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“Stalking” - Modifica e integrazione della normativa nella RFT

“Stalking” - Modifica e integrazione della normativa nella RFT
“Stalking” - Modifica e integrazione della normativa nella RFT

Sommario

I. Introduzione; II. I motivi che rendono necessario l’intervento riformatore; III. Qualche dato statistico; IV. La riforma riguarda non soltanto il codice penale; V. L’efficacia del Vergleich, se viene gerichtlich bestätigt

 

I. Introduzione

Nel luglio c.a. il ministro della Giustizia ha presentato un disegno di legge, col quale s’intende rafforzare la tutela delle persone (che sono) vittime di atti di “stalking”.

Lo “stalking” - o la Nachstellung, per usare l’espressione adottata nel codice penale - è prevista come reato dal Titolo 18.mo della Parte Speciale del codice penale e costituisce una Straftat gegen die persönliche Freiheit (un reato contro la libertà personale).

Questa Straftat è stata inserita nello StGB per effetto del 40.mo StÄG del 22.3. 2007, entrato in vigore il 31.3.2007.

Il termine “stalking” (che, non di rado, viene utilizzato in alternativa a quello di Nachstellung), deriva dall’espressione inglese “to stalk” che può essere tradotta come appostarsi, ma anche come avvicinarsi di soppiatto.

Attualmente, per Nachstellungen, s’intendono vari comportamenti che si sostanziano in un ripetuto avvicinarsi a una persona, in tentativi di prendere contatto (direttamente o anche attraverso terzi) con la stessa, servendosi di mezzi di telecomunicazione o di altri mezzi di comunicazione, in minacce (anche se rivolte a familiari) contro la vita, l’incolumità individuale, la salute o la libertà della persona, sempre contro la volontà della stessa. Ogni tanto le minacce più gravi si avverano e lo “stalker” commette un omicidio.

Al fine di tutelare le persone da atti (fastidiosi o minacciosi), il legislatore, già nel 2001, aveva emanato il c.d. Gewaltschutzgesetz - GewSchG, - la legge per la repressione degli atti di violenza. Prevede, questa legge, una serie di misure, di competenza della giurisdizione civile (§§ 1-3), per salvaguardare la libertà personale e la salute (intesa in senso ampio) della persona, contro atti  posti in essere, dolosamente, da altra persona. Il § 4 contiene anche una norma di carattere penale nel senso che prevede la reclusione fino a un anno o la pena della multa a carico di chi contravviene a un provvedimento - esecutivo - previsto dai §§ 1 e 3 del GewSchG.

II. motivi che rendono necessario l’intervento riformatore

Le misure attuabili per effetto di questa legge si sono però rivelate insufficienti ai fini di un’adeguata ed efficiente tutela di persone oggetto di atti di violenza (non soltanto fisica), di minaccia o di “fastidio”, così come si sono rivelate insufficienti - ai fini di una tutela specifica di chi è esposto ad atti del genere, continui e persistenti oppure a minacce tutt’altro che episodiche  - alcune norme del codice penale, quali quelle contenute nei §§ 123, 240, 241, 303 StGB.

Tutte queste disposizioni normative non hanno assicurato in modo soddisfacente la difesa dei beni  giuridici che con l’emanazione delle stesse ci si era proposta, vale a dire quelli dell’Handlungs - und Entschließungsfreiheit (libertà di agire e di decisione), della Lebensgestaltungsfreiheit nonché dell’incolumità personale (intesa, questa, in senso lato).

Per ovviare a questo stato di cose, a questo “deficit”, il legislatore aveva ritenuto di porre riparo con una norma del c.d. Kernstrafrecht, con il § 238 del codice penale. Le Tathandlungen, elencate nei commi 1-3 del citato paragrafo, consistono, come sopra esposto, oltre che in varie modalità, ripetute e perseveranti, di presa di contatto o di tentativi in tal senso, con la vittima (sempre contro la volontà della stessa), anche in altre comportamenti illeciti, atti a violare la sfera personale della vittima.

