x

x

Causa contro Governo, Draghi e Speranza: intervista all’avvocato Nicosia

Mario Draghi
Mario Draghi

[Abbiamo ricevuto il comunicato stampa (pubblicato in calce) nel quale si espone l’azione promossa dal Partito Libertario con citazione e ricorso cautelare avanti il Tribunale di Roma. Pubblichiamo il breve scambio tra il direttore Antonio Zama e l’Avvocato Fabio Massimo Nicosia, tra i promotori dell’iniziativa e alleghiamo l’atto di citazione]

 

D (Zama): Gentile Avvocato Nicosia l’iniziativa Sua e dell’associazione Diritto e Mercato nei confronti del Presidente del Consiglio, del Governo e del Ministro Speranza non mi sembra abbia trovato spazio sui mass media. Non credo se ne stupisca, ma a maggior ragione Le chiedo di descriverla succintamente per i lettori di Filodiritto (curiosi per diritto), visto che la citazione con ricorso cautelare promosso costituisce solo l’ultima tappa di una battaglia avviata da tempo. Ha valutato di utilizzare anche altri istituti e di rivolgersi ad altre Autorità?

R (Nicosia): In realtà qualche riscontro, finalmente, c’è stato, soprattutto ne ha parlato Nicola Porro nel suo blog, il quale mi dicono abbia toccato il record assoluto di visualizzazioni, intorno alle 500.000, pubblicando il nostro comunicato.

La nostra azione valorizza il concetto di “legge nulla”, considerando tale quella che viola i diritti umani, stante la giurisprudenza della CEDU sulla sindacabilità diretta dell’atto normativo viziato da questo punto di vista, stante l’art. 13 della Convenzione, che non pone limiti di sindacato in presenza di atti formali di alcun tipo.

Inoltre, la sindacabilità diretta della legge è stata recentissimamente affermata dalla Corte di Cassazione a Sezioni Unite, quando l’attività di normazione viene configurata come fatto illecito dal punto di vista civilistico, oltre che eventualmente dal punto di vista penalistico, con conseguente risarcibilità dei danni procurati; infatti chiediamo anche il risarcimento dei danni esistenziali anche sotto il profilo dei danni punitivi, per la persecuzione in senso tecnico, ai sensi dello Statuto della Corte Penale Internazionale, perpetrata dai vertici istituzionali nei confronti dei cittadini che legittimamente hanno ritenuto di non vaccinarsi, non essendo stato reso fin qui obbligatorio il vaccino; eppure essi sono stati quotidianamente additati dalle istituzioni e dai mass-media con gli epiteti peggiori, ivi compreso quello ingiurioso di “no vax”, oltre che con quelli di untori, di immorali, di privi di senso civico, e altre affermazioni del tutto ingiustificabili.

Inoltre, evidenziamo l’illiceità del sistema di proroga, in realtà di nuova istituzione, dello stato di emergenza, e del green pass e del green pass rafforzato, come strumento di revoca dei diritti fondamentali, in vista della loro graziosa “restituzione” per il caso che il cittadino subisca, sia pure obtorto collo, la minaccia del vaccino come assurda pre-condizione per l’esercizio di quei diritti fondamentali. In pratica siamo di fronte a una vera e propria estorsione.

Inoltre, va considerato che l’introduzione dell’obbligo vaccinale per gli ultra-cinquantenni tiene ferme per loro tutte le limitazioni previste per il super green pass, quindi la sanzione non è solo quella pecuniaria, ma continua a consistere nella più completa emarginazione sociale, sospensione dal lavoro e dalla retribuzione compresa.

Valuteremo in seguito se rivolgerci anche alla CEDU ed eventualmente al Tribunale Penale Internazionale.

 

D (Zama): Sinceramente, quali sono gli obiettivi che si è posto con questa azione? Non si aspetterà che i Giudici accolgano le Sue richieste? Vuole scuotere le coscienze? 

R (Nicosia): Non poniamo limiti alla Provvidenza, dato che troviamo la nostra azione giuridicamente ben fondata, quindi confidiamo nell’indipendenza del Tribunale. Intanto già siamo riusciti a scuotere coscienze, se appunto circa 500.000 persone hanno già avuto notizia della nostra iniziativa. In ogni caso, la cosa non finisce qui, dato che è appunto probabile che in caso negativo noi si decida di rivolgerci alla CEDU.

 

D (Zama): Quello che pensa della normazione emergenziale degli ultimi due anni risulta chiaramente dal ricorso cautelare. Le chiedo una riflessione sulla posizione dei giuristi. Il bello della democrazia – se ancora esiste – dovrebbe essere il fiorire di posizioni a favore, contro, di distinguo, precisazioni, ecc. ecc. Sembra invece che il mondo dei giuristi, mi riferisco in particolare ai professionisti e agli accademici, abbia scelto – a parte rarissime eccezioni – la via del silenzio o quella della approvazione senza riserve di ogni restrizione di diritti e libertà e, da ultimo, dell’obbligo vaccinale. Non credo che si possa liquidare il fenomeno con opportunismo o omertà. Penso piuttosto che al di là di decenni di richiami alla Costituzione gli anticorpi alle ideologie illiberali siano debolissimi. Le posso chiedere la Sua opinione al riguardo?

