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La situazione nella carceri in Austria: dati statitici

carceri in Austria
carceri in Austria

Abstract

Il sovraffollamento delle carceri, è un fenomeno riscontrabile in vari Stati dell’UE. Non cosí in Austria, almeno per quanto concerne l’anno passato. Questo, nonostante gli arresti domiciliari (elettronicamente sorvegliati), siano stati concessi – nel 2020 – soltanto a 311 persone.

 

Indice:

1. Custodia cautelare ed espiazione di pena

2. 2020 – Detenuti nelle “Strafvollzugsanstalten” e loro età

3. Durata e nazionalità

4. Arresti domiciliari con sorveglianza elettronica – Presupposti – Obblighi – Spese

5. Centrale unica di sorveglianza e dati statistici

6. Arresti domiciliari e reati, per i quali, ai condannati è stata concessa questa “Vollzugsform”

 

1. Custodia cautelare ed espiazione di pena

Qualche settimana fa, il ministero della Giustizia ha reso pubblica la statistica, concernente l’espiazione delle pene detentive nelle “Justizvollzugsanstalten – JVA“ – Carceri, l’esecuzione della custodia cautelare in carcere nonché i dati concernenti i detenuti, che hanno scontato la pena (o la custodia cautelare) nel cosiddetto elektronisch überwachten Hausarrest (arresti domiciliari controllati mediante congegni elettronici).

Per quanto concerne il luogo, nel quale viene eseguita la custodia cautelare in carcere (“Untersuchungshaft”), la stessa avviene in uno dei 15 “landesgerichtlichen Gefangenenhäusern”. Queste carceri si trovano nello stesso luogo, in cui hanno sede i “Landesgerichte” (Tribunali). Coloro che sono sottoposti a custodia cautelare, sono separati dagli “Strafgefangenen” (condannati con sentenza irrevocabile) e, a differenza di questi ultimi, non hanno obbligo di lavoro.

 Competente a decidere sulle modalità, con le quali gli “Untersuchungshäftlinge” (persone in custodia cautelare in carcere) possono comunicare con l’esterno, non è il direttore del carcere (“Anstaltsleiter”), ma il PM o il giudice.

Il condannato a pena detentiva (irrevocabile) fino a 18 mesi, sconta la stessa, di norma, nel “landesgerichtlichen Gefangenenhaus”. Pene detentive superiori a 18 mesi, devono essere espiate in una delle cosiddette Strafvollzugsanstalten, che sono situate – prevalentemente – nell’est dell’Austria. La decisione, in quale “Strafvollzugsanstalt”, il condannato deve espiare la pena, compete alla “Generaldirektion für den Strafvollzug und den Vollzug freiheitsentziehender Maßnahmen” (Direzione generale per l’esecuzione delle pene e dei provvedimenti privativi della libertà personale).

La predetta “Generaldirektion” procede alla cosiddetta Klassifizierung (classificazione), tenendo conto di tutta una serie di criteri, tra i quali vanno annoverati, in particolare, le condizioni personali (e familiari) del condannato, la specie di reato, per il quale vi è stata condanna, l’eventuale – concedenda – autorizzazione al lavoro fuori dal carcere, le terapie, alle quali il condannato per violazione della legge sugli stupefacenti intende eventualmente sottoporsi, le esigenze di sicurezza e di risocializzazione. Il dirigente della “Vollzugsanstalt” predispone, per ogni detenuto, un cosiddetto Vollzugsplan (“piano di esecuzione”).

Detenute di sesso femminile e minorenni scontano la pena in apposite “Vollzugsanstalten”, che sono situate, per le donne, a Schwarzau e per i minori a Gerasdorf. Anche nei “landesgerichtlichen Gefangenenhäusern”, vi sono sezioni separate per minorenni e donne.