Tuttavia, anche a seguito dell’emanazione di questa norma, le concrete esigenze di tutela perseguite con la medesima, si sono appalesate soddisfatte soltanto in parte. Il motivo principale di “inadeguatezza” è dovuto al fatto che la Straftat, p. e p. dall’attuale § 238 StGB, è un Erfolgsdelikt (reato di evento). Ai fini dell’integrazione della fattispecie de qua è necessario che le Nachstellungshandlungen devono avere per conseguenza un cambiamento, oggettivamente verificabile, delle condotta, delle consuetudini di vita, della vittima. L’esempio che spesso viene fatto, è quello di chi, al fine di evitare le Nachstellungen, non esce piu’ di casa, se non accompagnato da altra persona oppure riduce drasticamente le uscite. Altro esempio è quello di chi cambia, per evitare le Nachstellungen, posto di lavoro. È evidente che in questi casi può, anzi, deve parlarsi, di schwerwiegender Beeinträchtigung (grave pregiudizio) della condotta di vita di chi è oggetto dello “stalking”.

Le Nachstellungen, come abbiamo visto, sono caratterizzate da comportamenti che possono essere definiti “intensiv-invasiv” e che influiscono gravemente sull’abituale condotta di vita qual era prima delle azioni poste in essere dallo “stalker” e che, allo stato della normativa, non sono sanzionabili, qualora non si verifichi o qualora la vittima non sia in grado di provare il verificarsi dell’evento della schwerwiegenden Beeinträchtigung der (freien) Lebensgestaltung. Pertanto la tutela accordata dal legislatore del 2007, diventa operativa soltanto una volta che già si è verificata questa Beeinträchtigung, che si è voluta - ma non potuta - evitare, o, meglio, pervenire.

III. Qualche dato statistico

Il fatto che il § 238 StGB - nella sua attuale formulazione - sia insufficiente ad assicurare una tutela effettiva delle vittime dello “stalking”, risulta anche da dati statistici che riporteremo brevemente.

È stata, infatti, costatata una notevolissima discrepanza tra il numero dei Tatverdächtigen (sospettati) risultante dalle statistiche degli organi di polizia e il numero dei condannati (per il § 238 StGB) che emerge dalle statistiche giudiziarie. In base a queste ultime, le condanne, su tutto il territorio della RFT, per il reato teste’ indicato, sono state:

505 nel 2008

561 nel 2009

414 nel 2010

378 nel 2011

313 nel 2012

236 nel 2013

205 nel 2014.

Gli organi di polizia avevano invece inoltrato notizia di reato all’AG per la suddetta Straftat:

23.298 volte nel 2008

23.247 volte nel 2009

21.698 volte nel 2010

20.492 volte nel 2011

20.079 volte nel 2012

18.245 volte nel 2014.

Ne consegue che, mentre nel 2008 e nel 2009, la percentuale dei condannati per il reato di Nachstellungen, è stata di poco superiore al 2%, questa percentuale è diminuita, nel 2013, a poco superiore all’1%.

Questa, si potrebbe dire, enorme discrepanza tra notizie di reato inoltrate all’autorità giudiziaria e condanne, si spiega - oltre che con il fatto che nelle statistiche dell’AG si tiene conto, in caso di condanna per una pluralità di reati, soltanto del reato più grave, per il quale è avvenuta la Verurteilung - non soltanto con il fatto che spesso i Nachstellungsopfer non sono stati in grado di provare (anche) il verificarsi dell’evento, alla cui sussistenza il legislatore del 2007 ha subordinato la punibilità’, ma pure con il fatto che, spesso, la vittima dello “stalking”, “ist auf den Privatklageweg verwiesen worden”[1].

Privatklagedelikte sono soltanto quelli – tassativamente -indicati nel § 374 StPO e questi reati sono pure Antragsdelikte (fatta eccezione per quello previsto dal § 241 StGB (minaccia)). Anche nel caso dei Privatklagedelikte, che sono, per lo più, reati non gravi, il PM, qualora ravvisi un interesse pubblico a procedere, può disporre la c.d. Übernahme del procedimento, il che’, però, avviene raramente. La maggior parte dei Privatklageverfahren inizia a seguito di Verfahrenseinstellung (archiviazione) ai sensi del § 170, comma 2, StPO, disposta dal PM.

Da una statistica che riguarda il Land Hessen (Assia), risulta che nel 2008, nel 34 % delle denunce/querele proposte per il reato di Nachstellungen, il PM ha proceduto ad archiviazione ex § 170, comma 2, StPO, mentre Verweisung auf den Privatklageweg è avvenuta nel 22 % dei casi.