R (Nicosia): Come diceva il Manzoni, se uno il coraggio non ce l’ha, non se lo può dare. La nostra avvocatura non sembra in effetti composta da leoni, e però non mancano le eccezioni, anche diffuse, dato che le iniziative giurisdizionali in questo campo sono numerose, anche se di solito limitate alle vicende individuali, mentre noi abbiamo sempre cercato di tenere un tono alto, sin dall’impugnazione, attualmente in CEDU, dei DPCM del governo Conte 2.

Quanto agli accademici, preferisco non pronunciarmi, dato che non ho eccessiva stima di un mondo in cui prevale il conformismo e l’opportunismo. Del resto, in un Paese in cui l’Università è pressoché interamente statalizzata, non vedo come si possa aspirare a qualcosa di diverso, in assenza di una revisione radicale del sistema, che tagli il cordone ombelicale tra professore accademico e sistema del potere politico, dei mass-media, e così via; il che non vedo come possa avvenire oggi, francamente, dato che l’intreccio degli interessi è antico, consolidato e radicato.

***

Comunicato stampa del Partito Libertario

Oggi il Partito Libertario ha depositato l’atto di citazione con ricorso d’urgenza al Tribunale di Roma contro il Presidente del Consiglio, il Consiglio dei Ministri e il Ministro della Salute per fare dichiarare l’illiceità costituzionale e sotto il profilo del diritto europeo della dichiarazione dello stato di emergenza, del green pass rafforzato e dell’obbligo vaccinale.

Hanno proposto l’azione numerosi cittadini, tra i quali tutti i dirigenti del Partito Libertario, nonché l’Associazione di tutela dei diritti del cittadino “Diritto e Mercato”, presieduta dall’Avv. Fabio Massimo Nicosia, presidente altresì del Partito Libertario.

L’atto è stato predisposto dall’Avv. Nicosia insieme ai difensori Avv.ti Francesco Giunta e Salvatore Ceraulo, a loro volta dirigenti del Partito Libertario.

Con questo atto, si praticano le strade giuridiche più aggiornate e innovative in materia di illeceità costituzionale, secondo un orientamento giurisprudenziale recentissimamente ribadito dalla Corte di Cassazione a Sezioni Unite, orientamento che consente, insieme all’invocazione della violazione del diritto eurounitario, di evitare la strettoia dell’elevazione della questione di costituzionalità, al fine di fare dichiarare immediatamente l’illegalità degli atti impugnati.

Si è denunciata in particolare la persecuzione del gruppo sociale “non vaccinati”, in atto da mesi da parte dei vertici istituzionali e dei mass-media filo-governativi, ai sensi dell’art. 7 dello Statuto della Corte Penale Internazionale, il quale include tali persecuzioni tra i “Crimini contro l’umanità”.

Si è sottolineata l’illegalità dell’attuale dichiarazione di stato di emergenza per scadenza dei termini ultimi, stante anche la dichiarata rivendicazione del governo del potere, del tutto abusivo, di proclamare stati di emergenza a piacere, al di fuori di alcuna previsione costituzionale o normativa.

Si è denunciata l’illegalità del meccanismo estorsivo, per il quale si sottraggono diritti umani e fondamentali ai cittadini, per poi graziosamente “restituirglieli” per il caso che accettino di vaccinarsi, anche contro coscienza e volontà, subendo la minaccia.

Si è denunciata la ripetuta violazione del principio di uguaglianza e di non discriminazione, nonché la totale assenza dei presupposti previsti dalla stessa Corte Costituzionale, per potersi procedere all’obbligo vaccinale, stante l’inefficacia dimostrata dei vaccini e la grande quantità di reazioni avverse denunciate al sistema dell’eurovigilanza.

Si è evidenziato come anche solo i 16 morti, di cui l’AIFA ha riconosciuto la correlazione vaccinale, sono sufficienti a negare legittimità giuridica e morale a qualsiasi costrizione vaccinale, di fatto o formale.

Si è inoltre sottolineato come la necessità di prescrizione medica, prevista per questi vaccini, contrasti radicalmente con l’idea stessa che essi possano essere resi obbligatori, così come si sono lamentate le numerose violazione dei principio del cosiddetto “consenso informato”, che, per la precisione, è “consenso libero e informato”, quando questa “libertà” di coscienza è sistematicamente violata dal sistema di minacce posto in essere dai decreti-legge impugnati e, in particolare, dal meccanismo del green pass rafforzato.