 

2. 2020 – Detenuti nelle “Strafvollzugsanstalten” e loro età

Nel 2020, nelle “Strafvollzugsanstalten” austriache, ad esclusione delle persone in custodia cautelare, erano detenute (le percentuali (a fianco) indicate sono arrotondate):

478 persone (il 7%) per reati contro la libertà personale

554 persone (l’8%) per resti di natura sessuale

2.739 persone (il 39 %) per reati contro il patrimonio

1.545 persone (il 22%) per reati contro la vita e l’incolumità individuale

1.348 persone (il 19%) per violazioni della legge sugli stupefacenti

38 persone (l’1%) per reati di terrorismo

47 persone (l’1%) per violazione del “Verbotsgesetz” e per “Verhetzung”

243 persone (il 3%) per altri reati

Età dei detenuti (esclusi quelli in custodia cautelare):

14-18 anni: 55 (l’1%)

18-21 anni: 257 (il 4 %)

20-30 anni: 1.801 (il 26%)

30-40 anni: 2.305 (il 33%)

40-50 anni: 1.392 (il 20%)

50-60 anni: 805 (il 12%)

60-70 anni : 290 (il 12 %)

70-80 anni : 75 (l’1 %).

80 anni e di età superiore: 11;

6.552 erano detenuti (il 94 %) e 440 erano detenute.

Persone detenute complessivamente (ivi comprese le persone in custodia cautelare in carcere) nelle “Justizvollzugsanstalten”:

8.354, con un’”Auslastung” pari al 94%, essendo la “capienza massima” delle stesse di 8.801 persone.

Erano in “Strafhaft” (espiazione di pena): 5.907 (65%)

in “el. üb. HA”, cioè agli arresti domiciliari elettronicamente sorvegliati: 311 (3%).

in custodia cautelare in carcere: 1.742 (19%)

detenuti in esecuzione di una misura di sicurezza: 1.085 (12%).

Persone detenute per altri motivi: 338 (4%).

 

3. Durata e nazionalità

Nel 2020:

il 35,1% dei condannati con sentenza irrevocabile, ha scontato una pena detentiva

fino a un anno,

il 48, 3%, da 1 a 5 anni

il 10,4%, da 5 a 10 anni

il 4,6%, da 10 a 20 anni

l’1,6% pena superiore a 20 anni o quella dell’ergastolo.

Per quanto concerne la cittadinanza delle persone detenute nel 2020:

4.213 (49,7 %) erano cittadini austriaci

1.389 (16, 4%) erano cittadini di uno Stato dell’ UE

2.778 (32, 8 %) erano cittadini extracomunitari

mentre di 90 detenuti era ignota (o, per lo meno, incerta) la nazionalità.

I detenuti stranieri, per la maggior parte, provenivano dalla Romania e dagli Stati dell’ex Jugoslavia.

 

4. Arresti domiciliari con sorveglianza elettronica – Presupposti – Obblighi – Spese

Molto rigorose sono le disposizioni che disciplinano l’”elektronisch überwachten Hausarrest” (d’ora in avanti anche indicato con l’abbreviazione: “el. üb. Ha”), gli arresti domicilari sorvegliatati elettronicamente.

Questa “Vollzugsform” è stata introdotta nel 2010 e può essere concessa al condannato (su istanza dello stesso), che ha da scontare una pena detentiva non superiore a 12 mesi, anche se si tratta di pena residua (“Reststrafe”).

 Competente a decidere sulla concessione dell’”el. üb. HA”, è il dirigente del carcere, presso il quale la pena (anche residua) dovrebbe essere scontata.

I presupposti per questa “Vergünstigung”, oltre al limite di pena di cui sopra, sono:

che il condannato abbia: 1) un’adeguata sistemazione abitativa nel territorio dello Stato; 2) un’occupazione e un reddito tale, da potersi mantenere autonomamente; 3) copertura assicurativa contro malattie e infortuni sul lavoro; 4) il consenso (espresso per iscritto) delle persone conviventi nella stessa struttura abitativa; 5) deve essere escluso, che, a seguito delle informazioni assunte e degli obblighi, che verranno imposti al detenuto, questi possa abusare di questa “Vergünstigung”, che gli verrà concessa.

L’assunzione delle informazioni ai fini dell’accertamento dei presupposti per la concessione dell’”el. üb. HA" e per la redazione del cosiddetto Aufsichtsprofil, avvengono ad opera di assistenti sociali, che si avvalgono della collaborazione dell’associazione, denominata “Neustart” (con il quale il ministero della Giustizia ha stipulato una convenzione).

