista Communications Materials (parte del gruppo Nature).

Una notizia incoraggiante, data la sempre maggiore necessità di “strumenti in grado di valutare in modo rapido ed efficace la presenza di anticorpi neutralizzanti nei pazienti infetti da SARS-CoV-2”, come afferma l’autore principale dello studio Francesco Decataldo – ricercatore del Dipartimento di Fisica e Astronomia “Augusto Righi”.

Ma com’è fatto questo sensore? Come funziona? Quali vantaggi ha?

 

Nuovo sensore anticorpi Covid: com’è fatto

Il sensore è un OECT (Organic Electrochemical Transistor), ossia un “transistor elettrochimico organico”.

Alla sua base c’è un polimero conduttivo, chiamato Pedot:Pss.

Grazie ad esso, gli studiosi possono monitorare in tempo reale se un tessuto cellulare sia o meno integro; applicandolo quindi a colture in vitro infette dal Covid è possibile stabilire se siano protette dai corrispettivi anticorpi, presenti di norma nel siero sanguigno.

Vediamo in dettaglio il funzionamento di questo dispositivo “rapido, efficace, affidabile ed economico”.

 

Come funziona

Per utilizzarlo al meglio, e abbattere tempi e costi di rilevazione degli anticorpi Covid, i ricercatori dell’Università di Bologna hanno realizzato un sistema integrato automatizzato TECH-OECT (Tissue Engineering Cell Holder for Organic Electrochemical Transistors).

Esso garantisce l’analisi parallela di sei culture cellulari, con risultati affidabili nelle 48 ore.

Altri grandi punti di forza del sensore di anticorpi Covid sono poi la possibilità di riuso (fino a tre volte) e il non impiego di materiali tossici (a tutela degli operatori che lo utilizzano).

Ad oggi, infatti, gli strumenti più efficaci per rilevare presenza e numero di anticorpi Covid nel siero sanguigno sono i test di sieroneutralizzazione, più comunemente noti come test sierologici – i quali però prevedono tempi lunghi per i avere risultati, costi considerevoli, necessità di personale specializzato e uso di materiali tossici.

 

Nuovo sensore anticorpi Covid e nuovi vaccini

Più di un motivo spinge a considerare questo dispositivo una scoperta scientifica di grande valore.

Non solo, infatti, questa tecnologia potrebbe essere adattata ad altri tipi di virus – come affermano i coordinatori bolognesi dello studio, Alessandra Scagliarini e Vittorio Sambri.

Il sensore è anche un metodo utile per testare l’efficacia di nuovi vaccini contro il Covid, per i quali, secondo Decataldo, “è fondamentale comprendere a fondo la relazione tra il livello misurabile di immunità e l’effettiva protezione clinica contro il coronavirus”.

Ultima qualità da riportare, ma non certo per importanza, è la scalabilità del dispositivo: esso potrebbe infatti “permettere di realizzare rapidamente screening su larga scala dei livelli di anticorpi neutralizzanti presenti nella popolazione” (Beatrice Fraboni, terza coordinatrice dello studio e professoressa dell’Alma Mater).