Omicron 2 e la fine della pandemia

In vista la fine del Covid 19?
RaTG13
RaTG13

Omicron 2 e la fine della pandemia

Secondo molti studiosi, Omicron 2 rappresenterebbe il colpo di coda di una pandemia causata da Covid 19 che da oltre due anni attanaglia il mondo intero.

Per una parte degli immunologi, infatti, il virus, attraverso la variante Omicron 2, mostrerebbe la sua debolezza, mitigandone i sintomi ma diventando sempre più contagiosa. Il meccanismo, infatti, è sempre lo stesso: Omicron 2 cerca di superare le barriere pandemiche poste dall’uomo attraverso virus, mascherine e vaccinazioni, perdendo forza ma tentando di diffondersi più velocemente e in maggiore misura sfruttando i “buchi” concessi con l’allentamento delle misure.

Per altri esperti, invece, Omicron 2 è solo una delle tante possibili varianti di un virus che si modifica senza seguire un piano predefinito. Infatti, le varianti non derivano mai l’una dall’altra, ma si muovono in maniera disorganica. Omicron 2 non fa eccezione, per questo molti esperti sfatano il falso mito della perdita di forza del virus nel tempo attraverso sintomi mitigati, preferendo la teoria dell’evoluzione non diretta del virus, che potrebbe ripresentarsi sotto altre forme e con sintomatologie differenti.

Casi di Omicron 2
Casi di Omicron 2

Omicron 2: il parere di Water Ricciardi


Sul tema Omicron 2 è intervenuto anche Walter Ricciardi, ordinario di Igiene generale e applicata alla Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica e consigliere scientifico del ministro della Salute Roberto Speranza per l’emergenza da coronavirus.

Ecco le sue parole: "Ormai abbiamo capito che (il virus, n.d.r.) continua a evolversi in modo da diventare sempre più contagioso. Fortunatamente, fino ad ora, all'aumento di contagiosità non corrisponde un aumento della letalità. E questo 'schema' sembra essere applicabile anche ad Omicron 2, anche se è troppo presto per fare affermazioni definitive su questa variante".

Continua Ricciardi su Omicron 2 parlando dell’esempio danese che "sembrerebbe confermare che Omicron 2 non sia una variante che aggrava la malattia. Questo non vuol dire che non sia problematica. Ancora una volta molto dipende dalla protezione e dalla prevenzione. Il problema serio è per chi non è vaccinato. E purtroppo prime e terze dosi stanno procedendo a un regime molto rallentato in Italia".

"La preoccupazione è che possa esserci nel nostro Paese una ripresa forte della pressione sugli ospedali per tutto questo. Allentare qualche misura anti-Covid all'aperto, vista anche la stagionalità, è una cosa possibile. E va bene. Ciò che non si può fare è abbassare la guardia nei luoghi chiusi, dove mascherine e Green pass rappresentano gli strumenti cardine di protezione. E vanno conservati", ha detto Ricciardi su Omicron 2. E così conclude: "Se allentiamo queste forme di tutela al chiuso rischiamo gli stessi effetti che ha avuto la Gran Bretagna e che cominciano ad avere in Germania, ovvero un aumento davvero forte dei casi e di conseguenza di una nuova pressione sui sistemi sanitari. In Inghilterra ormai l'aumento dell'ospedalizzazione è del 60% in una settimana, ieri hanno superato i 10mila ricoverati. Le conseguenze sul sistema sanitario sono decisamente pesanti". (fonte ADN Kronos)

Dunque Omicron 2 sarà la fine della pandemia? È presto dirlo, anche perché i dati di ieri 16 marzo in Italia non sono molto confortanti: 72.568 contagi e 137 morti.

Tasso di positività al 14,8%, su 490.711 i tamponi, In calo, però, le terapie intensive (-25) e i ricoveri ordinari (-63).

Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità nell'ultimo report settimanale basato sulle infezioni da Omicron 2 sottolinea che è in atto una crescita dell'8% dei casi negli ultimi 7 giorni, ma persiste un forte calo su scala globale dei morti (-17%).