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Marcel Proust, lo scrittore alla ricerca di un editore a pagamento

Nei cent'anni dalla morte di Marcel Proust (Parigi, 10 luglio 1871 – Parigi, 18 novembre 1922), un curioso aneddoto
Jacques Emile Blanche, ritratto di Marcel Proust, 1892, Musée d'Orsay
Jacques Emile Blanche, ritratto di Marcel Proust, 1892, Musée d'Orsay

Marcel Proust, lo scrittore alla ricerca di un editore a pagamento

 

Giusto venti giorni fa si è celebrato il centenario della nascita di Valentin Louis Georges Eugène Marcel Proust (Parigi, 10 luglio 1871 – Parigi, 18 novembre 1922), uno dei maggiori scrittori, saggisti e critici letterari francesi e non soltanto francesi.

À la recherche du temps perdu” è una delle opere letterarie più colossali e lunghe mai scritte, che ha reso celebre in tutto il mondo Proust.

Suddivisa in sette parti, nell’edizione in lingua originale francese Gallimard del 1988/1990, suo storico editore, è composta di 3.031 pagine, per un numero complessivo di parole pari a 1.267.069.

Rientra nel guinness dei primati, al nono posto tra le opere letterarie più lunghe mai date alla stampe.

Come è comprensibile, portarlo a termine è stata un’avventura. Ma più che scrivere l’opera, l’avventura è stata venderla.

Nell'estate del 1912 Proust invia il dattiloscritto di quella che sarà poi la prima parte della storia a Fasquelle, editore tra gli altri di Émile Zola e di Edmond Rostand.

Il libro non piacque a colui che fu incaricato dall’editore di leggerlo, forse troppo innovativo per l’epoca. Il libro fu inesorabilmente bocciato anche dalla Nouvelle Revue Française, la rivista letteraria fondata da diversi intellettuali, tra cui Andrè Gide, che, una volta terminato, lo scartò con una certa ostilità, legata anche alla nomea di snob che Proust di era guadagnata negli ambienti culturali dell’epoca.

Proust non si perdette d’animo e si rivolse al giovane editore Bernard Grasset, che all’inizio tentennò.

Allora Proust si offrì di coprire le spese di stampa e di pubblicità del libro, offrendo all’editore una bella fetta sugli incassi delle vendite. Grasset a quel punto accettò con entusiasmo senza nemmeno leggere il dattiloscritto e la “Recherche” iniziò così, tra mille traversie, il suo percorso nel mondo editoriale.

Poco dopo però, verso la fine della prima guerra mondiale, dopo l'uscita del primo volume, arrivò la riscossa di Proust. Gide, infatti, si rese conto di essersi fatto scappare una ghiotta occasione e convinse l’editore Gallimard a pubblicare tutte le sei parti restanti, di cui le ultime tre uscirono postume con la cura del fratello di Proust, Robert, e di Jacques Rivière, critico letterario

Da quel momento il successo fu assoluto e inesorabile, e oggi l’opera è annoverata tra i grandi capolavori letterari di ogni tempo.