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Obbligo di Green pass: la risposta delle aziende

Valencia senza sole
Ph. Giacomo Martini / Valencia senza sole

Green pass: le novità introdotte dal Decreto Legge

Il D.L. n. 127/2021, entrato in vigore il 22 settembre 2021, ha introdotto – a partire dal 15 ottobre e fino al 31 dicembre 2021 - l’obbligo di presentazione ed esibizione del Green pass; obbligo, questo, che incombe su tutti i lavoratori, sia nel settore pubblico che in quello privato.

 

Green pass: chi può ottenerlo

Il Ministero della Salute precisa che è possibile scaricare gratuitamente il Green pass solo a seguito della somministrazione della prima dose o del vaccino monodose, del completamento dell’intero ciclo vaccinale o del risultato negativo di un tampone molecolare nelle ultime 72 ore o antigenico rapido nelle 48 ore precedenti.

 

Green pass e tamponi: le aziende che pagano

L’ex Ilva (Acciaierie d’Italia) ha previsto, “al fine di garantire la continuità operativa dell’attività aziendale”, la possibilità –per i lavoratori non vaccinati– di effettuare, in istituti convenzionati, tamponi rapidi antigenici che, qualora abbiano esito negativo, consentiranno al dipendente di ottenere il Green pass e di accedere ai luoghi di lavoro.

In particolare, a partire dal 14 ottobre, per eseguire il tampone, i dipendenti potranno recarsi –previo appuntamento – presso la farmacia convenzionata di Taranto, dal lunedì al sabato, dalle 8 alle 20, e la domenica dalle 9 alle 14.

Si sono uniformate alla decisione dell’ex Ilva anche la Ducati e la Piquadro.

Marco Palmieri, l’imprenditore di Piquadro, giustifica, infatti, la decisione di pagare il tampone a chi non si è (o non si è ancora) vaccinato con il fine di evitare ai dipendenti vaccinati “stress e lavoro in più”.

Inoltre, l’imprenditore precisa che non è affatto semplice sostituire un lavoratore che sta a casa, dal momento che, se pure lo si facesse, passerebbero mesi prima di raggiungere la formazione richiesta dall’azienda. Insomma, “non si sostituiscono le persone dall’oggi al domani”.

 

Green pass, tamponi e no vax: le aziende che dicono “no”!

Di segno opposto è, invece, l’azienda di cosmetici Kiko, che ha deciso di astenersi dallo sgravare i dipendenti non vaccinati dal costo dei tamponi, ritenendo che “non debba essere né l’azienda né la collettività ad assumersi questo costo”. Insomma -come ha sottolineato Cristina Scocchia (l’amministratore delegato) –  che ognuno si assumi le conseguenze della propria decisione!

 

Green pass obbligatorio: la posizione dei sindacati

I sindacati, di concerto con le aziende summenzionate (ma per ragioni diverse), ritengono che a pagare i tamponi debbano essere le aziende, dal momento che, al di là del diritto fondamentale al lavoro ex art. 4 Cost., l’art. 15 del D.lgs. 81/2008 prevede espressamente che “le misure relative alla sicurezza, all’igiene ed alla salute durante il lavoro non devono in nessun caso comportare oneri finanziari per i lavoratori”.