Il dubbio: non nel mio nome
Bologna, 11 aprile 2016
Mi arrovellavo sul tema da trattare con il mio primo editoriale di Filodiritto ed ecco che la email inviata l’8 aprile dal Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Avv. Andrea Mascherin, a tutti gli avvocati, ha vinto ogni mia esitazione. Il Presidente annuncia un’iniziativa epocale per il mondo forense: il 12 aprile uscirà nelle edicole e on line “Il dubbio - Quotidiano dei garantisti”, con la direzione di Piero Sansonetti.
Leggo nella email-annuncio che:
si tratta di “iniziativa realizzata dalla Fondazione dell’Avvocatura Italiana, condivisa dal Consiglio Nazionale Forense”,
- “il quotidiano, il cui titolo si rifà all’idea del continuo confronto dialettico, sarà generalista, dunque si occuperà di tutti gli argomenti di attualità con un linguaggio comprensibile a tutti i cittadini”,
- “il linguaggio sarà educato, e lo sforzo culturale quello di proporre una informazione equilibrata non dettata da pregiudizi. Tutte le idee potranno trovare ospitalità nel quotidiano con la garanzia di essere rappresentate correttamente”,
- la “redazione di giornalisti sarà snella”.
Confesso che mi sono perso l’anticipazione che era stata data a dicembre dal Presidente, ma allo stesso tempo i Consigli locali non mi sembra abbiano dato particolare rilievo all’iniziativa. Me ne occupo ora, anticipando l’uscita del quotidiano e senza tenere conto dei commenti che questa settimana leggeremo. È la funzione che attribuisco all’editoriale di Filodiritto.
Ecco le mie perplessità:
1. la paternità dell’iniziativa non mi è chiara. Che ruolo ha esattamente il Consiglio Nazionale Forense? la condivisione è dell’intero progetto? degli obiettivi? se contempla uno contributo economico di che entità di stratta? Immagino che nei prossimi giorni potremo leggere chiarimenti;
2. qualsiasi quotidiano/rivista generalista – anche non generalista – deve avere una direzione, a questo serve il direttore.
Sono in attesa di leggere il primo editoriale di Piero Sansonetti, tuttavia contesto la legittimità e il merito degli obiettivi esposti dal Presidente: “vuole portare nel dibattito mediatico di ogni giorno temi quali il ruolo fondamentale nelle democrazie dell’Avvocato, l’importanza di una Società solidale, la necessità di un corretto equilibrio tra valori di mercato e tutela dei diritti, la centralità della giurisdizione, il principio della presunzione di innocenza e altro ancora”.
Sul piano della legittimità si tratta, almeno in parte, di obiettivi estranei all’oggetto istituzionale della Fondazione e del Consiglio Nazionale o, a tutto concedere, non propriamente pertinenti al medesimo.
Nel merito, mi domando se negli stati totalitari/autoritari il ruolo dell’avvocato non sia parimenti fondamentale. Mi sarei espresso diversamente. In ogni caso: non capisco cosa significhi “società solidale” né “equilibrio tra valori di mercato e tutela dei diritti”. Mi sembra chiaro tuttavia che si tratta di espressioni che denotano una linea politica. Come, da chi e in base a quale potere è stata formulata?
Per quanto mi riguarda il mercato non è, tecnicamente, un valore. Associare al mercato la tutela dei diritti equivale a dire un’ovvietà oppure, temo, più probabilmente, a ripetere l’operazione da decenni in voga: quella di aggiungere questo o quell’aggettivo al mercato (ingiusto, selvaggio, solidale, ecc.), come se non si denotasse per quello che è. Si vuole perseguire una terza via? avrei preferito maggiore chiarezza di intenti;
3. il nuovo quotidiano è il portatore degli interessi degli avvocati o comunque mira e evidenziarne il ruolo nella società? quali sono esattamente gli interessi degli avvocati: sono interessi di “casta”? perché questa rischia di esserne la percezione.
Se è portatore degli interessi degli avvocati, quali sono gli interessi degli avvocati sul piano generalista, vale a dire con riferimento al nucleare, al matrimonio tra persone dello stesso sesso, all’aborto, all’obiezione di coscienza dei medici, all’immigrazione, alle intercettazioni telefoniche, alle fonti rinnovabili, al ruolo della magistratura, solo per citare alcuni temi di attualità?
Si tratta, come naturale, di temi per i quali ciascun avvocato, in quanto persona, la pensa diversamente. Soprattutto la pensa in un modo o nell’altro non in quanto avvocato. E allora torniamo al tema di partenza, del binomio generalista-interessi;
4. se il quotidiano è portatore degli interessi degli avvocati e di istanze rivolte al mondo della giustizia, è lo strumento giusto?
