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Abstract e indici

Sistema 231, n. 4/2022
Sistema 231, 4/2022
Sistema 231, 4/2022

Responsabilità degli enti ex D.Lgs. n. 231/2001, infortuni sul lavoro e colpa di organizzazione

Corporate criminal responsibility pursuant to Legislative Decree n. 231/2001: accidents at work and organisational guilt

di Elisabetta Busuito

Abstract

La Corte di Cassazione con la pronuncia in commento ha sancito che la colpa di organizzazione, ossia uno degli elementi costitutivi dell’illecito dell’ente, deve essere rigorosamente provata e non va confusa, o sovrapposta, con la colpevolezza della persona fisica responsabile del reato.

Gli Ermellini hanno osservato che non è sufficiente a far ricadere la colpa sull’azienda l’assenza di un modello organizzativo, la sua inidoneità ovvero la sua inefficace attuazione. Perché ci sia responsabilità dell’ente, il singolo deve agire non soggettivamente ma secondo un preciso assetto organizzativo negligente dell’impresa. Di qui la necessità di comprovare in modo certo la colpa di organizzazione dell’ente, intesa quale mancata predisposizione di un insieme di accorgimenti preventivi idonei ad evitare la commissione di reati del tipo di quelli per cui si procede.

In the present judgment the Supreme Court of Italy has ruled that organizational guilt, i.e., one of the fundamental elements of corporate offences, must be rigorously proven and should not be confused, or overlapped with the culpability of the natural person responsible for the crime.

The Ermellini have observed that the absence of an organizational model, its unsuitability or its ineffective implementation are not sufficient to demonstrate the company’s guilt. In order to establish the legal entity’s liability, it is necessary that the individual has not acted subjectively but according to a precise negligent organization of the company. Hence why it is necessary to prove with certainty the company’s organizational guilt which is the failure to provide with a set of precautions that are suitable to prevent crimes as the one for which the case is being prosecuted.

 

L’applicabilità del D. Lgs. 231 del 2001 alla società cancellata dal Registro delle Imprese alla luce di Cass. Pen., n. 9006 del 22 febbraio 2022

The applicability of Legislative Decree 231 of 2001 to a company deleted from the Commercial Register in the light of Cass. Pen., n. 9006 of February, 22nd 2022

di Italia Caminiti

Abstract

Con la sentenza in commento, la Suprema Corte ha nuovamente affrontato il tema dell’applicabilità del D. Lgs. 231 del 2001 alla società che sia stata cancellata dal Registro delle Imprese.

In particolare, il Giudice di Legittimità ha ritenuto di non aderire all’orientamento affermato dalla giurisprudenza e condiviso dalla dottrina secondo il quale, in caso di avvenuta liquidazione della società e di conseguente cancellazione della stessa dal Registro delle Imprese, non è sostenibile l’applicabilità delle norme (tanto più delle sanzioni) in materia di responsabilità amministrativa degli enti, essendo venuto meno il soggetto destinatario dei precetti normativi e del relativo apparato sanzionatorio.

La recente pronuncia della Suprema Corte trae spunto – oltre che da ragioni sistematiche – dalla consolidata giurisprudenza di legittimità che sostiene l’ascrivibilità della responsabilità ex D. Lgs. 231 del 2001 alle società fallite e fonda sul trasferimento della titolarità dell’impresa dall’ente ai singoli soci, in quanto beneficiari dell’attivo residuo all’esito della procedura di liquidazione e destinatari di eventuali azioni da parte dei creditori.

Pur riconoscendo una linearità all’iter logico che guida le motivazioni della sentenza qui in commento, non si può prescindere da considerazioni di carattere pratico e altrettanto valide sotto il profilo sistematico che ricollegano – ragionevolmente – alla chiusura della fase di liquidazione e all’ultimo momento della cancellazione dell’ente dal Registro delle Imprese la fine della sua esistenza e, così, determinano l’impossibilità di ricondurre allo stesso alcuna forma di responsabilità.

 

In the sentence under review, the Supreme Court once again addressed the issue of the applicability of Legislative Decree No. 231 of 2001 to a company that has been deleted from the Commercial Register.

