Audre Lorde, D’Amore e Di Lotta

Harlem è situata nell’Upper Manhattan. È al confine con i quartieri ricchi dell’Upper East e West Side. A metà degli anni trenta era un angolo dimenticato della città abitato dagli afroamericani. Il vociare e lo slang masticato della sua gente accompagnava come colonna sonora la vita ad Harlem. Audre Lorde è nata a nord della metropoli come terza ultima in una famiglia di immigrati da Grenada nei Caraibi. È stata una poetessa militante che ha riempito i suoi versi della forza libera e denotatrice del suo quartiere.
Audre ha usato la sua poesia come uno stagno in cui confluisse e risuonasse la sua lotta verso la piena aderenza di sé stessa in nome dell’uguaglianza.
Nata il 18 febbraio del 1938 nel periodo in cui la povertà per la Grande Depressione agitava le strade di Harlem, cresce in una casa sulla strada 155 davanti al fiume Hudson. La famiglia con grandi sacrifici la iscrive in una scuola per studentesse dotate di cui è l’unica ragazza nera. Agli occhi di mamma Linda e papà Frederich, Audre mostra precocemente la sua indole forte e indipendente: decide di troncare una parte del suo nome originale Audrey e recidere l’ultima lettera y e lasciare Audre che le rimarrà appiccicato come segno di distinzione e autoaffermazione. Dagli scorci di quello che le succede, racconta episodi di odio metropolitano: come quando sale sul bus e non la fanno sedere oppure come la osservano mentre attraversa l’incrocio per andare a scuola. Harlem rappresenta in quegli anni il teatro della lotta e protesta degli afroamericani: Malcom X con i suoi comizi riempie l’Apollo Theatre e le vie del quartiere.
La Lorde per mantenersi agli studi lavora come operaia e infermiera e comincia a frequentare gli ambienti letterari e omosessuali di New York. Negli anni sessanta l’omosessualità era considerata illegale, la comunità gay stanca del deprimente clima di repressione trova nei vecchi edifici industriali un luogo dove esprimersi come il Mount Morris di Harlem.
In questo composito panorama metropolitano, incontra Edwin Rollins, avvocato bisessuale da cui avrà due figli Elizabeth e Jonathan. Il matrimonio con Rollins non funziona e Audre si svela a sé stessa attraverso la poesia.
Nel 1968 pubblica la prima Two Cities prima delle undici raccolte poetiche. La poesia diventa lo specchio entro cui raccontare la propria diversità da cui far partire un grido comune libero a tutte le donne.
“La pelle nera è come carbone rinchiuso nelle viscere della terra che si trasforma in diamante”.
In quegli anni, la Lorde viene operata per un cancro al seno e racconta la sua lotta nei Cancer Journals pubblicato nel 1980. Nel periodo più travagliato, si innamora di una giovane ragazza, Gloria Joseph che diventerà sua compagna fino alla fine. La poetessa diventa un punto di riferimento libero e ostinato per la lotta letteraria contro le diversità.
Audre Lorde si è battuta perché la poesia diventasse una necessità per ridefinire le libertà e le identità delle persone. Ha lanciato un ponte tra mondi diversi come quello omosessuale, africano e bianco. Il mondo della Lorde è stato variegato e ha abbraccia tutto il globo.
Ha viaggiato per il mondo: è stata in Nigeria, Cuba e Nuova Zelanda a portare la sua battaglia femminista. Un mondo permeato dal massaggio positivo della sua immensa vitalità. Nel 1991 è stata nominata Poetessa dello stato di New York rimanendo per sempre radicata alla sua lotta poetica e al quartiere di Harlem.
La Casa Editrice Le Lettere ha pubblicato nel 2018 una raccolta di poesie di Audre Lorde dal titolo: D’Amore e Di Lotta curato dal collettivo Wit- Women in Translation.
Abbiamo selezionato alcune poesie per noi più rappresentative:
In una Notte di Luna piena
E io sarei la luna
Detta sulla tua carne invitante
Rompendo le riserve
Arenando il pensiero
Le mani alla tua alta marea
Sopra e sotto dentro di te
E il passaggio della fame
Frequentata, dimenticata
Sorta oscura
La luna parla
I miei occhi
Soppesano le tue rotondità
Deliziose.
Amore, Forse
Sempre
Nel mezzo delle nostre battaglie più sanguinose
Deponi le armi
Come mine in fiore
E vittoriosa mi porti a casa.
Il Settimo Senso
Donne che costruiscono nazioni
imparano ad amare
uomini che costruiscono nazioni
imparano ad amare bambini
costruttori di castelli di sabbia
vicino al mare che sale.
L’odore del vento
Precipitando a capofitto
in un nuovo silenzio
il tuo viso cala sul mio orizzonte
il nome di un caro sogno
che mi tiene all’ancora
una dolce stagione
per salpare verso un altro viaggio
non è permesso fare calcoli
salvo la meravigliosa aritmetica
della distanza.