La professione dell’avvocato è la più presente da decenni nelle aule parlamentari ed è molto presente anche nelle redazioni dei giornali. Sono numerose le associazioni, i sindacati e oggi anche i siti Internet che possono farsi portatori di istanze e interessi all’interno dell’avvocatura, spesso confliggenti, come è naturale che sia. La voce che si alza è pertanto plurima, spesso confusa, ma comunque ben rappresentata.
Mentre evidentemente immagine, reputazione e percezione della categoria sono tuttora a livelli infimi.
Ritengo che ciò dipenda da un approccio alla libera professione forense che tende a marcarne orgogliosamente la differenza da tutte le altre, a difendere linee anticoncorrenziali (la vicenda con l’Antitrust è significativa), a chiudersi ad una idea di professione svolta anche in forma imprenditoriale.
Il dibattito si aprirà anche a questi temi? era necessario un quotidiano per farlo?
5. se è un quotidiano generalista, perché si definisce espressamente “dei garantisti”? pur apprezzando questa linea è evidente che fa luce solo su un tema, quello della giustizia.
Non mi sembra scelta coerente alla vocazione generalista, perché non capisco cosa voglia dire essere garantista con riferimento, ad esempio, alla politica estera dell’Italia.
Non solo: perché “Il dubbio”? se vogliamo pensare in grande e non focalizzarci solo sulle questioni della giustizia a me sembra che oggi l’opinione pubblica abbia bisogno di certezze, di dubbi ne ha anche troppi. Viviamo infatti l’epoca dell’incertezza, della pretesa fungibilità di valori, credi e confessioni, del relativismo, dei nuovi diritti.
Par di capire che il quotidiano coltiverà il dubbio pubblicando opinioni diverse. Senza esclusioni. Se sarà data ospitalità a tutte le idee, che mi sembra una chimera – tra l’altro non commercialmente vendibile – allora il quotidiano non ha nulla a che vedere con la tutela degli interessi degli avvocati, e quindi, ribadisco la mia perplessità verso l’iniziativa.
In ogni caso, attenzione: voler accontentare tutti significa accontentare nessuno;
6. qual è il target di lettori? se il quotidiano è generalista si rivolge indistintamente a tutti i lettori, non solo avvocati, con “linguaggio educato”.
Siamo sicuri che farà breccia in nuovi lettori, non solo avvocati? si vuole portare in edicola o sul web lettori che normalmente non comprano quotidiani oppure li si vuole “strappare” ad altri quotidiani? e quali sono? Il Fatto, Il Foglio, La Stampa, Il Tempo, Il corriere della sera, La Repubblica, Italia Oggi, Il Sole24ore? se sì con quale piano marketing?
Le battaglie garantiste non sono per fortuna prive di difensori, basta leggere diverse firme dei citati quotidiani. Recentemente Il Foglio ha pubblicato illuminanti articoli del Professor Fiandaca proprio in tema di garantismo. Sinceramente non sentivo l’esigenza di un nuovo quotidiano;
7. oggi l’editoria non è in forte crisi, è in una fase di cambiamento rivoluzionario, si è tenuto conto di questo? Sul piano economico-finanziario quale è il progetto, quale il break even? se e quando si suppone che sarà raggiunto? riceverà finanziamenti pubblici? vivrà di abbonamenti e, presumibilmente, dei soldi della Fondazione? Proprio per l’eccezionalità di questa iniziativa – che mi sembra di capire interessa da vicino tutti gli avvocati, anche sul piano economico – si tratta di dati e informazioni che spero siano comunicati.
Il Presidente annuncia che “il numero degli abbonamenti “on line” prenotati ammonta già ad oltre 43 mila e ciò è motivo di stimolo per una iniziativa senza precedenti che vuole fare dell’Avvocatura una protagonista assoluta del dibattito sociale”. Il numero è davvero ragguardevole, enorme. Quante di queste prenotazioni si trasformeranno in abbonamenti? me lo chiedo anche perché non sono riuscito a reperire il prezzo.
In definitiva: a chi risponde il quotidiano? ai lettori, alla Fondazione e al Consiglio, agli avvocati? la risposta mi sembra determinante;
8. Piero Sansonetti ha una storia importante alle spalle, un curriculum di giornalista di peso, capace di collocarsi fuori dal coro, proprio sui temi delicati della giustizia.
Una storia ben connotata in passato per quanto riguarda i temi “generalisti”. Una storia altrettanto connotata per quanto riguarda la vocazione garantista. A quale dei due Sansonetti ci si è rivolti? non credo solo al Sansonetti garantista. A maggior ragione ribadisco i miei dubbi sul senso dell’iniziativa, che finisce per essere di ispirazione politica, pur provenendo da enti che istituzionalmente dovrebbero esprimere altre vocazioni;
Detto questo martedì comprerò il quotidiano in edicola e sfoglierò le pagine web.
