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Librerie aperte, musei e gallerie chiusi. Perché?

Gallerie d'arte
Gallerie d'arte

In questi giorni diversi dall’ordinario, seguendo il susseguirsi delle decisioni governative e sforzandomi di immaginare i cambiamenti dei prossimi mesi, mi viene naturale una considerazione minima, un messaggio nella bottiglia riguardo il mio lavoro di gallerista.

Si riaprono le librerie. Bene; o forse no. I lettori sono pochi, e quei pochi possono acquistare in questo periodo sugli shop on line o via mail, come sto facendo senza difficoltà. Rinunceremo per un poco al piacere di sfogliare un libro prima di comprarlo. Non è cosa grave e, soprattutto, non è un servizio essenziale (lo scrivo da libridinoso spinto).

Seguendo questo filo logico, dovrebbero riaprire anche musei e gallerie d’arte, che invece restano chiusi.

Tra l’altro, al netto del diverso costo e in ultima analisi, un’opera d’arte – di qualsiasi tipo – deve essere vista dal vivo per poter essere apprezzata compiutamente, un libro generalmente no.Vedo in questo provvedimento monco non una reale attenzione alla cultura bensì un’ennesima trovata pubblicitaria.

Non mi avventuro in ulteriori e complesse valutazioni politiche e resto nella mia nicchia.

Una galleria d’arte è notoriamente un luogo che definire poco frequentato è un eufemismo, eccetto i vernissage e gli eventi durante le mostre.

Ora: allestire fisicamente una mostra e tenerla aperta, senza vernice ed eventi collaterali, solo su appuntamento e quindi senza assembramenti, consentirebbe di proseguire l’attività – eccetto al momento le fiere – riducendo o annullando il calo di vendite.

Le gallerie avrebbero potuto continuare a lavorare in questo modo in tutta sicurezza.

Verosimilmente sarà proprio così che noi galleristi lavoreremo dalla riapertura fino, temo, all’estate 2021 o oltre.