In particular, the Judge of Legitimacy has expressed his disagreement with the orientation affirmed by case-law and shared by doctrine according to which, in case a company is liquidated and consequently deleted from the Commercial Register, the applicability of the dispositions (and much more so of the sanctions) concerning the administrative liability of entities should be excluded, since the subject of the regulatory precepts and of the related apparatus of sanctions has ceased to exist.

The Supreme Court’s recent decision originates - as well as from systematic reasons - from the well-established legitimacy case-law that upholds the applicability of Legislative Decree 231 of 2001 to bankrupt companies and is based on the transfer of ownership of the enterprise from the entity to the individual shareholders, as beneficiaries of the remaining assets at the end of the liquidation procedure and as recipients of any action initiated by the creditors.

While recognizing a linearity to the logic that underlies the reasons of the decision at issue, one should take into account also those practical and equally valid considerations that - reasonably – connect the end of the existence of the entity to the closure of the liquidation phase and to the final moment of its cancellation from the Commercial Register and, thus, make it impossible to attribute it any form of liability.

 

Sommario

1. Il caso portato all’attenzione della Suprema Corte

2. Il precedente e maggioritario orientamento della giurisprudenza di legittimità e di merito

3. Il giudizio della Suprema Corte

4. Considerazioni conclusive

 

1. The case brought to the attention of the Supreme Court

2. The previous and prevailing orientation of the legitimacy and merit case-law

3. The judgement of the Supreme Court

4. Final considerations

 

Gli strumenti dell’impresa per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni corruttivi. Modelli di Organizzazione e di Gestione, Sistemi di Gestione per la Prevenzione della Corruzione: interazioni e divergenze

Company tools for the prevention and contrast of corruption. Organizational and Management Models, Anti-bribery Management Systems: interactions and divergences

di Domenico Trapani

Abstract

L’elaborato in costituisce una riflessione sulla possibilità che i Modelli di Organizzazione e di Gestione ex decreto legislativo 231/2001 trovino concreta attuazione attraverso gli elementi costitutivi dei Sistemi di Gestione aziendale in riferimento alla prevenzione dei fenomeni corruttivi, da cui possa conseguire una valutazione di idoneità del Modello 231 a costituire esimente per la responsabilità amministrativa da reato dell’ente incolpato.

 

This paper is a reflection about the possibility that the Organizational and Management Models pursuant to Legislative Decree 231/2001 can be concretely implemented through the elements of the Anti-bribery Management Systems, which can lead to an assessment of suitability of Model 231 as an exemption for the administrative liability of the Company subjected to trial.

 

Sommario

1. Premessa: la rilevanza economico-giuridica dei fenomeni corruttivi e gli strumenti a disposizione dell’impresa

2. Il Modello di Organizzazione e di Gestione e i Sistemi di gestione aziendale

3. I Sistemi di Gestione per la prevenzione della corruzione: lo Standard UNI ISO 37001:2016

4. Conclusioni

 

1. Premise: the economic and legal relevance of Corruption and tools available to Companies

2. Organisational and Management Model and Business Management Systems

3. Anti-bribery Management Systems: the UNI ISO 37001:2016 Standard

4. Conclusions

 

Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza e Decreto 231: alla ricerca di un Modello unico nella previsione e prevenzione del rischio

CCII and Law 231: in search of a single Model for risk prediction and prevention

di Jean-Paule Castagno

Abstract

Il coordinamento e la razionalizzazione degli assetti organizzativi e dei controlli interni aziendali quale Modello a cui tendere per prevedere e prevenire il rischio-reato ex Decreto 231 ed il rischio di crisi e di insolenza ex CCII. Questo scritto metterà a confronto due mondi diversi nelle loro prevenzioni finalistiche – uno volto al patologico mentre l’altro all’evento fisiologicamente possibile  ma che si intrecciano in una matrice che è chiamata oggi a mettere al centro la tutela e la preservazione del valore aziendale (inteso come produzione, occupazione, innovazione, progresso) e la sua continuità, nonostante l’incidente giudiziario…, nonostante le tempeste economiche-patrimoniali-finanziarie.