Al prossimo editoriale.
Bologna, 11 aprile 2016
Mi arrovellavo sul tema da trattare con il mio primo editoriale di Filodiritto ed ecco che la email inviata l’8 aprile dal Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Avv. Andrea Mascherin, a tutti gli avvocati, ha vinto ogni mia esitazione. Il Presidente annuncia un’iniziativa epocale per il mondo forense: il 12 aprile uscirà nelle edicole e on line “Il dubbio - Quotidiano dei garantisti”, con la direzione di Piero Sansonetti.
Leggo nella email-annuncio che:
si tratta di “iniziativa realizzata dalla Fondazione dell’Avvocatura Italiana, condivisa dal Consiglio Nazionale Forense”,
- “il quotidiano, il cui titolo si rifà all’idea del continuo confronto dialettico, sarà generalista, dunque si occuperà di tutti gli argomenti di attualità con un linguaggio comprensibile a tutti i cittadini”,
- “il linguaggio sarà educato, e lo sforzo culturale quello di proporre una informazione equilibrata non dettata da pregiudizi. Tutte le idee potranno trovare ospitalità nel quotidiano con la garanzia di essere rappresentate correttamente”,
- la “redazione di giornalisti sarà snella”.
Confesso che mi sono perso l’anticipazione che era stata data a dicembre dal Presidente, ma allo stesso tempo i Consigli locali non mi sembra abbiano dato particolare rilievo all’iniziativa. Me ne occupo ora, anticipando l’uscita del quotidiano e senza tenere conto dei commenti che questa settimana leggeremo. È la funzione che attribuisco all’editoriale di Filodiritto.
Ecco le mie perplessità:
1. la paternità dell’iniziativa non mi è chiara. Che ruolo ha esattamente il Consiglio Nazionale Forense? la condivisione è dell’intero progetto? degli obiettivi? se contempla uno contributo economico di che entità di stratta? Immagino che nei prossimi giorni potremo leggere chiarimenti;
2. qualsiasi quotidiano/rivista generalista – anche non generalista – deve avere una direzione, a questo serve il direttore.
Sono in attesa di leggere il primo editoriale di Piero Sansonetti, tuttavia contesto la legittimità e il merito degli obiettivi esposti dal Presidente: “vuole portare nel dibattito mediatico di ogni giorno temi quali il ruolo fondamentale nelle democrazie dell’Avvocato, l’importanza di una Società solidale, la necessità di un corretto equilibrio tra valori di mercato e tutela dei diritti, la centralità della giurisdizione, il principio della presunzione di innocenza e altro ancora”.
Sul piano della legittimità si tratta, almeno in parte, di obiettivi estranei all’oggetto istituzionale della Fondazione e del Consiglio Nazionale o, a tutto concedere, non propriamente pertinenti al medesimo.
Nel merito, mi domando se negli stati totalitari/autoritari il ruolo dell’avvocato non sia parimenti fondamentale. Mi sarei espresso diversamente. In ogni caso: non capisco cosa significhi “società solidale” né “equilibrio tra valori di mercato e tutela dei diritti”. Mi sembra chiaro tuttavia che si tratta di espressioni che denotano una linea politica. Come, da chi e in base a quale potere è stata formulata?
Per quanto mi riguarda il mercato non è, tecnicamente, un valore. Associare al mercato la tutela dei diritti equivale a dire un’ovvietà oppure, temo, più probabilmente, a ripetere l’operazione da decenni in voga: quella di aggiungere questo o quell’aggettivo al mercato (ingiusto, selvaggio, solidale, ecc.), come se non si denotasse per quello che è. Si vuole perseguire una terza via? avrei preferito maggiore chiarezza di intenti;
3. il nuovo quotidiano è il portatore degli interessi degli avvocati o comunque mira e evidenziarne il ruolo nella società? quali sono esattamente gli interessi degli avvocati: sono interessi di “casta”? perché questa rischia di esserne la percezione.
Se è portatore degli interessi degli avvocati, quali sono gli interessi degli avvocati sul piano generalista, vale a dire con riferimento al nucleare, al matrimonio tra persone dello stesso sesso, all’aborto, all’obiezione di coscienza dei medici, all’immigrazione, alle intercettazioni telefoniche, alle fonti rinnovabili, al ruolo della magistratura, solo per citare alcuni temi di attualità?
Si tratta, come naturale, di temi per i quali ciascun avvocato, in quanto persona, la pensa diversamente. Soprattutto la pensa in un modo o nell’altro non in quanto avvocato. E allora torniamo al tema di partenza, del binomio generalista-interessi;
4. se il quotidiano è portatore degli interessi degli avvocati e di istanze rivolte al mondo della giustizia, è lo strumento giusto?
