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Addio a Lawrence Ferlinghetti, il padre della beat generation

Un urlo di dolore nella cultura contemporanea
Lawrence Ferlinghetti davanti alla sua libreria a San Francisco
Lawrence Ferlinghetti davanti alla sua libreria a San Francisco

Era nato a Yonkers, il 24 marzo del 1919, da padre originario di Brescia, morto sei mesi prima della sua nascita, e da una madre di origini francesi, internata in manicomio poco dopo averlo messo al mondo. Un’infanzia difficile, la sua, allevato dalla zia e adottato dalla famiglia che le dava il lavoro di governante. Grazie a loro Ferlinghetti ebbe la possibilità di studiare giornalismo a New York, dando il via alla sua formazione culturale ed artistica.

Nella sua vita fu insegnante, critico letterario, pittore, poeta, libraio ed editore. Fondò, infatti, partendo all’omonima libreria aperta a San Francisco nel 1953, la casa editrice “City Lights”, insieme all’amico Peter Martin, che due anni dopo si trasferì a New York e lasciò così libero Ferlinghetti di aprire la casa editrice.

Pubblicò, tra le altre, la poesia “Urlo” (Howl) di Allen Ginsberg, che, nel 1956, gli costò il carcere con l’accusa di oscenità.

La sua casa editrice pubblicò prevalentemente poesia, lanciando i primi lavori dei grandi esponenti della beat generation, tra cui le opere di Jack Kerouac.

Fu autore di moltissime poesie, tra cui, la silloge più nota, è senz’altroA Coney Island of the Mind”, opera molto venduta e tradotta in nove lingue. Anche le sue pitture sono esposte in diversi musei in tutto il mondo. Il suo personaggio, come molti della beat generation, è entrato spesso nell’immaginario collettivo ed è stato utilizzato variamente nella cultura di massa In Italia, ad esempio, il gruppo Timoria gli ha dedicato un brano tratto dall’album “El Topo Grand Hotel” che porta il titolo “Ferlinghetti Blues dove si può ascoltare la voce dello stesso Ferlinghetti che legge una sua poesia.

Grande amante dell’Italia, dove è venuto diverse volte (ricordiamo la sua partecipazione nel 1979 al celebre Festival della Poesia di Castel Porziano, che, attraverso il crollo del palco per la ressa, segna la fine dell’epoca della beat generation) Ferlinghetti rimane l'icona di un momento culturale irripetibile, fatto di libertà, apertura, voce spiegata, al punto da ottenere dal sindaco di San Francisco, in occasione del suo centesimo compleanno, la consacrazione con il “Ferlinghetti Day” il 24 marzo 2017.

Una figura di intellettuale unica e non replicabile, di cui, molto probabilmente, la nostra cultura stanca e stantia, oggi, avrebbe ancora bisogno.

Tutto quello che ho sempre voluto fare
era dipingere luce
sui muri della vita

Lawrence Ferlinghetti