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Basta Covid! I 10 dischi da ascoltare

Musica
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10 album da ascoltare in questo periodo strano, ora che c’è tempo di scoprire o riscoprire, accostando titoli italiani e stranieri, album doppi e singoli, vendutissimi o quasi ignorati, battendo generi musicali diversissimi.

Tutti col denominatore comune di sapere suscitare emozioni. Emozioni positive, ché di questo abbiamo bisogno ora.

 

1. Un’opera rock

Tito Schipa Jr. - Orfeo 9

1970, il figlio del grande tenore Tito Schipa, Tito Schipa Jr.) scrive da solo un’opera rock. É la prima  mai realizzata in Italia. Questa “Orfeo 9” di cui lo stesso Tito è protagonista viene rappresentata a lungo al Sistina di Roma, poi diventa un film per la tv e un doppio album. Questa storia hippy forse oggi può sembrare un po’ datata, ma musicalmente vede gli esordi del futuro premio oscar Bill Conti agli arrangiamenti, di un giovanissimo Renato Zero come Venditore di felicità, un’altrettanto giovanissima Loredana Bertè ai cori, ecc. Sono esattamente 50 anni che questo lavoro è una pietra miliare della musica italiana e quel che più conta un mito per un’intera generazione

 

2. Un album mistico

Santana - Caravanserrai

Carlos Santana è quel chitarrista spiritato, capelli lungi, quasi demoniaco che sconvolge il pubblico di Woodstock con un uragano di ritmo e musica, e poi con 3 album furibondi tra rock e musica latina. No, no, Carlos Santana è quel giovane vestito di bianco che si fa chiamare Devadip che al quarto album regala sussurri, meditazioni, folate di note luminosissime cha passano veloci come vento sul deserto. Della stessa materia di vento sul deserto. A separare i due una conversione e ora la strada, tutta da percorrere, è indicata dal frinire dei grilli e dal sax che apre il disco. E adesso sappiamo che sarà lunga

 

3. Una geniale spensieratezza

ELO - Out of the blue

Era durissimo negli anni '70 fare del pop. Potevi scrivere dei piccoli capolavori di semplice genialità, ma la critica "impegnata" dell'epoca con te non aveva pietà. Figurarsi poi in piena epoca punk! Così, dell'Orchestra della Luce Elettrica proprio era impossibile parlare in termini entusiastici. Tuttavia è estremamente raro trovare nella storia del pop un disco che, innanzi tutto, racchiuda una tale quantità di linee melodiche geniali, felicissimi arrangiamenti e gioia di farsi ascoltare.

 

4. Un esperimento riuscito

Pink Floyd - Atom earth mother

Non il lavoro più noto dei Pink Floyd, non quello di maggior successo, ma questo album, per alcune caratteristiche, va (ri)scoperto. Sono i Floyd pre-“Dark side” che stanno cercando di sperimentare nuove strade. Centro nodale dell’album è la splendida (in alcuni momenti, esaltante) suite di 25 minuti che titola l’album, nella quale il suono del gruppo si fonde con quello di un’orchestra sinfonica con una perfezione quasi mai raggiunta nei tanti altri esperimenti del genere. È quella che vale l’ascolto. Accanto alla dolce ballata If e ai 13 lisergici minuti di Alan's psychedelic breakfast.

 

5. Un silenzio carico di significati

Miles Davis - In a silent way

Ascoltare questo disco è facile. La musica scorre fluida come un respiro. Nonostante vi suonino alcuni tra i maggiori musicisti della storia (Wayne Shorter, Chick Corea, Herbie Hancock, John McLaughlin, Joe Zawinul…) non vi sono assolo, e anche la tromba di Davis suona poche note, non ci regala alcun virtuosismo ma un’intensità e un’espressività che è propria solo dei grandi. “In a silent way” è fatto di pochissime note, ma ciò che dà profondità ed emozione sono proprio i silenzi, le attese tra una nota e l’altra: la magia di questo lavoro sta tutta nelle note… non suonate. Nessuno urla, qui nemmeno Davis, uno che ha urlato spesso, prima e dopo: qui sceglie il silenzio.