Durante l’“el. üb. HA”, il condannato è sottoposta a sorveglianza tutt’altro che sporadica, ma, al tempo stesso, a intensa assitenza, per cui, i casi, in cui si è proceduto a revoca di questa misura, sono stati, almeno finora, relativamente pochi. Va però notato, che l’”el. üb. HA” può venir meno, non soltanto per fatto imputabile al condannato, ma anche, per esempio, se il condannato perde il lavoro, se viene disdetto il contratto di locazione, senza che il condannato riesca a trovare una nuova sistemazione abitativa.

La concessione dell’”el. üb. HA” può avvenire anche in favore di chi è in custodia cautelare; la relativa decisione è di competenza del giudice (e non del dirigente del carcere).

Coloro che sono in espiazione di pena e ottengono gli arresti domicilari, sono obbligati a soggiornare nella loro residenza/domicilio, a svolgere attività lavorativa e possono assentarsi dal domicilio/dalla residenza, soltanto per determinati motivi e in orari prestabiliti.

Nei limiti delle sue possibilità economiche, il sottoposto all’”el. üb. HA”, è tenuto a contribuire alle spese derivanti da questa “Vollzugsform” (nella misura di circa 22 Euro giornaliere).

Nella residenza/nel domicilio della persona da sorvegliare mediante l’”el. üb. HA”, vengono installati, una stazione trasmittente nonché un apparecchio atto a consentire il controllo di presenza (“der Anwesenheit”) attraverso il telefono. È possibile pure l’installazione di un congegno atto ad analizzare l’aria espirata dal sorvegliato, al fine di poter procedere a controlli, per prevenire l’abuso di alcolici da parte del sorvegliato, per il quale vige ”absolutes Alkoholverbot” (divieto assoluto di consumare sostanze alcoliche, come in carcere) per cui, chi è ”in el. üb. HA”, non può permettersi, di trascorrere i propri giorni o le serate, in compagnia di qualche bottiglia di vino o di whisky…(de gustibus non est disputandum).

All’altezza del malleolo, viene applicato un congegno trasmittente (la cosiddetta Fußfessel), collegato alla stazione installata nella residenza/nel domicilio dell’“Überwachten”, che rileva gli orari di presenza e di assenza del sorvegliato dal predetto luogo. Una sorveglianza permanente, che sarebbe tecnicamente possibile con impiego del sistema GPS, avviene soltanto qualora sussistano eccezionali esigenze di sorveglianza.

Nell’“Aufsichtsprofil” vengono indicate le attività consentite al sorvegliato nonché gli orari delle stesse; altresí i periodi di tempo, in cui il sorvegliato può assentarsi dal proprio domicilio nonché quelli in cui deve essere “in casa”.

 

5. Centrale unica di sorveglianza e dati statistici

I congegni elettronici di cui sopra, sono collegati con una centrale – sita a Vienna – che provvede alla sorveglianza di tutti quelli, che si trovano “in el. üb. HA”, dando allarme alle competenti stazioni di polizia, se riscontrano un’“irregolarità”.

I dati statistici resi pubblici in materia di “el. üb. HA”, non sono molti, ma comunque tali, da consentire, di verificare, come l’istituto dell’“el. üb HA “ si è sviluppato negli ultimi anni.

Mentre nel 2013, i portatori dell’”elektronischen Fußfessel” erano stati 725, essi sono gradualmente aumentati – fino al 2017 compreso:

nel 2014, 765; nel 2015, 779; nel 2016, 828; nel 2017, 900, per poi diminuire, nel 2018, a 898, a 786 nel 2019. e a 311 nel 2020.

