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Giovani di oggi, l’oggi dei giovani

La condizione giovanile, anche giuridica, nel XXI secolo.
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“Il «giovane medio» è de-ideologizzato, si concepisce come una monade, ama la solitudine, rimane volentieri nella propria camera, preferisce giocare solo piuttosto che in una squadra. Percepisce che il mondo politico lo considera uno spettatore e non un attore. I pochi che scelgono di impegnarsi, lo fanno grazie all’esperienza del volontariato, che è rimasto l’anticamera più sana per accedere al mondo politico.

La maggior parte dei giovani, però, oltre a essere disillusa, non cresce coltivando una mens politica; i temi pubblici non sono più oggetto di dialogo e di dibattito tra giovani” (dallo studio “La condizione giovanile in Italia. Rapporto Giovani 2018”).

Vari sono gli articoli della Costituzione che si possono riferire ai giovani, tra cui gli articoli 2 (svolgimento della personalità) e 3 (senza distinzione di condizioni personali). Si parla specificatamente dei giovani negli articoli 31 e 37, come fase della vita e come forza lavoro.

“I giovani desiderano imparare e si dà loro un diploma. I giovani rivendicano maggiore libertà e si dà loro un’automobile. I giovani cercano l’amore e si dà loro un preservativo come protezione. I giovani amano pensare e si dà loro un sapere.

I giovani sono in cerca di speranza e viene imposta loro la performance. I giovani desiderano scoprire il senso della loro vita e si dà loro una carriera. I giovani sognano la felicità e si danno loro i piaceri del consumismo. I giovani sono complicati? È vero soprattutto quando attraversano quel periodo in cui rivendicano la differenza per aiutarci a non dimenticare mai la nostra gioventù, quel periodo scomodo che noi chiamiamo adolescenza” (il criminologo e teologo francese François Gervais).

Ai giovani non bisogna dare (o non solo dare) ma per i giovani bisogna fare. Bisogna fare nel presente affinché diventi le radici del loro passato e il tronco del loro futuro che si ramificherà e porterà frutti. “Ci impegneremo ad assicurare ai bambini e ai giovani un ambiente stimolante per la piena realizzazione dei loro diritti e la messa in pratica delle loro capacità” (“Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile”, n. 25, Risoluzione adottata dall’Assemblea Generale dell’ONU il 25 settembre 2015).

In quest’obiettivo dell’Agenda sono significative tutte le parole usate, in particolare: “impegnarsi”, etimologicamente “dare o mettere in pegno”, pertanto “obbligarsi a fare, promettere”; “assicurare”, cioè “rendere sicuro”, senza timore, senza preoccupazione, senza rischio, quella sicurezza che si declina in fiducia, in responsabilità; la non trascurabile distinzione tra “bambini” e “giovani”, perché bisogna consentire ai bambini di essere tali per diventare, poi, giovani altrettanto tali; “ambiente”, “ciò che circonda”, e il primo ambiente è la famiglia, come descritta in maniera qualificante nel Preambolo della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia.

La prima che deve essere “giovane”, etimologicamente “forte, che difende, che respinge”, è la famiglia.

Letture consigliate

Studio “La condizione giovanile in Italia. Rapporto Giovani 2018” a cura dell’Istituto Giuseppe Toniolo, Bologna, ed. il Mulino, 2018

F. Gervais, “Il piccolo saggio. Parole per maturare”, ed. San Paolo, Cinisello Balsamo, MI, 2014