x

x

Consumo di sostanze stupefacenti e di alcol

2021 e 2020
Cannabis
Cannabis

Abstract

Quali sono i motivi, per cui persone adulte ricorrono all’uso di sostanze stupefacenti e alcoliche? Perché, già all’età di circa 13 anni (alcol) e di poco più di 14 anni (Ecstasy - Marijuana – Cocaina – Eroina), giovani consumano le predette sostanze? Per gli adulti, è lo stress a motivarli “a evadere” dalle preoccupazioni e dai problemi oppure esistono altri motivi?

 

Motivi e frequenza dell’assunzione di sostanze stupefacenti e di alcolici

Un’organizzazione “no profit” ha condotto, sin dal 2012 e su scala internazionale, indagini demoscopiche circa i motivi, che hanno indotto persone a far uso di stupefacenti e di alcol; altresì sulla frequenza dell’uso e delle occasioni, in cui – maggiormente – è avvenuto il consumo di sostanze del genere; infine, sugli effetti, che ha avuto la pandemia COVID – 19, sulle modalità di consumo e sui consumatori stessi. Le indagini relative agli anni 2020 e 2021, sono state condotte in 22 Stati e hanno interessato, ogni anno, più di 32.600 persone. È stato adottato un sistema, per effetto del quale, le risposte alle domande potevano essere fornite in forma anonima.

I motivi principali, per i quali è avvenuto il ricorso alle sostanze predette, sono stati, di procurarsi momenti di svago e di spensieratezza (85%) nonché di stare in compagnia di altri (90%).

Qual è stata la sostanza stupefacente consumata più frequentemente nelle predette occasioni?

È stata la MDMA – più nota come “Ecstasy” (83%),

seguita dall’eroina (80%),

dal LSD (79%),

dalla chetamina (76%),

dai funghi allucinogeni (76%),

dalla cocaina (75%),

dalla cannabis (74%),

dalla metanfetamina (73%).

 Per quanto concerne la frequenza dell’uso delle suddette sostanze,

ricorre settimanalmente al consumo di cannabis – in compagnia di altri – il 60%;

da settimanalmente a mensilmente, il 65%

soltanto una volta il mese, il 72%.

 

Cannabis e cocaina: età dei consumatori, grado d’istruzione, attività lavorativa, salute

Ai consumatori di cannabis è stato chiesto, se, a seguito dell’epidemia COVID - 19, hanno adottato precauzioni per evitare il diffondersi di questa malattia contagiosa.

Il 19,9% ha risposto nel senso di tenere la distanza di un metro da altre persone,

il 24,1%, di consumare soltanto cannabis preparata da esso consumatore,

il 41%, di non usare una pipa già usata da altra persona.

E passiamo alla cocaina.

Il 94,9% non usa la mascherina, se consuma cocaina in presenza di altre persone,

l’81,1% osserva la distanza di un metro

e il 75,5% rifiuta di accettare cocaina offerta da altra persona, con la quale è in compagnia.

Sopra abbiamo accennato al fatto, che le persone, che hanno risposto alle domande, sono state più di 32.000, di cui:

11.000** erano residenti nella RFT

1.800 negli Stati Uniti d’America

1.500 in Francia

1.200 in Austria

1.000 in Svizzera

800 in Danimarca

400 in Romania

180 in Svezia.

** Vengono riportate cifre arrotondate .

Di coloro, che hanno risposto alle domande, il 29,7% era di età inferiore a 25 anni,

il 31,8% aveva tra i 25 e i 34 anni,

il 19,2% tra i 35 e i 44 anni,

il 19,3% era di età superiore ai 44 anni.

Il 62% erano maschi e il 34,2% femmine.

Lo 0,4% dei consumatori di sostanze stupefacenti, non aveva frequentato le scuole elementari,

l’1,9% aveva conseguito il diploma della scuola d’obbligo,

il 5,8% aveva terminato la scuola secondaria,

l’8,5% aveva conseguito la licenza di una scuola a indirizzo tecnico,

il 19,7% il diploma di un college o equipollente,

il 33,9% era classificato undergraduate degree”,

il 13,0% “postgraduate degree”.

Per quanto concerne l’attività lavorativa svolta dai consumatori,

il 50,9% aveva un lavoro a tempo pieno,

il 19,2% un lavoro part-time (inferiore alle 35 ore settimanali),

il 15,8% non lavorava,

il 7,4% era in cerca di un lavoro,

il 3% era in pensione,

il 2% inabile al lavoro.

Con riferimento allo stato di salute,

il 28,2% ha riferito di soffrire di depressioni,

il 21,6% di stati di ansia,

il 5,7% di stress post traumatici,

l’1,1% di psicosi.

Di coloro, che hanno risposto alle domande,

il 98,1% ha riferito di aver consumato sostanze alcoliche già prima del 2021,

il 74,5% cannabis,

il 44,9% MDMA,

il 39,7% cocaina,

il 36,1% amfetamine,

il 32,3% LSD,

il 21,7% chetamine,

l’8,2% metamfetamine.