L’”istituto” dell’”el. üb HA” è soggetto a critiche, tutt’altro che lievi. Il fatto, che, per esempio, nel 2020, soltanto a 311 persone è stata concessa questa “Vollzugsform”, ha indotto non pochi ad affermare, che si tratterebbe di un’”istituto” riservato a pochi “privilegiati”, che “können die Strafe bequem zu Hause absitzen” (possono scontare la pena comodamente in casa); inoltre, non vi è obbligo di lavoro per i “Begüterten” (in parole povere, per gli “abbienti”). C’è stato, chi ha avanzato dubbi, che una “Vollzugsform” del genere (modalità di espiazione di pena), sia compatibile con il concetto di giustizia (intesa come “Gerechtigkeit”). “Gerechtigkeit” vuol dire anche eguaglianza, con conseguente eliminazione “willkürlicher Unterschiede”, come si è espresso John Rawls (“Justice as Fairness”). L’arbitrarietà è riscontrabile, in modo particolare, in persone generalmente ritenute stupide (vale a dire di un livello non certo invidiabile) ed “engstirnig” nonché arroganti. Ma tant’è. Chi ha il potere, ne abusa (o almeno tende ad abusarne); questo è stato detto già nel Cinquecento, come molti di noi sanno.. Opporsi all’arroganza, viene percepito da questi soggetti, come “lesa maestà”, per cui “conviene” comportarsi secondo il principio: “Chi è muto e sordo, campa in pace cent’anni".

Il numero complessivo dei condannati, ai quali è stata - tra il 2013 e il 2019 – applicata la cosiddetta Fußfessel, è stato di 5.267.

Allo Stato “conviene” la concessione dell’”el. üb. HA” da un punto di vista economico, dato che, come è stato calcolato, i “costi” di questa “Vollzugsform”, sono stati pari a circa 22 Euro il giorno per detenuto, mentre un detenuto in carcere, costa circa 127 Euro il giorno.

Tra il 2013 e la fine del 2019, la predetta “Vollzugsform” è venuta meno (per esempio a seguito di trasgressione agli obblighi imposti al sorvegliato, o perché vi è stato fondato sospetto, che il sorvegliato abbia commesso nuovamente reato), in 590 casi (nel 10% circa).

La percentuale dei detenuti sorvegliati a mezzo “el. üb. HA” – negli anni 2011-2017 – è andata aumentando costantemente:

2011, 1,9%

2012, 3,1%

2013, 3,7%

2014, 4,2%

2015, 4,7 %

2016, 5,0%

2017, 5,7 %.

La concessione dell’“el. üb. HA”, se confrontata con quella di altri Stati europei, non è avvenuta, neppure negli ultimi anni, frequentemente. Fatte le debite proporzioni tra il numero degli “el. üb HA” e il numero dei detenuti in carcere, per l’Austria è stato calcolato un indice pari all’89, mentre quello di altri Stati confinati è di circa il 166.

Un dato particolarmente positivo, è costituito dal numero molto esiguo di recidivi di coloro, ai quali è stato concesso l’”el. üb. HA”: non supera l’1,8%.

A proposito dell’”el.üb.HA”, si distingue tra coloro, che “trascorrono” l’intera pena “im Hausarrest” (cosiddetti Frontdoor) e coloro, che scontano una pena residua (cosiddetti Backdoor).

Il periodo di tempo, che trascorre – in media – tra l’inoltro della richiesta “auf el. üb. HA” e la concessione dello stesso, è di 68 giorni.

Sono state, invece, poche le richieste di concessione dell’”e. üb HA” di coloro, nei confronti dei quali, è stata disposta la custodia cautelare in carcere; soltanto l’1,7% di queste richieste è stato esaminato.

Per quanto concerne la percentuale delle richieste “auf el. üb. HA”, accolte, la stessa è aumentata notevolmente tra il 2011 (966) e il 2017 (1.458).

 

6. Arresti domiciliari e reati, per i quali, ai condannati è stata concessa questa “Vollzugsform”

Sopra abbiamo accennato al fatto, che i detenuti – ai quali è stato concesso, con maggiore frequenza, l’”el. üb HA”- sono stati i condannati per truffa (22%); seguono i condannati per:

2) lesioni personali volontarie (15,5 %)

3) furto (13%)

4) reati di violazione della normativa fiscale e reati fallimentari (8,5%)

5) reati di violazione della legge sugli stupefacenti (8.5%)

6) violenza privata o minaccia grave (5,5%)

7) omicidio colposo e lesioni personali colpose (5,4%)

8) rapina (3,3%)

9) resistenza a pubblico ufficiale (1,9%).

Come risulta dalle cifre ora riportate, sono stati i reati contro il patrimonio (truffe e furti), a predominare anche nel 2020.

Relativamente frequenti sono state le condanne per lesioni personali volontarie.