Food stylist e Opera d’arte

non si tratta di pura bellezza
dipinto di LUCIANO VENTRONE
dipinto di LUCIANO VENTRONE

Per chi non lo sapesse, il mio percorso professionale si è avvicinato da non molto tempo all’ambiente legato al food styling, la mia formazione è stata prevalentemente artistica, da prima presso l'Istituto d’Arte e a seguire all'Accademia delle Belle Arti di Bologna.

Pochi giorni fa mi è venuta a trovare un’amica e collega che in un momento di relax mi guarda e mi chiede: “...e dunque, con questa storia della cucina, cosa vogliamo fare?”

L’entusiasmo da lei dimostrato mi ha fatto riflettere. Il comporre, strutturare, scegliere una tonalità per un piatto può avvicinarsi a ciò che avviene in pittura e in arte?

                                                          

Cibo e Arte

Da sempre il cibo è presente nel linguaggio artistico. Dall’antichità sino ai giorni nostri è stato scolpito nel marmo, ritratto in fusioni in bronzo, dipinto su tele, ripreso nell’arte digitale e collocato in installazioni tridimensionali.

Ha assunto locazioni differenti, per diversi messaggi e scopi, ma una cosa non è mai cambiata: NULLA è mai stato dato per scontato.

natura

Michelangelo Merisi (detto il Caravaggio) lo conosciamo tutti e il cesto di frutta è una delle nature morte più utilizzate (ed abusate) per quanto riguarda la bell’arte italiana.

Ciascuno di noi in casa ha avuto un cesto o un contenitore con frutta fresca, ma sfido che anche solo una  delle composizioni fosse così ben bilanciata e accuratamente costruita.

Il cibo è qui trattato con attenzione alla composizione, valorizzazione delle cromie, gestione degli spazi e delle linee.

Vi ricorda qualche cosa?

Tutto ciò accade anche quando un food stylist si deve preoccupare di un piatto o un set.

Realizzare composizioni ottimizzazioni di piatti o alimenti, significa avere coscienza dell’immagine e della cultura della comunicazione visiva.

Ogni equilibrio, colore e posizione determina un messaggio.

 

Cibo e messaggi nascosti

Van Gogh

Nel 1885 Van Gogh dipinge il quadro “mangiatori di patate”. In questo caso immaginiamo che la composizione (in riferimento al solo alimento) non sarà così accuratamente studiata come nel caso di Caravaggio, ma la materia prima racconta una storia che va a rafforzare il messaggio del dipinto.

La patata era di fatto l’alimento povero con cui si nutrivano i ceti sociali inferiori. Alimentarsi e condividere tale alimento evidenzia la situazione di povertà della famiglia rappresentata.

Un alimento è scelto dunque anche per il suo significato. Usare un cibo piuttosto che un’altro denota conoscenza e riflessione in merito ai messaggi che stiamo trasmettendo.

Se ci pensiamo bene anche nella comunicazione contemporanea pubblicitaria, le scelte, se ben effettuate, giovano al messaggio.

cibo

In questo scatto estrapolato da digital-photography-school.com. possiamo notare come accuratamente ogni dettaglio valorizzi un linguaggio che va a raccontare una storia e a parlare ad un determinato target.

 

Paradosso: quando il food non è più tale, ma diviene altro

Potrei parlarvi di secoli di arte in cui alimenti di ogni genere sono stati rivelati in opere artistiche e mistificati a messaggi subliminali.

Da Paul Cézanne e il suo Canestro di mele...

Paul Cézanne e il suo Canestro di mele

...alla platealità del Bue Macellato di Rembrandt:

Rembrandt_Harmensz._van_Rijn

...che poi riscopriamo in Francis Bacon nel dipinto Figura con carne.

Figura con carne, 1954

Potremmo continuare sino all’esasperazione del “pasto non pasto” di Daniele Spoerri, artista coniatore del termine “eat art”, termine che non è sinonima dell’alta cucina degli chef, ma una riflessioni sui principi generali dell’alimentazione: “cosa è mangiabile in generale?”. Le sue opere sono collage e opere in cera o marzapane che rappresentano il cibo.

cibo

 

Bellezza e Efficienza

Per arrivare al dunque di questo nostro incontro...perchè parlare cibo in arte e in food styling?

In entrambi i “mezzi” il cibo viene studiato accuratamente per come può apparire ma anche in funzione a cosa deve dire e a chi.

Diviene dunque un mezzo di narrazione che va ben oltre la fotografia e la pittura, ma che solletica corde sensibili del nostro subconscio mentre nemmeno ce ne accorgiamo.

Spero di aver incuriosito chi decide di avvicinarsi al settore food, incoraggiandolo a studiare, ma spero anche che gli “imprenditori” in ascolto possano scegliere con accuratezza chi maneggia la loro comunicazione.