La professione dell’avvocato è la più presente da decenni nelle aule parlamentari ed è molto presente anche nelle redazioni dei giornali. Sono numerose le associazioni, i sindacati e oggi anche i siti Internet che possono farsi portatori di istanze e interessi all’interno dell’avvocatura, spesso confliggenti, come è naturale che sia. La voce che si alza è pertanto plurima, spesso confusa, ma comunque ben rappresentata.
Mentre evidentemente immagine, reputazione e percezione della categoria sono tuttora a livelli infimi.
Ritengo che ciò dipenda da un approccio alla libera professione forense che tende a marcarne orgogliosamente la differenza da tutte le altre, a difendere linee anticoncorrenziali (la vicenda con l’Antitrust è significativa), a chiudersi ad una idea di professione svolta anche in forma imprenditoriale.
Il dibattito si aprirà anche a questi temi? era necessario un quotidiano per farlo?
5. se è un quotidiano generalista, perché si definisce espressamente “dei garantisti”? pur apprezzando questa linea è evidente che fa luce solo su un tema, quello della giustizia.
Non mi sembra scelta coerente alla vocazione generalista, perché non capisco cosa voglia dire essere garantista con riferimento, ad esempio, alla politica estera dell’Italia.
Non solo: perché “Il dubbio”? se vogliamo pensare in grande e non focalizzarci solo sulle questioni della giustizia a me sembra che oggi l’opinione pubblica abbia bisogno di certezze, di dubbi ne ha anche troppi. Viviamo infatti l’epoca dell’incertezza, della pretesa fungibilità di valori, credi e confessioni, del relativismo, dei nuovi diritti.
Par di capire che il quotidiano coltiverà il dubbio pubblicando opinioni diverse. Senza esclusioni. Se sarà data ospitalità a tutte le idee, che mi sembra una chimera – tra l’altro non commercialmente vendibile – allora il quotidiano non ha nulla a che vedere con la tutela degli interessi degli avvocati, e quindi, ribadisco la mia perplessità verso l’iniziativa.
In ogni caso, attenzione: voler accontentare tutti significa accontentare nessuno;
6. qual è il target di lettori? se il quotidiano è generalista si rivolge indistintamente a tutti i lettori, non solo avvocati, con “linguaggio educato”.
Siamo sicuri che farà breccia in nuovi lettori, non solo avvocati? si vuole portare in edicola o sul web lettori che normalmente non comprano quotidiani oppure li si vuole “strappare” ad altri quotidiani? e quali sono? Il Fatto, Il Foglio, La Stampa, Il Tempo, Il corriere della sera, La Repubblica, Italia Oggi, Il Sole24ore? se sì con quale piano marketing?
Le battaglie garantiste non sono per fortuna prive di difensori, basta leggere diverse firme dei citati quotidiani. Recentemente Il Foglio ha pubblicato illuminanti articoli del Professor Fiandaca proprio in tema di garantismo. Sinceramente non sentivo l’esigenza di un nuovo quotidiano;
7. oggi l’editoria non è in forte crisi, è in una fase di cambiamento rivoluzionario, si è tenuto conto di questo? Sul piano economico-finanziario quale è il progetto, quale il break even? se e quando si suppone che sarà raggiunto? riceverà finanziamenti pubblici? vivrà di abbonamenti e, presumibilmente, dei soldi della Fondazione? Proprio per l’eccezionalità di questa iniziativa – che mi sembra di capire interessa da vicino tutti gli avvocati, anche sul piano economico – si tratta di dati e informazioni che spero siano comunicati.
Il Presidente annuncia che “il numero degli abbonamenti “on line” prenotati ammonta già ad oltre 43 mila e ciò è motivo di stimolo per una iniziativa senza precedenti che vuole fare dell’Avvocatura una protagonista assoluta del dibattito sociale”. Il numero è davvero ragguardevole, enorme. Quante di queste prenotazioni si trasformeranno in abbonamenti? me lo chiedo anche perché non sono riuscito a reperire il prezzo.
In definitiva: a chi risponde il quotidiano? ai lettori, alla Fondazione e al Consiglio, agli avvocati? la risposta mi sembra determinante;
8. Piero Sansonetti ha una storia importante alle spalle, un curriculum di giornalista di peso, capace di collocarsi fuori dal coro, proprio sui temi delicati della giustizia.
Una storia ben connotata in passato per quanto riguarda i temi “generalisti”. Una storia altrettanto connotata per quanto riguarda la vocazione garantista. A quale dei due Sansonetti ci si è rivolti? non credo solo al Sansonetti garantista. A maggior ragione ribadisco i miei dubbi sul senso dell’iniziativa, che finisce per essere di ispirazione politica, pur provenendo da enti che istituzionalmente dovrebbero esprimere altre vocazioni;
Detto questo martedì comprerò il quotidiano in edicola e sfoglierò le pagine web.
Al prossimo editoriale.