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Abbiamo scherzato: era un pesce d’aprile non per burla, ma per un’etica della ricerca storica

Venezia
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La fondazione di Venezia datata al 25 marzo 421 è storicamente una bufala, anzi una fake news. Il presente e il futuro di una città si reggono sulla propria capacità di costruire forti risorse identitarie, non certo retrocedendo la nascita a un passato che non c’è.

Per chi è chiamato a custodire, tutelare e valorizzare questo passato l’obiettivo più importante, al di là di miti, di leggende e di eroi, è un faro da seguire sempre: che si chiama “Etica della ricerca”.

Questo significa valorizzare, dare voce e visibilità alle fonti primarie, avere cura degli archivi e delle biblioteche, che non sono polverosi depositi della memoria, ma scrigni di tesori posti a baluardo della democrazia. Nel cartiglio di un notaio veneziano, quasi una sorta di emblema, è scritto: HINC PUBLICA FIDES, che potremmo tradurre «Qui si custodisce la fede pubblica» o anche, metaforicamente, «Qui c’è lo Stato».

Pertanto, dove si conserva da secoli la memoria collettiva di una città, di un popolo, di una nazione, qui si custodisce anche un dono prezioso che tutti dobbiamo difendere come bene comune.

Prendiamo in prestito da Lorenzo Tomasin un’idea suggestiva: in occasione del 25 aprile regaliamo un bòcolo, ma anche un libro, adottiamo un documento da restaurare, sosteniamo i giovani ricercatori nella pienezza della loro formazione intellettuale. Per questo ringraziamo della loro “complicità” Attilio Bartoli Langeli, Andrea Pelizza e Lorenzo Tomasin, per aver supportato questo pesce d’aprile per un nobile intento.

L’Archivio dei Frari e la Biblioteca Marciana sono essenza storica posta a fondamento di Venezia, linfa vitale e inesauribile, da riscoprire ogni giorno come parte integrante di questa Città così forte e straordinariamente fragile.

 

VIDEO YOUTUBE https://youtu.be/q4RCKZzxcHU