 

Coordination and streamlining of organizational structures and corporate internal controls as the Model to strive for in order to predict and prevent risk-offenses under Law 231 and the risk of business crisis and insolvency under the Business Crisis and Insolvency Code (CCII). This paper will compare two worlds that are different in the prevention goals they aim at – one aimed at the pathological event while the other at the physiologically possible one – yet are intertwined in a matrix that today is called to focus on the protection and preservation of corporate values (understood as production, employment, innovation, progress) and its continuity, despite the judicial incident..., despite the economic-financial storms.

 

Sommario

1. Prevenzione del rischio: beni tutelati a confronto

2. CCII e Decreto 231: quali punti di contatto?

3. Dalla sinergia degli assetti interni ad un Modello unico di prevenzione della crisi e dei reati 231

 

1. Risk prevention: protected legal rights compared

2. CCII and Decree 231: what point of convergence?

3. From the synergy of internal arrangements to a single Model for the prevention of business crises and 231 offenses

 

La compliance negli uffici giudicanti e negli enti giudicati: un’Italia “a due velocità”?

Compliance in judicial offices and judged entities: a “two-speed” Italy?

di Vittore d'Acquarone e Riccardo Roscini-Vitali

Abstract

Nel presente articolo, gli autori si pongono i seguenti tre interrogativi. Le normative sull’anticorruzione, sulla trasparenza e sul c.d. whistleblowing sono applicabili agli uffici giudiziari? In caso positivo, quali sono gli obblighi che tali uffici sarebbero tenuti ad adempiere? Qual è il loro grado di adempimento? Le prime, possibili risposte a tali interrogativi aprono a riflessioni comparate sulla compliance negli uffici giudicanti e negli enti giudicati. Il lettore può verificare i dati normativo-empirici citati grazie ai collegamenti ipertestuali associati, in nota, a ciascuno di essi.

 

In this article, the authors ask themselves the following three questions. The regulations on anti-corruption, transparency and the so-called whistleblowing are applicable to judicial offices? If so, what are the obligations that these offices would be required to fulfill? What is their degree of fulfillment? The first, possible answers to these questions open to comparative reflections on compliance in the judicial offices and in the judged entities. The reader can verify the normative-empirical data cited thanks to the hypertextual links associated, in notes, to each of them.

 

Sommario

Parte I: il dato normativo-dogmatico

1. L’applicabilità delle normative sull’anticorruzione, sulla trasparenza e sul whistleblowing agli uffici giudiziari

2. I principali obblighi anticorruzione a carico degli uffici giudiziari

2.1 La nozione di “corruzione” ai sensi e fini della legge 190/2012

2.2 Il Piano triennale per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza degli uffici giudiziari

2.3 Il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza degli uffici giudiziari

2.4 Il codice di comportamento degli uffici giudiziari

3. Il principale obbligo di trasparenza a carico degli uffici giudiziari

4. I principali obblighi whistleblowing a carico degli uffici giudiziari

 

Parte II: il dato empirico

1. L’attuazione, da parte degli uffici giudiziari, della normativa sull’anticorruzione

2. Considerazioni riepilogative

 

Parte III: conclusioni

1. La compliance negli uffici giudiziari e negli enti di cui all’art. 1, co. 2, decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231: due pesi e due misure?

 

Part I: the normative-dogmatic data

1. The applicability of anti-corruption, transparency, and whistleblowing regulations to judicial offices

2. The main anti-corruption obligations of the judicial offices

2.1 The notion of “corruption” pursuant to and for the purposes of law 190/2012

2.2 The three-year Plan for the prevention of corruption and for the transparency of the judicial offices

2.3 The Person in charge of the prevention of corruption and transparency of the judicial offices

2.4 The code of conduct of the judicial offices

3. The main obligation of transparency for the judicial offices

4. The main whistleblowing obligations for the judicial offices

 

Part II: the empirical data

1. The implementation, by the judicial offices, of the anti-corruption legislation

2. Summary considerations

 

Part III: conclusions

1. Compliance in judicial offices and in the entities referred to in art. 1, co. 2, legislative decree 8 June 2001, n. 231: two weights and two measures?