 

6. Una classe immensa

Carole King - Tapestry

Disco storico che ha venduto milioni di copie, le coi canzoni hanno venduto milioni di copie (in altre interpretazioni). E, insieme, il giusto tributo a una cantautrice, Carole King, che ha regalato al mondo della musica decine e decine di canzoni immortali. Per valutare la grandezza di questo disco sarebbe sufficiente pensare alle decine di interpretazioni che avrebbero poi avuto canzoni come "You've got a friend" (prima fra tutte quella di Jams Taylor) o "Will you love me tomorrow", oppure il fatto che "(You make me feel like a) Natural woman" sarebbe diventato probabilmente il brano più famoso di Aretha Franklin, e che come singoli "It's too late", "So far away" o "I feel the earth move" avrebbero dominato le classifiche. Lasciatevi, come tutti, incantare dal piano delicato della King, dalla sua voce serena, dalle sue melodie solari.

 

7. Una religione universale

Popol Vuh - Osianna mantra

Osanna, Mantra, due termini religiosi appartenenti a culti distanti, forse agli antipodi: esprimono l’idea di fondere religioni diverse, ma anche mondi musicali diversi (rock e classica) in un unico flusso emotivo. Fatto di arrangiamenti semplici ma non scarni, strumenti classici (piano, clavicembalo, oboe, violino), rock (la chitarra elettrica) e indiani (il tamboura), su tutti la voce magica della soprano giapponese Djong Yun.

 

8. Un’inversione di tendenza

Talk Talk - Spirit of Eden

Si possono cambiare così le carte in tavola? Un gruppo che parte col pop dovrebbe restare lì. Invece questi talk Talk a un certo punto decidono di fare tutt’altro. Assaggiano l’acqua col piede con “The colour of spring”, poi con “Spirit of Eden” si buttano a capofitto in una musica che con l’imperante synth pop del momento non ha nulla a che vedere. L’Eden di Mark Hollis e compagni alterna sussurri e grida, esplosioni e battito del cuore, note rarefatte e silenzi. Per la disperazione di chi dai Talk Talk avrebbe voluto un altro hit usa e getta, non queste meditazioni da consegnare pari pari alla storia.

 

9. Un sogno presto interrotto

C.S.N.Y. - Four way street

Il disco documenta i concerti tenuti da questo gruppo costituito da David Crosby, Neil Young, Grahm Nash e Stephen Stills. In queste canzoni, tutta l'utopia di un'America che credeva ancora negli ideali di pace amore e libertà, che pensava che con un canzone si potesse veramente cambiare il mondo, o almeno fermare la guerra in Vietnam… Un disco essenzialmente acustico e uno dove prevalgono le cavalcate elettriche con cui si sarebbero fatti i conti a lungo. Ecco, la cupa amarezza di "Ohio" o i 13 acidi minuti di "Southern Man" hanno sicuramente influenzato il rock che sarebbe venuto, più della dolcezza e del sogno di "Find the cost of freedom" da cui ci si sarebbe svegliati troppo bruscamente di lì a poco…

 

10. una nicchia nella storia

Jeff Buckley - Grace - Sony

Abbiamo finito per rimpiangere Jeff Buckley quanto abbiamo rimpianto il padre Tim, tanto era il genio del padre trasmigrato nel figlio. Jeff era un cantante di grandissimo livello che aveva preso dal padre l'amore per la ricerca e per l'uso non banale della voce. Ed era un autore di grande talento. Queste canzoni si muovono tra Pearl Jam ("Eternal life"), Leonard Cohen ("Hallelujah") e Led Zeppelin ("Mojo pin"), come dire un bel po’ di storia del rock. Quando uscì, questo disco era forse troppo "avanti" e troppo "lontano" da quello che in quel momento (metà anni ’90)  andava. Però questo disco, a differenza di tanti che allora scalarono le classifiche, resterà in una piccola, nascosta nicchia della storia del rock.