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Caccia al tesoro in terra d’Irlanda

 © Serena De Palma
© Serena De Palma

Indice:

1. I grandi progetti di modernizzazione delle Docklands di Dublino

2. Le piccole e medie imprese edili italiane

3. I grandi cantieri e i progetti finanziati

4. Errori di valutazione

5. La compliance con la normativa del lavoro irlandese

6. Il Workplace Relations Commission

 

1. I grandi progetti di modernizzazione delle Docklands di Dublino

Sembra una caccia al tesoro quella delle imprese edili italiane in Irlanda, sbarcate numerose negli ultimi anni  sull’isola, per partecipare ai progetti per la costruzione di moderni building nella zona del Grand Canal Dock, la nuova City di Dublino.

I “big” della tecnologia e dell’IT – Google, Facebook, Linkedin e molti altri – hanno gli uffici in quest’area, che molti anni fa era la zona portuale della città, quella dei container e delle officine navali.

 

2. Le piccole e medie imprese edili italiane

Le piccole e medie imprese edili italiane sono entrate in campo nel grande progetto di modernizzazione di questa città, mettendo a disposizione know-how e professionalità che in Irlanda non sono presenti.

Nonostante la carenza di alloggi nella città di Dublino sia stimata in circa 20.000 unità – gli affitti e i prezzi delle case sono alle stelle – i cantieri a cielo aperto e le zone urbane costellate di gru e scavatrici, sono tutti relativi alla costruzione di nuovi uffici supermoderni con facciate in vetro e alluminio.

 

3. I grandi cantieri e i progetti finanziati

Si tratta di progetti finanziati sia dallo Stato irlandese sia a livello europeo, con grosse società contractor che gestiscono una notevole quantità di denaro e di subappaltatori per lo sviluppo di grandi uffici e aree attigue.

Piccole e medie imprese italiane vengono coinvolte per l’eccellente qualità della manodopera specializzata (ad esempio il montaggio dei pannelli in vetro delle facciate) sulla base di un progetto finanziato che sarà quindi “certamente” remunerativo.

 

4. Errori di valutazione

Facilmente però si cade nell’errore, non conoscendo il paese, di non considerare alcuni aspetti fondamentali che possono avere un impatto economico importante sui budget di una piccola-media impresa italiana.

I primi denari (e non pochi) vanno via nel trovare gli alloggi per i lavoratori che dovranno operare nei cantieri.

Gli affitti di appartamenti a Dublino sono altissimi e il “landlord” (locatore) se ne approfitta, protetto da una normativa che gli consente di raddoppiare da un giorno all’altro il canone d’affitto.

I cantieri poi hanno quasi sempre una durata importante che va da uno a due anni, quindi l’accomodation diventa senza dubbio una voce di spesa importante.

 

5. La compliance con la normativa del lavoro irlandese

Esiste poi un altro problema, che ho riscontrato con frequenza lavorando come avvocato in Irlanda con la comunità di imprenditori italiani: quello della compliance con la normativa del lavoro irlandese.

Un contratto di lavoro dipendente con determinati minimi salariali e condizioni varie stipulato in Italia, può essere inefficace o comunque disapplicato in Irlanda se il lavoratore chiede al datore di lavoro l’applicazione delle eventuali più favorevoli condizioni previste dalla normativa sul lavoro irlandese.

Il datore di lavoro deve a quel punto stipulare col lavoratore un nuovo contratto conforme alla normativa del paese e, nel caso, corrispondere la differenza al lavoratore sul salario pregresso (nonché sulle altre condizioni accessorie).

Le imprese italiane coinvolte nelle commesse del settore construction devono quindi informarsi bene e con anticipo sulla normativa irlandese, stipulando contratti di lavoro conformi alla legge per non incorrere i procedimenti e sanzioni.

Ad esempio, il salario minimo per un operaio senza pregressa esperienza secondo il Sectorial Employment Order (Construction Sector) del 2017 è di € 13,77/ora, con un limite di 48 ore settimanali e straordinari calcolati a 1.5 o 2 volte la retribuzione oraria.

 

6. Il Workplace Relations Commission

Infine, esiste in Irlanda un ente pubblico, il Workplace Relations Commission (WRC), che riceve, valuta e decide le vertenze aperte dal lavoratore, talvolta anche in prima udienza.

Pur avendo il datore di lavoro sempre garantito il suo diritto al contraddittorio, è inutile dire che il WRC è “sympathetic” con il lavoratore e solerte nel riconoscergli le tutele previste dalle norme nazionali.

In Irlanda esistono realmente grandi opportunità di lavoro e di guadagno. Tuttavia, come in qualsiasi caccia al Tesoro che si rispetti, occorre prima di tutto trovare le informazioni, comprenderle e mettere a punto una strategia.