x

x

L’Archivio di Stato di Venezia contro l’obsolescenza tecnologica

Parigi
Ph. Simona Balestra / Parigi

Obsolescenza è una parola entrata nelle nostre orecchie, pur mantenendo un suono speziato di mistero. Deriva dal latino obsolescere, composto dalla particella ob e dalla forma incoativa di soleo, in cui predomina il valore ingressivo, sottolineato appunto dalla particella ob[1]: una cosa inizia ad esser solita così da risultare vecchia e da cadere quindi in disuso.

Proprio questo è il passaggio su cui rischiamo di inciampare, facendoci trovare distratti. Quando una situazione diventa solita e ci abituiamo, ci fa comodo pensare che rimarrà immutata malgrado il trascorrere del tempo, malgrado i segnali che dovrebbero metterci in allerta.

E se l'obsolescenza è tecnologica, il livello di attenzione deve alzarsi, perché i tempi di invecchiamento non sempre sono pronosticabili, perché la dismissione può provocare tante conseguenze a catena non tutte facili da immaginare, dal momento che per combatterla servono risorse considerevoli e lungimiranza nell'investirle tempestivamente.

L'Archivio di Stato di Venezia, grazie alle risorse stanziate dal Ministero della cultura – Direzione generale archivi per lo sviluppo informatico, si è potuto impegnare in questa battaglia e poste le basi nel mese di marzo, che nel calendario della Repubblica di Venezia segnava l'inizio dell'anno, entro la Primavera 2021 presenterà moreveneto (scritto attaccato – e non “more veneto” – per farlo assurgere a nome), il nuovo sistema informativo.

La presentazione avviene oggi, 10 giugno 2021, unitamente alla presentazione dell’altro importante traguardo dell’Archivio: il nuovo sito web istituzionale: dunque, come è stato detto, l’innovazione digitale passa anche dai Frari (sede storica dell’Archivio di Stato di Venezia).

Moreveneto, utilizzando Arianna4, un software prodotto da Hyperborea, descrive il patrimonio archivistico conservato dall'Archivio di Stato di Venezia, restituendo tutte le informazioni presenti nel precedente SIASVe – Sistema informativo dell'Archivio di Stato di Venezia, pubblicato nel 2005, quale esito di un progetto, coordinato da Claudia Salmini, che aveva reso per la prima volta consultabili on line dati acquisiti e implementati nel corso di anni, all'interno di progetti, criteri e finanziamenti diversi[2].

SIASVe utilizzava come plug in Adobe Flash Player per la visualizzazione degli strumenti di ricerca otto-novecentenschi, manoscritti, riprodotti in immagine, che descrivono il patrimonio archivistico conservato dall'Istituto, attraverso i quali lo studioso può impostare l'indagine, fino ad arrivare ai documenti di suo interesse.

Adobe Flash Player è stato uno degli attori più noti sulla scena dell'obsolescenza tecnologica: ventiquattro anni di vita, più di mille problemi di sicurezza subiti negli ultimi quindici, una morte annunciata da tre e la scomparsa definitiva il 12 gennaio da poco trascorso[3].

E purtuttavia la scelta di Adobe di non supportare più Flash Player, nel mondo, ha colto impreparati[4]; non osiamo nemmeno immaginare cosa potrebbe comportare se prendesse una decisione analoga nei confronti del Portable Document Format – il PDF – formato di cui è proprietaria[5].

L'Archivio di Stato di Venezia comunque ha incassato il colpo: dal 12 gennaio quindi in SIASVe non è stato più possibile visualizzare questi strumenti on-line, ma con moreveneto, non solo saranno nuovamente disponibili per la consultazione da remoto, ma grazie al un nuovo sistema di visualizzazione, sarà anche più agevole leggerli e sfogliarli.

Non solo. In quest'operazione è rientrata anche la banca dati delle riproduzioni digitali gestite dal sistema Divenire, online dal 2006, ora claudicante perché a sua volta abbandonato al destino di obsolescenza, venuto meno l’interesse di sviluppo tecnologico da parte degli operatori economici.

