Automazione dei documenti

Si rimanda all'introduzione dell'opera.
Questi sistemi (già descritti nel Capitolo 3) sono capaci di generare delle prime stesure, relativamente raffinate, di documenti personalizzati sulla base di risposte date dagli utenti a una serie di domande. Gran parte del lavoro in questo campo, negli anni Ottanta, era dedicato a sistemi in grado di generare testamenti.
Da allora, la stessa tecnologia è stata applicata in contesti più ambiziosi come la produzione di domande di finanziamento per operazioni bancarie su larga scala.
L’automazione dei documenti può quindi essere utilizzata all’interno di aziende legali o resa disponibile online, ed è sconvolgente per gli studi che fatturano su tariffe orarie, perché possono generare, in pochi minuti, documenti che degli avvocati avrebbero impiegato ore a creare.
Non sofisticate come i sistemi su larga scala di assemblaggio automatico di documenti sono quelle piattaforme online che forniscono agli utenti modelli di documenti di base. Questa era l’attività principale di LegalZoom, una società con sede negli Stati Uniti che mette documenti legali a disposizione di cittadini e imprese che non possono permettersi avvocati o desiderano spendere meno (ed è qui che sta la disruption) per risolvere le loro questioni legali.
LegalZoom e il suo principale concorrente, Rocket Lawyer, hanno ormai servito milioni di clienti e, negli Stati Uniti, i loro nomi sono più conosciuti della maggioranza degli studi legali. In modo similmente disruptive, una società con sede nel Regno Unito, Epoq, fornisce sistemi e modelli che consentono alle banche e alle compagnie di assicurazione di fornire servizi online (inclusa la produzione di documenti) ai propri clienti.
Pubblichiamo, per gentile concessione editoriale, un estratto del quinto capitolo del volume di Richard Susskind, L’avvocato di domani, Edizioni Guerini Next (traduzione italiana in collaborazione con AGI), 2019, pp. 204