 

Stupefacenti consumati nel 2021 e nel 2020

Con riferimento all’anno 2021, è risultato il seguente consumo di sostanze stupefacenti:

cannabis: 57,4%,

MDMA: 26,3%,

cocaina: 23,5%,

amfetamine: 20,1%,

LSD: 16,4%

chetamine: 13,7%

metamfetamine: 2,7%.

Il consumo di sostanze stupefacenti, nel 2020, è stato il seguente:

cannabis: 64,5%

MDMA: 37,6%

cocaina: 31 %

anfetamine: 24,7%

LSD: 21,0%

chetamine: 15,9%.

Quali sono gli Stati, nei quali i consumatori di cocaina adottano le maggiori precauzioni contro il diffondersi dell’epidemia COVI – 19? Sono il Brasile (59%) e la Svezia (58%).

Molto meno precauzioni sono state rilevate in Polonia (50%) e in Romania (44%).

Hanno dato le seguenti risposte i consumatori di cannabis:

  1. uso esclusivo terapeutico: 1,9%
  2. uso prevalentemente terapeutico, ma, in parte, anche per fini ricreativi: 7,2%
  3. uso saltuario per fini terapeutici, ma prevalentemente, per fini ricreativi: 25,3%
  4. uso esclusivamente a scopi ricreativi: 65,6%.

 

Assunzione di varie specie di sostanze stupefacenti

Alla domanda, se essi consumatori di cannabis fossero un giorno costretti a smettere il consumo di questa sostanza, si prospetterebbe per essi un problema, la maggior parte di essi ha dato risposta negativa.

Ha negato - il 72,1% dei consumatori – di avere difficoltà  di concentrazione o di memoria a seguito del consumo di cannabis.

Alla domanda, se i consumatori di droghe avessero “combinato varie specie di sostanze stupefacenti,

 il 68,4% non ha fornito risposta affermativa,

 il 7.8% ha ammesso il “mixing” con LSD o sostanze analoghe,

il 7,4% con DMT, il 15,7% con MDMA e

 il 12,2% con chetamine.

 Per quanto concerne gli effetti indesiderati derivati dal mixing LSD con altre sostanze psicoattive, il 70% ha negato qualsiasi effetto di questo genere. Analoga è stata la risposta con riferimento al “mixing di funghi allucinogeni con altre sostanze psicoattive (77,6%). Coloro, che hanno lamentato undesired effects” derivati dal “mixing”, hanno riferito, che, probabilmente, il dosaggio era stato troppo elevato (42.6%).

Il 36,8% dei “Befragten” ha affermato, che, nonostante gli effetti indesiderati, non ha smesso di procedere al mixing”, mentre il 40,5%, l’ha sospeso temporaneamente.

In che modo, i consumatori di stupefacenti, si sono procurate le sostanze droganti?

L’83% le ha acquistate da amici o conoscenti,

 il 47,1%, da venditori che conosceva,

 il 22,6 % da venditori sconosciuti,

 l’11,3% se le è procurate attraverso il “Darknet”.

 

Consumo di alcol: motivi, frequenza, rischio di dipendenza

27.000 persone, che hanno risposto alle domande, hanno affermato, di avere consumato alcol nel 2021. Il 35% era di sesso maschile e il 29% di sesso femminile.

Per quanto concerne la frequenza del consumo di sostanze alcoliche, sempre durante il 2021, in alcuni Stati, in Francia questo consumo è avvenuto durante 132 giorni; seguono:

la Nuova Zelanda (120 giorni)

l’Olanda (112)

l’Ungheria (109)

la Gran Bretagna e l’Austria (107)

la Svizzera (101)

la RFT (100)

gli Stati Uniti d’America (83).

I consumatori erano in prevalenza maschi, mentre la percentuale di consumatrici, è stata inferiore del 20% circa, fatta eccezione per la Gran Bretagna, nella quale, maschi (108) e femmine (108) si equivalevano per quanto concerne il consumo di sostanze alcoliche.

Coloro, che erano a basso rischio di alcol dipendenza, hanno dichiarato, di consumare alcol quando stanno insieme ad altre persone e per divertirsi (71%), a differenza di quelli a medio rischio dipendenza (79%).

Bere è, dunque, importante, quando si è in compagnia di altre persone. Questo lo ritiene:

l’86% degli abitanti della Finlandia,

l’82% di quelli della Romania,

l’80% di quelli dell’Olanda e della Danimarca,

il 64% di quelli della Nuova Zelanda e

il 69% di quelli del Messico.

È noto, che il ricorso all’alcol e alle sostanze alcoliche avviene, non di rado, per superare dispiaceri. In proposito, è stato rilevato, che il maggior numero di persone, che “si rifugiano” nell’alcol in situazioni del genere, sono residenti in Messico (86%), in Brasile (83%) e in Spagna (80%).