IV. La riforma riguarda non soltanto il codice penale

Il disegno di legge ministeriale di cui sopra, prevede un’importante modifica anche nell’ambito del codice di procedura penale (StPO). Il § 374, comma 1, n. 5, della StPO, viene modificato nel senso che tra i reati ivi elencati non figura più la Nachstellung prevista dal § 238, comma 1., StGB. Di conseguenza al PM non sarà (più) consentita l’archiviazione mit Verweisung auf den Privatklageweg, quando si tratta di un reato p. e p. dal paragrafo teste’ menzionato.

Altra innovazione di rilievo, contenuta nel suddetto Gesetzentwurf, riguarda il Gewaltschutzgesetz (GewSchG), al quale sopra abbiamo accennato. Allo stato attuale della normativa, se un procedimento in materia di Gewaltschutz è definito con un Vergleich, questo provvedimento non produce gli stessi effetti che ha invece una gerichtliche Gewaltschutzanordnung; la violazione di quest’ultima è, infatti, ”strafbewehrt”, cioè costituisce reato, mentre, se il Gewalttäter non si attiene agli obblighi assunti in sede di Vergleich, è escluso il ricorso al giudice penale. Questo fatto, secondo il ministero della Giustizia, avrebbe finora indotto non pochi Gewaltopfer a non acconsentire a un Vergleich, con conseguente maggior aggravio di lavoro per l’autorità giudiziaria.

V. L’efficacia del Vergleich, se viene gerichtlich bestätigt

Dai dati statistici relativi agli anni 2013 e 2014, emerge che nel 2013, il 21% dei procedimenti in materia di Gewaltschutzsachen, dinanzi ad Amtsgerichte, si è concluso con un Vergleich (nel 2014, la percentuale è stata pari al 20%). Per quanto concerne i procedimenti dinanzi alle Corti d’appello, la loro definizione, im Vergleichswege, nel 2013, è avvenuta nel 6% dei casi; nel 2014, questa percentuale è stata del 5%. Al fine di eliminare questa “disparità”, non razionalmente giustificabile, viene prospettata una modifica del § 4 del GewSchG e viene introdotto, nella legge che disciplina i procedimenti in materia di Familiensachen und Angelegenheiten der freiwilligen Gerichtsbarkeit del 17.12. 2008, il § 241 a , per effetto del quale anche la violazione degli obblighi assunti nel caso di conclusione di un procedimento con un Vergleich, diventa, anch’esso “strafbewehrt”, cioè è punibile con la reclusione fino ad un anno o con pena pecuniaria, al pari della violazione di una statuizione emessa a conclusione di un giudizio “ordinario”.

È previsto altresì che in caso di Vergleich, qualora venga “gerichtlich bestätigt”, questo provvedimento debba essere comunicato a organi di polizia nonché a determinati altri uffici della PA.

Ha calcolato, il ministero della Giustizia, che se il disegno di legge de quo otterrà l’approvazione parlamentare, dall’attuazione delle disposizioni di riforma in esso contenute, deriverà un aggravio a carico dei bilanci dei Länder (nella RFT, la giustizia è ”Ländersache”, competenza dei Länder), pari a ca. 100.000 Euro complessivi l’anno. È stato però osservato che - a parte il fatto che la riforma rafforza notevolmente la tutela di coloro che sono oggetto di atti di “stalking” o di atti di violenza in genere - il maggior ricorso al Vergleich in materia di Gewaltschutzverfahren, avrà come conseguenza una più sollecita definizione dei procedimenti di questo genere, con una, non trascurabile, Entlastung di chi è addetto alla trattazione dei procedimenti contro “stalker”.

 

[1] La StPO (CPP) della RFT prevede la Privatklage che costituisce un’eccezione al c.d. Offizialprinzip (al principio della procedibilità d’ufficio) e consente, al legittimato alla proposizione di questa Klage, di procedere contro l’autore del reato senza che intervenga (necessariamente) il PM. Il Privatklageverfahren implica per il Privatkläger una serie di oneri tutt’altro che indifferenti. A parte il fatto che gli incombono gli adempimenti che sarebbero di spettanza del PM, il Privatkläger deve: 1) depositare una somma pari agli esborsi che, presumibilmente, dovrà sostenere l’indagato, 2) è obbligato “zur Leistung des Gebührenvorschusses” (anticipazione degli importi dovuti per onorari e diritti) di cui al § 379 a StPO; in caso di assoluzione, 3) deve assumersi le spese pagate dall’imputato al proprio difensore.

