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Filippo, un po’ meno grande di Alessandro (Il Grande)

Alessandro il grande
Alessandro il grande

Filippo, un po’ meno grande di Alessandro (Il Grande)

La storia, nel suo inanellarsi di vicende, corsi e ricorsi, ci ha consegnato fulgidi esempi di padri illustri che hanno messo al mondo figli molto meno illustri. A dirla tutta, prole perlopiù “anonima”, quando non addirittura degenere.

È la regola, statisticamente.

Ben più raro il caso contrario, l’eccezione: progenie ancor più famosa di genitori già di per sé famosi.

Affare “Carlo Magno”: era il pargolo di Pipino, che di grandi imprese ne compì in abbondanza.

Eppure quest’ultimo viene ricordato – random – non tanto per le sue gesta quanto per il nome un po’ buffo (sottacendo dell’impietoso nomignolo “Il Breve”) e – soprattutto – in qualità di papà del primo Imperatore del Sacro Romano Impero.
 

Quando il discendente getta ombra sull’ascendente.

Il dossier macedone “Filippo e Alessandro” è, al riguardo, emblematico.

Sui libri nonché nell’immaginario collettivo, Alessandro Magno viene esaltato a tal punto da essere diventato leggenda.

È un pezzo da novanta. Uno di quei personaggi universalmente noti, decantati e mitizzati. Non per nulla è il superdotato (d’animo, di cerebro e di coraggio) Alessandro Il Grande.

In origine, però, l’autentico “Il Grande” era il suo babbo, Filippo: colui che – per sintetizzare senza troppi fronzoli – conquistò e sottomise la Grecia intera, riuscendo laddove nessuno prima di allora aveva mai osato … nemmeno la powerful Persia.

E non si limitò ad espugnare la secolare egemonia delle varie poleis, ma operò cambiamenti incisivi nell’esercito, trasformandolo nella rivoluzionaria macchina da guerra poi ereditata da Megas Aléxandros per le sue schiaccianti vittorie.

Indizi che portano ad ipotizzare che, se non fosse stato ucciso anzitempo in una congiura, sarebbe stato presumibilmente lui, il padre, l’artefice della campagna d’Asia; con tanto di mezzobusto (a cavallo) immortalato nel celebre mosaico raffigurante la battaglia di Isso … invece di doversi “accontentare” di una più modesta statua al centro di Skopje.

Ovvero: della fortuna umana di aver generato un successore così fenomenale e, nel contempo, della sfortunastoriografica” di esser incappato in una procreazione così ingombrante.

In fondo però, a ben pensarci, questo parziale oscuramento – causa troppa luce del brillante Alessandro non plus ultra – il buon Filippo se lo è andato proprio un po’ a cercare.

Cosa puoi verosimilmente aspettarti se, dopo aver dato i natali a cotanta stirpe, la affidi (a rincarare la dose) alle cure di un precettore del calibro di Aristotele?