Francesi (59%) e Olandesi (67%) sono i meno propensi a superare difficoltà, ricorrendo all’alcol.

C’è anche, chi si rammarica di aver ecceduto nel consumo di alcol? Sí. Per eccesso nell’uso di alcol, s’intende, di avere bevuto tanto, da pregiudicare le facoltà fisiche e mentali, di aver difficoltà di equilibrio, rispettivamente, di parlare.

In quale Stato sono residenti le persone, che più spesso si sono ubriacate nel 2021?

Va menzionata anzitutto l’Australia: 26,7 volte l’anno,

seguita dalla Danimarca e dalla Finlandia: 23,8

dalla Francia: 17,5

dalla Svezia: 16,0

dall’Olanda: 15,7

dall’Ungheria: 15,1

dall’Austria: 14,3

dalla Svizzera: 12,4

dalla Spagna: 10,8

dalla RFT e dalla Romania: 10,6.

Per quanto concerne la differenza tra maschi e femmine, è da notare, che prevalgono gli uomini nell’eccedere nel consumo di alcolici. Vediamo i seguenti esempi:

Australia: M: 29,6 - F: 20,9

Gran Bretagna: M: 24,2 - F: 19,3

Francia: M: 19,3 - F: 14,5

Svezia: M: 16,7 - F: 16,0

Austria: M: 15,5 - F: 12,2

Svizzera: M: 15,2 - F: 8,1

RFT: M: 11,9 - F: 7,9

Romania: M: 11,7 - F: 10,0.

Non sono pochi poi coloro, che hanno manifestato rincrescimento per aver ecceduto nell’uso di sostanze alcoliche; la stessa cosa vale per gli stupefacenti.

Spiccano le persone residenti in Irlanda (28,4%),

seguono gli abitanti

della Polonia: 28,3%

della Nuova Zelanda: 27,4%

della Spagna: 26,7%

dell’Australia: 24,4%

della Gran Bretagna: 23,5%

degli Stati Uniti d’America: 22,0%

della Francia: 21,9%

della Svizzera: 20,9%

della RFT: 18,2%

dell’Austria: 17,7%.

Il fatto, che vi siano persone consapevoli dei loro eccessi (nel consumo di alcol e di stupefacenti), è certamente cosa lodevole. Tuttavia, ci sono – e ci saranno sempre - quelli (e quelle), che sentono il desiderio irrefrenabile, di ergersi a censori degli altri (e, quasi, ne fanno una professione), mentre, invece, farebbero bene, anzi benissimo, porre mano alla scopa per fare – pima – pulizia nel proprio ambiente. Sarà, forse, la coscienza non proprio limpidissima, a causare tanto fervore operativo?

Vi è poi una differenza notevole tra maschi e femmine, che si sentono “colpevoli” di aver alzato troppo il gomito; sono residenti:

in Irlanda: M: 25,2 - F: 36,7

nel Canada: M: 23,8 - F: 33,2

nella Nuova Zelanda: M. 24,6 - F: 31,5

in Finlandia: M: 14,1 - F: 22,3

in Danimarca: M: 16,2 - F: 20,0.

Il 49 % ha riferito che lo stato di alterazione era dovuto, oltre ad aver bevuto sostanze alcoliche, anche al fatto, di averle ingerite troppo in fretta.

 L’11%, per aver bevuto diversi tipi di sostanze alcoliche.

Il 7%, per aver, contestualmente, consumato (anche) sostanze stupefacenti.

VI  Alcol e stupefacenti – Ricoveri d’urgenza

Vediamo ora dati statistici relativi a coloro, che, nel 2021, a seguito dell’assunzione eccessiva di alcol o (anche) di sostanze stupefacenti, sono stati ricoverati d’urgenza in ospedale o in clinica.

L’1,2%, perchè aveva consumato alcolici,

lo 0,6% per effetto del consumo di cannabis,

l’1,0% a seguito dell’assunzione di cocaina (con prevalenza delle donne di età inferiore ai 25 anni – 1,5%),

Il 10% dei consumatori di eroina (con larga prevalenza dei maschi di età inferiore a 25 anni – 16,4%),

il 5,4% aveva consumato metamfetamine, di cui il 10,5% erano maschi di età inferiore ai 25 anni (16,4%) e il 13,3% donne di età inferiore ai 25 anni.

Dove sono state consumate le sostanze che hanno reso necessario il ricovero urgente?

Il 76,7% aveva consumato le sostanze a casa propria o in casa di amici; il 3,7% in occasione di partys e il 2,7% in qualche bar o club.

In che stato (emozionale) si trovavano le persone nel momento in cui hanno deciso di assumere le sostanze?

Il 28,9% si sentiva bene; il 18,0% molto bene; il 20,2% era di cattivo umore.