Sequestro preventivo finalizzato alla confisca: deve sussistere il nesso di strumentalità tra la cosa e il reato

La città muta - Luci (VII)
Ph. Anuar Arebi / La città muta - Luci (VII)

Sequestro preventivo finalizzato alla confisca: deve sussistere il nesso di strumentalità tra la cosa e il reato

 

La Quarta Sezione penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 33529/2025, si è pronunciata sull’applicabilità dell’istituto del sequestro finalizzato alla confisca.

In primo luogo, la Suprema Corte ha affermato che ai fini della individuazione delle “cose che servirono a commettere il reato” suscettibili di confisca è necessario accertare in concreto l’esistenza del nesso di strumentalità fra la cosa e il reato.

Inoltre, il nesso di strumentalità tra la cosa e il reato deve essere individuato sia in relazione al ruolo effettivamente rivestito dalla “res” nella realizzazione dell’illecito, sia con riferimento alle modalità di realizzazione del reato medesimo.

Nel caso di specie, con riferimento a un’autovettura adoperata per agevolare il trasporto di sostanza stupefacente destinata allo spaccio, «non è sufficiente il semplice impiego, ma è necessario un collegamento stabile con l’attività criminosa, che esprima con essa un rapporto funzionale».

Il collegamento «può essere desumibile anche dall'impiego di manipolazioni, di particolari accorgimenti insidiosi o di modifiche strutturali al mezzo, strumentali per l'occultamento o il trasporto di droga».

Tuttavia, specifica la Corte, non è necessario che vengano adottati accorgimenti o modifiche, essendo sufficiente che sussista un nesso di strumentalità che il giudice deve motivare.

Nel caso specifico, infatti, l’autovettura non aveva subito alcuna modifica e alcun accorgimento, ma il sequestro finalizzato alla confisca è stato confermato perché sufficientemente motivato.