GIGANTE, HIERONYMUS: Tractatus de crimine laesae maiestatis

GIGANTE, HIERONYMUS.

Tractatus de crimine laesae maiestatis fertilis, copiosus, insignis, et elegans, summo studio ac diligentia per clarissimum consumatissimumque utr.iur. doctorem d. Hieronymum Gigantem Forosemproniensem elucubratus, et ad communem studiosorum, iudicum, pariter et causarum patronorum, aliorumque in foro praesertim criminali versantium commodum, et utilitatem, nunc primum in lucem editus. Cum summariis, ac indice materiarum locupletissimo.

Venetiis, [al segno della Fontana], 1557 (Venetiis, 1556).

In 4° ( 207 x 150 ) di ([12], 196, [32] cc.) affascinante legatura coeva in pergamena molle con unghie (mancanze al piatto anteriore), tagli bleu, titolo manoscritto al dorso, ritratto dell’autore a piena pagina, bella vignetta xilografica a mezza pagina rappresentante l’autore ex cathedra, a precedere l’ incipit del testo, carattere romano, capilettera xilografici di buona fattura, in esemplare assai bello su carta robusta.

Edizione originale di questo celebre trattato, uno dei lavori più significativi del giurista di Fossombrone; eccellente opera di sistematizzazione e razionalizzazione, condotta attraverso una revisione critica delle fattispecie elaborate dalla dottrina nei secoli precedenti, si connota tuttavia per la presenza di non pochi spunti innovativi. Prendendo le mosse da una netta e argomentata critica al metodo casistico proprio della elaborazione azzoniana, Giganti giunge alla contestazione della stessa possibilità definitoria del delitto politico, affermando che la validità di ogni qualificazione è circoscritta al tempo e alle condizioni in cui viene elaborata, ma che cessa di operare in presenza degli inevitabili mutamenti del numero delle fattispecie in cui può articolarsi la fenomenologia di quel crimen. In altri termini, l’Autore innova, rispetto alla tradizione precedente, individuando alcuni nodi molto importanti del sistema: da un lato, l’individuazione dei soggetti titolari della maiestas, dall’altro l’elaborazione di un’ampia gamma di comportamenti sanzionati, dall’uso di armi, alla corruzione, alle semplici manifestazioni di dissenso, e che aprono a larghe possibilità operative di uso del concetto.

Raro e assai ricercato Ref: Adams G 600.

[Studio Bibliografico Lex Antiqua - www.lexantiqua.com]

GIGANTE, HIERONYMUS.

Tractatus de crimine laesae maiestatis fertilis, copiosus, insignis, et elegans, summo studio ac diligentia per clarissimum consumatissimumque utr.iur. doctorem d. Hieronymum Gigantem Forosemproniensem elucubratus, et ad communem studiosorum, iudicum, pariter et causarum patronorum, aliorumque in foro praesertim criminali versantium commodum, et utilitatem, nunc primum in lucem editus. Cum summariis, ac indice materiarum locupletissimo.

Venetiis, [al segno della Fontana], 1557 (Venetiis, 1556).

In 4° ( 207 x 150 ) di ([12], 196, [32] cc.) affascinante legatura coeva in pergamena molle con unghie (mancanze al piatto anteriore), tagli bleu, titolo manoscritto al dorso, ritratto dell’autore a piena pagina, bella vignetta xilografica a mezza pagina rappresentante l’autore ex cathedra, a precedere l’ incipit del testo, carattere romano, capilettera xilografici di buona fattura, in esemplare assai bello su carta robusta.

Edizione originale di questo celebre trattato, uno dei lavori più significativi del giurista di Fossombrone; eccellente opera di sistematizzazione e razionalizzazione, condotta attraverso una revisione critica delle fattispecie elaborate dalla dottrina nei secoli precedenti, si connota tuttavia per la presenza di non pochi spunti innovativi. Prendendo le mosse da una netta e argomentata critica al metodo casistico proprio della elaborazione azzoniana, Giganti giunge alla contestazione della stessa possibilità definitoria del delitto politico, affermando che la validità di ogni qualificazione è circoscritta al tempo e alle condizioni in cui viene elaborata, ma che cessa di operare in presenza degli inevitabili mutamenti del numero delle fattispecie in cui può articolarsi la fenomenologia di quel crimen. In altri termini, l’Autore innova, rispetto alla tradizione precedente, individuando alcuni nodi molto importanti del sistema: da un lato, l’individuazione dei soggetti titolari della maiestas, dall’altro l’elaborazione di un’ampia gamma di comportamenti sanzionati, dall’uso di armi, alla corruzione, alle semplici manifestazioni di dissenso, e che aprono a larghe possibilità operative di uso del concetto.

Raro e assai ricercato Ref: Adams G 600.

[Studio Bibliografico Lex Antiqua - www.lexantiqua.com]