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“Black – list” e contrattazione privata

Il diritto internazionale nell’attività professionale degli operatori giuridici

I regolamenti comunitari, definiti nell’art. 288 TFUE quali atti a portata generale, sono direttamente applicabili ed obbligatori in tutti i loro elementi.

La caratteristica self – executing negli Stati membri dell’Unione conferisce agli stessi regolamenti una validità legislativa nazionale.

A consolidare la posizione normativa dell’atto comunitario, si aggiunga la prevalenza sulla normativa nazionale contrastante con esso, con conseguente disapplicazione della disposizione interna.

L’incidenza dei regolamenti comunitari, tuttavia, non è limitata a sole categorie astratte di destinatari, ma rileva spesso – in ordine all’applicazione e ai suoi effetti – per gli operatori giuridici.

Punto di partenza è la famosa causa Mollendorf (causa C-117/06), attraverso la quale si chiarisce il contrasto con i regolamenti comunitari, onde l’invalidità di ogni atto di trasferimento, disposizione o utilizzo di risorse economiche appartenenti a soggetti inseriti in una black-list di presunti terroristi.

Attuale più che mai, il fenomeno delle black-list è stato oggetto di normativa comunitaria recente, in seguito ai disordini libici.

Con il regolamento UE del 3 marzo 2011 è stato infatti disposto “ [..] il congelamento dei fondi e delle risorse economiche di determinate persone ed entità coinvolte in gravi violazioni dei diritti umani a danno di persone in Libia [..]”.

L’individuazione puntuale delle persone fisiche / giuridiche oggetto del regolamento è di regola effettuata nelle così dette black-list, definite quali elenchi di presunti destinatari di provvedimenti restrittivi sulle risorse economiche.

Il nodo centrale consiste dunque nel capire la rilevanza di detti regolamenti comunitari nel nostro ordinamento.

Malgrado l’iniziale perplessità degli operatori giuridici, il riferimento a provvedimenti di matrice comunitaria è necessario e doveroso.

A corroborare tale tesi, è stato emanato il decreto legislativo 22 giugno 2007, n.109, che ha stabilito sanzioni per i professionisti che procedano alla stipula di atti dispositivi di risorse a persone fisiche / giuridiche indicate in detti elenchi.

Alla luce di quanto sinteticamente esposto, risulta fuori dubbio una oramai totale integrazione del nostro sistema legislativo alla struttura comunitaria, così definendosi l’incidenza immediata degli atti regolamentari UE anche per la categoria dei giuristi.

I regolamenti comunitari, definiti nell’art. 288 TFUE quali atti a portata generale, sono direttamente applicabili ed obbligatori in tutti i loro elementi.

La caratteristica self – executing negli Stati membri dell’Unione conferisce agli stessi regolamenti una validità legislativa nazionale.

A consolidare la posizione normativa dell’atto comunitario, si aggiunga la prevalenza sulla normativa nazionale contrastante con esso, con conseguente disapplicazione della disposizione interna.

L’incidenza dei regolamenti comunitari, tuttavia, non è limitata a sole categorie astratte di destinatari, ma rileva spesso – in ordine all’applicazione e ai suoi effetti – per gli operatori giuridici.

Punto di partenza è la famosa causa Mollendorf (causa C-117/06), attraverso la quale si chiarisce il contrasto con i regolamenti comunitari, onde l’invalidità di ogni atto di trasferimento, disposizione o utilizzo di risorse economiche appartenenti a soggetti inseriti in una black-list di presunti terroristi.

Attuale più che mai, il fenomeno delle black-list è stato oggetto di normativa comunitaria recente, in seguito ai disordini libici.

Con il regolamento UE del 3 marzo 2011 è stato infatti disposto “ [..] il congelamento dei fondi e delle risorse economiche di determinate persone ed entità coinvolte in gravi violazioni dei diritti umani a danno di persone in Libia [..]”.

L’individuazione puntuale delle persone fisiche / giuridiche oggetto del regolamento è di regola effettuata nelle così dette black-list, definite quali elenchi di presunti destinatari di provvedimenti restrittivi sulle risorse economiche.

Il nodo centrale consiste dunque nel capire la rilevanza di detti regolamenti comunitari nel nostro ordinamento.

Malgrado l’iniziale perplessità degli operatori giuridici, il riferimento a provvedimenti di matrice comunitaria è necessario e doveroso.

A corroborare tale tesi, è stato emanato il decreto legislativo 22 giugno 2007, n.109, che ha stabilito sanzioni per i professionisti che procedano alla stipula di atti dispositivi di risorse a persone fisiche / giuridiche indicate in detti elenchi.

Alla luce di quanto sinteticamente esposto, risulta fuori dubbio una oramai totale integrazione del nostro sistema legislativo alla struttura comunitaria, così definendosi l’incidenza immediata degli atti regolamentari UE anche per la categoria dei giuristi.