In moreveneto le immagini delle unità archivistiche sono agganciate e descritte al livello di pertinenza, all'interno della struttura del relativo fondo archivistico. La potenza del visualizzatore permette di ingrandire agilmente l'immagine, così da poter studiare i dettagli anche nelle mappe di dimensioni maggiori.

È servito del tempo – forse più di quanto si fosse ipotizzato, come spesso accade in questi contesti – per preparare una migrazione globale dei dati descrittivi: distanziare metodologicamente un sistema informativo da un sistema informatico è una delle operazioni più insidiose che si possano immaginare, anche quando archivisti e informatici riescono a tessere un dialogo costruttivo e interdisciplinare[6].

Propedeutica è stata l'analisi delle schede descrittive di ciascun livello e per ogni tipologia, al fine di disegnare con esattezza il percorso di migrazione dei dati (il tracciato record) nei campi pertinenti in Arianna4.

Se da un lato la base costituita per entrambi dagli standard internazionali di descrizione – ISAD-G e ISAAR-CPF – ha permesso un allineamento naturale, dall'altro, quando si è aperta la tela delle relazioni e delle entità, ci si è trovati davanti ad un modo completamente nuovo di descrivere il patrimonio.

Al momento moreveneto presenta schede-entità relative ad organizzazioni (enti), persone e famiglie che sono non più solo soggetti produttori d'archivio, ma sono anche soggetti che hanno disegnato una mappa, rogato un testamento, sottoscritto una dichiarazione di decima o che comunque hanno una relazione specifica con il documento descritto. La partita si è giocata nel trasformare dei soggetti nominati all’interno di un campo di una scheda descrivente l’unità documentaria in soggetti-entità, quindi descritti in una loro propria scheda legata alla scheda-unità documentaria da una relazione definita. Trasformare secondo questa logica la precedente struttura descrittiva che si basava su tre tipi di schede, ossia schede per la descrizione dei complessi documentari, schede per la descrizione dei soggetti produttori e schede per la descrizione degli strumenti di ricerca, ha comportato e comporterà una revisione complessiva e una pulizia della banca dati necessarie per rendere la ricerca efficace, nelle sue inedite potenzialità.

Nell’epoca in cui la ricerca per antonomasia è quella che con un clic, in meno di un secondo, ottiene centinaia di migliaia di risultati, l’Archivio di Stato di Venezia, tempio della ricerca – sic et simpliciter –, si è messo in gioco nel valorizzare e rendere fruibile il proprio patrimonio, cercando un equilibro tra tradizione e nuove istanze: moreveneto ha inferto un colpo all’obsolescenza tecnologica. Un colpo, dicevamo, ma non mortale.

L’obsolescenza, infatti, corre quanto il tempo, ma esserne consapevoli ci permette di prendere quel piccolo slancio di vantaggio per non arrivare impreparati.

 

[1]     Si veda A. Traina – G. Bernardi Perini, Propedeutica al latino universitario, Bologna 19924, p. 176, supponendo che il verbo segua il modello di obticesco.

[2]     Per una storia del progetto si veda la pagina dedicata nel sito istituzionale dell'Archivio di Stato di Venezia (Link).

[3]     Tra tante, per una storia del programma S. Donato, Il 31 dicembre 2020 Adobe Flash muore. Perché siamo arrivati alla sua fine e cosa succederà ai browser, 29 dicembre 2020 al link.

[4]     Per esempio Adobe Flash termina il supporto, blocca una rete ferroviaria cinese. Problema risolto in modo creativo, 22 gennaio 2021 al link.

[5]     Per un’idea sulle criticità del formato PDF considerato formato affidabile si veda G. Penzo Doria, La memoria digitale dell'Italia non si conserva in PDF in «InterLex», 3 marzo 2006 al link.

[6]     Colgo l'occasione per ringraziare Andrea Erboso e Pier Paolo De Minicis, colleghi dell'Archivio di Stato di Venezia, Daniela Villani, Antonella Ghisaura e Marcello Serenetti di Hyperborea: assieme abbiamo analizzato i dati prima ed effettuato la verifica dopo la migrazione da SIASVe a moreveneto; assieme affronteremo le incertezze che ogni migrazione comporta. Ogni scelta progettuale è stata vagliata e sostenuta dal nostro Direttore, Gianni Penzo Doria.