Il carcere è incostituzionale

lettera dal carcere
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Il carcere è incostituzionale

 

In questa estate torrida…dove il sole bricia i raccolti, la guerra imperversa cupa sul destino degli uomini, ed i nostri politici sono impegnati nel disperato tentativo di preservare la casta, siamo giunti a 53 suicidi in cella, ben 5 in questo agosto di solitudine assordante, eppure nessuno si azzarda a parlare di carcere e delle condizioni sempre più disumane e di abbandono di questo luogo contro l’uomo e contro la storia.

Ormai non fa neppure notizia, nessuno ne vuole parlare perché non saprebbe più come giustificare la tortura che il carcere rappresenta, anzi l’occasione per voltarsi dall’altra parte è sempre quella di garantire la legalità, la protezione per i continui femminicidi, e/o le stragi degli innocenti sulle strade.

Invero il silenzio è testimone di una incapacità ormai atavica ad affrontare il problema in modo serio, organico e civile … la conclusione sarebbe per tutti l’assoluta necessità non già di riformare ma di chiudere il carcere se non bastasse la sua contrarietà all’umana dignità perché esso è ontologicamente incostituzionale.

l’art. 27 della Costituzione recita:

La responsabilità penale è personale.

L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna divenuta esecutiva.

Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tenere alla rieducazione del condannato.

Non è ammessa la pena di morte.

Il Codice Penale italiano vigente risale al 1933 – Codice Rocco – ed è di impronta  fascista, incentrato sul principio retributivo della pena, e quindi sulla funzione punitiva della medesima. IL Codice penale italiano conosce una sola pena: la pena detentiva (sia essa reclusione  o arresto) a cui si associa la pena pecuniaria, convertibile in pena detentiva.

Nei settantaquattro anni di vita della costituzione repubblicana il legislatore italiano è intervenuto più volte a mitigare l’impostazione del codice rocco, un codice a sbarre, e la dove non è intervenuto il legislatore lo ha fatto la Corte Costituzionale sollevando evidenze di incompatibilità e contrasto con la carta fondamentale, tali da richiedere l’abrogazione di quelle norme palesemente in contrasto.

Tuttavia è l’anima del codice che resta profondamente in contrasto con il dettato Costituzionale, un contrasto che si materializza proprio con il carcere, luogo personificato persino nell’immaginario collettivo, a cui si consegna il reo per l’esecuzione della punizione, ossia per scontare la pena. Il carcere diviene pertanto luogo di custodia del reietto che la società espelle, in evidente contrasto e violazione del dettato costituzionale,  il reo viene prelevato dalla società e chiuso in carcere per essere in primis allontanato dalla stessa  …esattamente il contrario di quello che prescrive l’art. 27 della costituzione che vuole invece il responsabile del reato accompagnato attraverso un percorso al suo reinserimento in società.

Il carcere diventa luogo in cui rinchiudere il responsabile del reato, lontano dalla società che se ne vuole liberare dalla vista, e cosa c’è di meglio che rinchiuderlo in questo luogo dove può essere dimenticato, dove l’essere richiuso tranquillizza…in una sorta di lavacro delle responsabilità

Si dice lontan dagli occhi lontan  dal cuore, e così il carcerato chiuso nelle celle di un luogo privo di utilità, risulta lontano dalla vista del mondo che può tirare un sospiro di sollievo convinto come è che allontanato il reo è allontanato il pericolo…esattamente il contrario di quello che è.

Quanti responsabili di violenza sessuale vengono rinchiusi…ma la violenza continua a circolare, cammina lungo le strade delle nostre città, si nasconde dietro ogni angolo pronta ad aggredire ogni donna sola, ogni donna che ha respinto l’importunatore, ogni donna che cammina in cerca della propria libertà…

E’ bastato rinchiudere in carcere il violentatore, per eliminare la violenza ?...l’aumento vertiginoso dei fatti reato consumati negli ultimi mesi, nelle ultime settimane, conferma che NO non è bastato anzi, è risultato inutile …

Il carcere quale vendetta della società che non sa educarsi…il carcere come alibi per non affrontare i problemi  all’origine dei reati …

questo carcere che isola, allontana, annienta…in condizioni disumane nelle quali sono tenuti oggi i detenuti e le detenute…è esattamente il contrario di quanto preveda l’art. 27 della costituzione, anzi ne è l’antitesi…quindi è incostituzionale.

se il carcere è contrario alla costituzione, quindi incostituzionale il carcere va e deve essere abolito…quindi chiuso !  …subito !