Sommario

I. Introduzione; II. I motivi che rendono necessario l’intervento riformatore; III. Qualche dato statistico; IV. La riforma riguarda non soltanto il codice penale; V. L’efficacia del Vergleich, se viene gerichtlich bestätigt

 

I. Introduzione

Nel luglio c.a. il ministro della Giustizia ha presentato un disegno di legge, col quale s’intende rafforzare la tutela delle persone (che sono) vittime di atti di “stalking”.

Lo “stalking” - o la Nachstellung, per usare l’espressione adottata nel codice penale - è prevista come reato dal Titolo 18.mo della Parte Speciale del codice penale e costituisce una Straftat gegen die persönliche Freiheit (un reato contro la libertà personale).

Questa Straftat è stata inserita nello StGB per effetto del 40.mo StÄG del 22.3. 2007, entrato in vigore il 31.3.2007.

Il termine “stalking” (che, non di rado, viene utilizzato in alternativa a quello di Nachstellung), deriva dall’espressione inglese “to stalk” che può essere tradotta come appostarsi, ma anche come avvicinarsi di soppiatto.

Attualmente, per Nachstellungen, s’intendono vari comportamenti che si sostanziano in un ripetuto avvicinarsi a una persona, in tentativi di prendere contatto (direttamente o anche attraverso terzi) con la stessa, servendosi di mezzi di telecomunicazione o di altri mezzi di comunicazione, in minacce (anche se rivolte a familiari) contro la vita, l’incolumità individuale, la salute o la libertà della persona, sempre contro la volontà della stessa. Ogni tanto le minacce più gravi si avverano e lo “stalker” commette un omicidio.

Al fine di tutelare le persone da atti (fastidiosi o minacciosi), il legislatore, già nel 2001, aveva emanato il c.d. Gewaltschutzgesetz - GewSchG, - la legge per la repressione degli atti di violenza. Prevede, questa legge, una serie di misure, di competenza della giurisdizione civile (§§ 1-3), per salvaguardare la libertà personale e la salute (intesa in senso ampio) della persona, contro atti  posti in essere, dolosamente, da altra persona. Il § 4 contiene anche una norma di carattere penale nel senso che prevede la reclusione fino a un anno o la pena della multa a carico di chi contravviene a un provvedimento - esecutivo - previsto dai §§ 1 e 3 del GewSchG.

II. motivi che rendono necessario l’intervento riformatore

Le misure attuabili per effetto di questa legge si sono però rivelate insufficienti ai fini di un’adeguata ed efficiente tutela di persone oggetto di atti di violenza (non soltanto fisica), di minaccia o di “fastidio”, così come si sono rivelate insufficienti - ai fini di una tutela specifica di chi è esposto ad atti del genere, continui e persistenti oppure a minacce tutt’altro che episodiche  - alcune norme del codice penale, quali quelle contenute nei §§ 123, 240, 241, 303 StGB.

Tutte queste disposizioni normative non hanno assicurato in modo soddisfacente la difesa dei beni  giuridici che con l’emanazione delle stesse ci si era proposta, vale a dire quelli dell’Handlungs - und Entschließungsfreiheit (libertà di agire e di decisione), della Lebensgestaltungsfreiheit nonché dell’incolumità personale (intesa, questa, in senso lato).

Per ovviare a questo stato di cose, a questo “deficit”, il legislatore aveva ritenuto di porre riparo con una norma del c.d. Kernstrafrecht, con il § 238 del codice penale. Le Tathandlungen, elencate nei commi 1-3 del citato paragrafo, consistono, come sopra esposto, oltre che in varie modalità, ripetute e perseveranti, di presa di contatto o di tentativi in tal senso, con la vittima (sempre contro la volontà della stessa), anche in altre comportamenti illeciti, atti a violare la sfera personale della vittima.

