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Mina Loy: una sintesi di avanguardie

Disegno
Ph. Alessandro Saggio / Disegno

Mina Loy è stata una poetessa che ha incontrato tutte le avanguardie del primo Novecento. Cosmopolita e poliglotta ha trovato nella poesia un linguaggio con cui potesse manifestarsi e sfuggire alle convenzioni attraverso versi sciolti e liberi.

La casa editrice Le Lettere ha pubblicato la raccolta delle sue poesie, Per Guida La Luna (2003).

Mina Loy

Subito prima che arrivasse il Novecento, ad Hampstead, piccolo sobborgo di Londra nasceva Mina Lowry all’anagrafe Mina Loy. Figlia di una inglese protestante e di un sarto ungherese fuggito all’antisemitismo nel suo paese, è stata una scrittrice, poetessa e artista eclettica che ha attraversato tutte le Avanguardie del primo Novecento.

Nata in Inghilterra, Mina Loy ha viaggiato nelle capitali europee e all’ interno dei movimenti culturali fotografandone lo spirito e le caratteristiche. Cresciuta con un’educazione protestante, Mina mostra da ragazza un’indole polemica riguardo alle convenzioni borghesi., stanca delle grigie formalità inglesi, si iscrive all’ Accademia d’Arte di Monaco di Baviera. La città le si svela come una capitale cosmopolita e aperta alle stravaganze: Mina, eccentrica tra gli eccentrici, si presenta in giro con abiti inconsueti e una pipa di terracotta in bocca.

Viene soprannominata Dusie: tu e lei in tedesco che le cuce addosso una cifra di ribellione eclettica che le rimarrà attaccata per sempre. Monaco di Baviera non riesce a tenere il passo della voracità di vita di Mina. Così nel 1906 convince i suoi genitori a spostare la sua formazione artistica a Parigi. Nella capitale francese particolarmente piovosa, com’era descritta allora, si immerge nella vita Bohemien degli artisti internazionali in una Monteparanese non ancora urbanizzata. Una ruota delle meraviglie a cui Mina Loy riesce a salire sopra: frequenta Gertrude Stein e conosce Marcel Duchamp, Apollinaire e Cocteau. E si imbatte in un pittore fotografo e arrivista inglese, Stephen Haweis che la persuade a sposarlo. Mina attraversa come una cometa il pittoresco salotto parigino.

“Dal corpo snello e gli occhi grigio blu con i capelli a forma di onde che si allungano dal centro”, così la descrive Leo Stein. Per tenere in piedi il matrimonio, Stephen Haweis decide di allontanare Mina da Parigi e di trasferirsi a Firenze.

Si stabiliscono in Costa S. Giorgio cinquantaquattro che ospiterà la nascita dei loro figli Joella e John Stephen Giles dopo aver perso la primogenita Oda Janet pochi giorni dopo il parto. Mina Loy alterna periodi di insofferenza a slanci intellettuali: frequenta il bar delle Giubbe Rosse, diventa amica di Isadora Duncan e si affascina al Movimento Futurista al quale aderisce per inclinazione naturale a rovesciare tutto ciò a cui ci conformiamo.

Mina Loy

Dopo aver sedotto Filippo Maria Marinetti si innamora di Arthur Cravan, poeta boxeur e nipote di Oscar Wilde con cui fugge nel 1918 nel sud del mondo, Messico e Argentina in cui Cravan rimarrà disperso. Di ritorno dal Sud America, Mina Loy si ferma a vivere a New York e nel 1923 pubblica Per Guida alla Luna, il suo unico libro di poesie: una guida immaginaria nelle rotte dell’immaginazione. Nella sua poesia, Mina non segue le regole del suono e della creazione di immagini, ma i suoi versi sono un flusso, un getto continuo di parole che il lettore rincorre.

Mina Loy è stata una donna inattuale per tutte le epoche. È stata disegnata dalle Avanguardie del suo tempo e ha tracciato una prerogativa nuova per le donne: quella di essere libere e anticonformiste.

Mina Loy

Ignoramus

Taci

canta il silenzio

dà una mezza corona a un mago

mezzo sguardo

all’eclisse nella finestra

e conta le glume

degli affari del giorno

stese nella fodera

della tua tasca

mentre cercando un compromesso

fra il perpendicolare e l’orizzontale

un altro barbone

s’appoggia

alla notturna nursery dei tranvai

 

Poesie per Joannes

Avremmo potuto accoppiarci

Nel momentaneo monopolio di un letto

Strapparci la carne l’una all’altro

Al tavolo della comunione profana

Dove si versa vino su labbra promiscue

Avremmo potuto dar vita a una farfalla

Con le notizie del giorno

 

Stampate a sangue sulle ali

Deserto Messicano

L’eruttante gemito spettrale della locomotiva

Trascina i sonagli della sua coda di legno

Nella jazz-band del tramonto

Le montagne in fila

Ergono pinnacoli di feroce solitudine

Sotto il caldo cielo alieno

Vegetali mutilati d’arsura

Trafiggono lo scottante fascino

Spalancando la terra

Monconi di cactus

E gobbe di palme

All’assalto dei tizzoni del crepuscolo