Intelligenza Artificiale e tutela dei diritti

Composition 8, Vassily Kandinsky, 1923, Guggenheim Museum, New York
Composition 8, Vassily Kandinsky, 1923, Guggenheim Museum, New York

Come quella umana, lintelligenza artificiale raccoglie, elabora e analizza i dati, interpreta lambiente e agisce autonomamente per raggiungere determinati obiettivi: è il Parlamento europeo a dare una definizione di Intelligenza Artificiale nella risoluzione approvata a gennaio scorso. Un testo adottato con 364 voti favorevoli, 274 contrari e 52 astensioni.

Perché l’urgenza c’era.

L’Intelligenza Artificiale, infatti, da un lato promette, ma dall’altro minaccia. Sono due facce della stessa medaglia e chiamano in causa temi cruciali come l’etica, la responsabilità e i diritti di proprietà intellettuale.

 

La tutela della persona

L’Intelligenza Artificiale è una categoria immensa, che va dal più banale chatbot della catena di supermercati ai sistemi d’arma autonomi, fino ai cosiddetti robot assassini.

Se non gestito in modo corretto, ogni processo di progettazione, sviluppo, collaudo, distribuzione e impiego di sistemi basati sull’Intelligenza Artificiale può trasformarsi in un rischio per l’incolumità delle persone e per la loro sicurezza, materiale e informatica. Da qui, la necessità di regolare e fornire un quadro di norme a tutela dei cittadini, in quanto soggetti e destinatari delle tecnologie basate sull’IA.

 

La decisione ultima è dell’uomo

Uno dei principi cardine è quello della responsabilità ultima, su cui si fonda ogni processo di IA. Nella risoluzione il Parlamento europeo ribadisce un fondamento molto importante: a rispondere di ogni decisione non può essere la macchina.

Dovrà sempre essere l’uomo, cui spetta decidere di selezionare un bersaglio e di compiere un’azione letale, utilizzando un sistema d’arma autonomo. Nessuna macchina potrà mai avere lo stesso livello di controllo e giudizio, ispirato ai principi di proporzionalità e necessità, di un essere umano.

 

Gli argini e le tutele per garantire un’IA antropocentrica

Per sfruttarne pienamente le potenzialità, lIntelligenza Artificiale deve essere governata da principi etici e obblighi legali ben definiti, che le istituzioni nazionali e sovranazionali sono chiamate a chiarire nel dettaglio.

La robotica, le tecnologie correlate, compresi software, algoritmi e dati, possono migliorare la vita di cittadini e imprese, a patto che a ispirarli sia un’ottica antropocentrica e antropogenica. Parole d’ordine, quindi devono essere sicurezza, trasparenza e responsabilità. Ogni sistema deve offrire garanzie contro distorsioni e discriminazioni e assicurare il diritto di ricorso.

 

Intelligenza artificiale: un universo di vantaggi per i cittadini

L’Intelligenza Artificiale promette ai cittadini una migliore qualità della vita, ad esempio in termini di assistenza sanitaria e sistemi di trasporto più sicuri.

Nella loro veste di consumatori, indirizzano la domanda verso un mercato che offra prodotti personalizzati e sostenibili, sotto il profilo dell’ambiente e dell’economicità.

In veste di lavoratori, i vantaggi dellIA si tradurranno nella garanzia di luoghi sicuri. Ma anche di mansioni a forte creazione di valore e alta specializzazione, mentre i processi meccanici e ripetitivi resteranno alle macchine.

 

Le risorse della robotica per le imprese

Lato imprese, lIntelligenza Artificiale può garantire la creazione di processi virtuosi: dallottimizzazione dei consumi di energia attraverso una corretta manutenzione dei macchinari, a percorsi di vendita ottimizzati. Un asso nella manica per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità, nel quadro nazionale ed europeo.

Si pensi alla gestione dei processi di economia circolare nella moda, nell’edilizia e impiantistica, nell’agroalimentare e nel turismo.

 

Intelligenza Artificiale e diritti di proprietà intellettuale

Nella definizione di un quadro giuridico di tutela rientrano anche le implicazioni della proprietà intellettuale.

Il Parlamento europeo, in questo senso, ha indicato una strada: è il sistema europeo dei brevetti lorgano competente per la tutela degli sviluppatori innovativi.

Del resto, in tema di proprietà intellettuale, è importante distinguere tra le creazioni umane ottenute con l’assistenza dell’Intelligenza Artificiale e le creazioni da questa generate. Lorientamento del legislatore comunitario è che i diritti di proprietà intellettuale siano concessi solo agli esseri umani. Dunque è escluso che l’IA possa essere dotata di personalità giuridica.

 

IA: un baluardo per la sicurezza informatica

La grande mole di dati su cui l’Intelligenza Artificiale fonda il suo funzionamento è un potente strumento di prevenzione rispetto agli attacchi informatici, ma anche a crimini e attacchi terroristici. Si pensi ai benefici legati alla velocità di elaborazione di grandi volumi di dati.

 

I difficili equilibri nella definizione delle responsabilità

Le questioni etiche alla base della programmazione di sistemi automatizzati sono immense, soprattutto quando è in gioco la sicurezza. Si pensi alle auto a guida autonoma. La questione è: Chi salvare?”.

Esiste una gerarchia di tutele? Ancora più scivoloso il tema della responsabilità. Come determinarla quando un incidente è provocato da unauto a guida autonoma? Ecco che un buon sistema normativo dovrà definire se a rispondere dei danni sia il proprietario, il costruttore o il programmatore.

 

Il ruolo del legislatore nella definizione di un quadro giuridico certo

Il legislatore comunitario ha cercato di affrontare questi temi e, partendo dal presupposto che l’Intelligenza Artificiale offre molte opportunità, ha stimolato i processi di innovazione. Allo stesso tempo è al lavoro per fornire certezza del diritto e scoraggiare usi impropri delle tecnologie che sono alla base dei processi di robotizzazione.

Regole certe sono indispensabili perché lIntelligenza Artificiale sia fonte di opportunità e baluardo contro le minacce. La strada è ancora lunga, ma il mosaico è già ricco di importanti tasselli.