Tuttavia, anche a seguito dell’emanazione di questa norma, le concrete esigenze di tutela perseguite con la medesima, si sono appalesate soddisfatte soltanto in parte. Il motivo principale di “inadeguatezza” è dovuto al fatto che la Straftat, p. e p. dall’attuale § 238 StGB, è un Erfolgsdelikt (reato di evento). Ai fini dell’integrazione della fattispecie de qua è necessario che le Nachstellungshandlungen devono avere per conseguenza un cambiamento, oggettivamente verificabile, delle condotta, delle consuetudini di vita, della vittima. L’esempio che spesso viene fatto, è quello di chi, al fine di evitare le Nachstellungen, non esce piu’ di casa, se non accompagnato da altra persona oppure riduce drasticamente le uscite. Altro esempio è quello di chi cambia, per evitare le Nachstellungen, posto di lavoro. È evidente che in questi casi può, anzi, deve parlarsi, di schwerwiegender Beeinträchtigung (grave pregiudizio) della condotta di vita di chi è oggetto dello “stalking”.

Le Nachstellungen, come abbiamo visto, sono caratterizzate da comportamenti che possono essere definiti “intensiv-invasiv” e che influiscono gravemente sull’abituale condotta di vita qual era prima delle azioni poste in essere dallo “stalker” e che, allo stato della normativa, non sono sanzionabili, qualora non si verifichi o qualora la vittima non sia in grado di provare il verificarsi dell’evento della schwerwiegenden Beeinträchtigung der (freien) Lebensgestaltung. Pertanto la tutela accordata dal legislatore del 2007, diventa operativa soltanto una volta che già si è verificata questa Beeinträchtigung, che si è voluta - ma non potuta - evitare, o, meglio, pervenire.

III. Qualche dato statistico

Il fatto che il § 238 StGB - nella sua attuale formulazione - sia insufficiente ad assicurare una tutela effettiva delle vittime dello “stalking”, risulta anche da dati statistici che riporteremo brevemente.

È stata, infatti, costatata una notevolissima discrepanza tra il numero dei Tatverdächtigen (sospettati) risultante dalle statistiche degli organi di polizia e il numero dei condannati (per il § 238 StGB) che emerge dalle statistiche giudiziarie. In base a queste ultime, le condanne, su tutto il territorio della RFT, per il reato teste’ indicato, sono state:

505 nel 2008

561 nel 2009

414 nel 2010

378 nel 2011

313 nel 2012

236 nel 2013

205 nel 2014.

Gli organi di polizia avevano invece inoltrato notizia di reato all’AG per la suddetta Straftat:

23.298 volte nel 2008

23.247 volte nel 2009

21.698 volte nel 2010

20.492 volte nel 2011

20.079 volte nel 2012

18.245 volte nel 2014.

Ne consegue che, mentre nel 2008 e nel 2009, la percentuale dei condannati per il reato di Nachstellungen, è stata di poco superiore al 2%, questa percentuale è diminuita, nel 2013, a poco superiore all’1%.

Questa, si potrebbe dire, enorme discrepanza tra notizie di reato inoltrate all’autorità giudiziaria e condanne, si spiega - oltre che con il fatto che nelle statistiche dell’AG si tiene conto, in caso di condanna per una pluralità di reati, soltanto del reato più grave, per il quale è avvenuta la Verurteilung - non soltanto con il fatto che spesso i Nachstellungsopfer non sono stati in grado di provare (anche) il verificarsi dell’evento, alla cui sussistenza il legislatore del 2007 ha subordinato la punibilità’, ma pure con il fatto che, spesso, la vittima dello “stalking”, “ist auf den Privatklageweg verwiesen worden”[1].

Privatklagedelikte sono soltanto quelli – tassativamente -indicati nel § 374 StPO e questi reati sono pure Antragsdelikte (fatta eccezione per quello previsto dal § 241 StGB (minaccia)). Anche nel caso dei Privatklagedelikte, che sono, per lo più, reati non gravi, il PM, qualora ravvisi un interesse pubblico a procedere, può disporre la c.d. Übernahme del procedimento, il che’, però, avviene raramente. La maggior parte dei Privatklageverfahren inizia a seguito di Verfahrenseinstellung (archiviazione) ai sensi del § 170, comma 2, StPO, disposta dal PM.

Da una statistica che riguarda il Land Hessen (Assia), risulta che nel 2008, nel 34 % delle denunce/querele proposte per il reato di Nachstellungen, il PM ha proceduto ad archiviazione ex § 170, comma 2, StPO, mentre Verweisung auf den Privatklageweg è avvenuta nel 22 % dei casi.

IV. La riforma riguarda non soltanto il codice penale

Il disegno di legge ministeriale di cui sopra, prevede un’importante modifica anche nell’ambito del codice di procedura penale (StPO). Il § 374, comma 1, n. 5, della StPO, viene modificato nel senso che tra i reati ivi elencati non figura più la Nachstellung prevista dal § 238, comma 1., StGB. Di conseguenza al PM non sarà (più) consentita l’archiviazione mit Verweisung auf den Privatklageweg, quando si tratta di un reato p. e p. dal paragrafo teste’ menzionato.

Altra innovazione di rilievo, contenuta nel suddetto Gesetzentwurf, riguarda il Gewaltschutzgesetz (GewSchG), al quale sopra abbiamo accennato. Allo stato attuale della normativa, se un procedimento in materia di Gewaltschutz è definito con un Vergleich, questo provvedimento non produce gli stessi effetti che ha invece una gerichtliche Gewaltschutzanordnung; la violazione di quest’ultima è, infatti, ”strafbewehrt”, cioè costituisce reato, mentre, se il Gewalttäter non si attiene agli obblighi assunti in sede di Vergleich, è escluso il ricorso al giudice penale. Questo fatto, secondo il ministero della Giustizia, avrebbe finora indotto non pochi Gewaltopfer a non acconsentire a un Vergleich, con conseguente maggior aggravio di lavoro per l’autorità giudiziaria.

V. L’efficacia del Vergleich, se viene gerichtlich bestätigt

Dai dati statistici relativi agli anni 2013 e 2014, emerge che nel 2013, il 21% dei procedimenti in materia di Gewaltschutzsachen, dinanzi ad Amtsgerichte, si è concluso con un Vergleich (nel 2014, la percentuale è stata pari al 20%). Per quanto concerne i procedimenti dinanzi alle Corti d’appello, la loro definizione, im Vergleichswege, nel 2013, è avvenuta nel 6% dei casi; nel 2014, questa percentuale è stata del 5%. Al fine di eliminare questa “disparità”, non razionalmente giustificabile, viene prospettata una modifica del § 4 del GewSchG e viene introdotto, nella legge che disciplina i procedimenti in materia di Familiensachen und Angelegenheiten der freiwilligen Gerichtsbarkeit del 17.12. 2008, il § 241 a , per effetto del quale anche la violazione degli obblighi assunti nel caso di conclusione di un procedimento con un Vergleich, diventa, anch’esso “strafbewehrt”, cioè è punibile con la reclusione fino ad un anno o con pena pecuniaria, al pari della violazione di una statuizione emessa a conclusione di un giudizio “ordinario”.

È previsto altresì che in caso di Vergleich, qualora venga “gerichtlich bestätigt”, questo provvedimento debba essere comunicato a organi di polizia nonché a determinati altri uffici della PA.

Ha calcolato, il ministero della Giustizia, che se il disegno di legge de quo otterrà l’approvazione parlamentare, dall’attuazione delle disposizioni di riforma in esso contenute, deriverà un aggravio a carico dei bilanci dei Länder (nella RFT, la giustizia è ”Ländersache”, competenza dei Länder), pari a ca. 100.000 Euro complessivi l’anno. È stato però osservato che - a parte il fatto che la riforma rafforza notevolmente la tutela di coloro che sono oggetto di atti di “stalking” o di atti di violenza in genere - il maggior ricorso al Vergleich in materia di Gewaltschutzverfahren, avrà come conseguenza una più sollecita definizione dei procedimenti di questo genere, con una, non trascurabile, Entlastung di chi è addetto alla trattazione dei procedimenti contro “stalker”.

 

[1] La StPO (CPP) della RFT prevede la Privatklage che costituisce un’eccezione al c.d. Offizialprinzip (al principio della procedibilità d’ufficio) e consente, al legittimato alla proposizione di questa Klage, di procedere contro l’autore del reato senza che intervenga (necessariamente) il PM. Il Privatklageverfahren implica per il Privatkläger una serie di oneri tutt’altro che indifferenti. A parte il fatto che gli incombono gli adempimenti che sarebbero di spettanza del PM, il Privatkläger deve: 1) depositare una somma pari agli esborsi che, presumibilmente, dovrà sostenere l’indagato, 2) è obbligato “zur Leistung des Gebührenvorschusses” (anticipazione degli importi dovuti per onorari e diritti) di cui al § 379 a StPO; in caso di assoluzione, 3) deve assumersi le spese pagate dall’imputato al proprio difensore.