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Green Bond

Marina di Ravenna
Ph. Ermes Galli / Marina di Ravenna

Indice:

1. Che cosa sono i green bond?

2. I requisiti dei green bond

3. Il caso specifico di Intesa SanPaolo e di Unicredit

 

1. Che cosa sono i green bond?

I green bond o obbligazioni verdi sono obbligazioni la cui emissione è legata al finanziamento di progetti che avranno un impatto positivo sull’ambiente. I green bond, infatti, vengono emessi per svariate ragioni di sostenibilità ambientale: riqualificazione dell’acqua, smaltimento o differenziazione dei rifiuti, sfruttamento dell’energia elettrica.

Oggi queste obbligazioni hanno acquistato una rilevanza maggiore in conseguenza della forte attenzione al tema della protezione ambientale, infatti, basti pensare che già la nostra Costituzione all’articolo 2 riconosce tra i diritti inviolabili dell’uomo anche il diritto a vivere in un ambiente salubre. Rilevante, è anche un intervento della Corte Europea dei diritti dell’uomo, la quale nella sent. Lòpez Ostra c. Spagna riconosce la violazione dell’articolo 8 CEDU – tutela della libertà personale - da parte delle autorità spagnole sulla base del fatto che anche l’inquinamento può compromettere il benessere di una persona, privandola quindi del godimento del diritto alla riservatezza e della sua vita familiare anche se ciò non comporti pericoli per la salute.

In Italia, i green bond compaiono solo nel 2014 grazie alla multiutility emiliana Hera, seguita poi da Enel, Intesa SanPaolo e Ferrovie dello Stato.

 

2. I requisiti dei green bond

I green bond, per il loro particolare fine, si differenziano dalle altre obbligazioni in quanto la loro emissione richiede la presenza di specifici requisiti. Quattro sono le linee guida internazionali fornite dall’ ICMA – International Capital Market Association:

  1. chiarezza nell’identificazione e destinazione dei proventi: i proventi devono essere destinati a progetti relativi a tematiche ambientali quali: efficienza energetica, energia da fonti rinnovabili, trattamento dei rifiuti, prevenzione dell’inquinamento, uso sostenibile dei terreni e/o delle acque, trasporti ecologici ed edilizia eco – compatibile.
  2. processo di valutazione e selezione del progetto: occorre definire gli obiettivi ambientali, la sostenibilità del progetto e le eventuali cause di esclusione.
  3. gestione dei proventi: bisogna riconoscere massima trasparenza nella comunicazione della gestione dei proventi.
  4. reporting: report periodici agli investitori sull’aggiornamento dello status di avanzamento dei progetti – Second Opinion.

Gli esperti della Commissione europea hanno, più recentemente, elaborato degli standard ad hoc per gli EU green bond. Si parla, infatti, di EU green bond standard, i quali a differenza degli standard fissati dall’ICMA, stabiliscono la presenza di un albo di certificatori: chi fornisce la second opinion dovrà essere iscritto a un elenco che sarà gestito dall’ESMA, l’authority che regolamenta i mercati finanziari europei.

 

3. Il caso specifico di Intesa SanPaolo e di Unicredit

Intesa SanPaolo è la prima banca italiana ad emettere green bond: nel 2017 la banca ha investito ben 500 milioni di euro con l’obiettivo di finanziare progetti dedicati alle energie rinnovabili e all’efficienza energetica. Il titolo di Intesa SanPaolo ha una validità di cinque anni e la banca traccerà annualmente i progressi dei progetti realizzati attraverso un Green Bond Report. A giugno 2020, facendo seguito a questo impegno, Intesa SanPaolo ha pubblicato il Green Bond Report sull'uso dei proventi e sui relativi benefici ambientali: dall'analisi emerge che il 60,5% dei proventi è stato destinato al fotovoltaico, il 13,3% all’eolico, il 15,1% alle bioenergie, il 9,3% all’idroelettrico e l’1,8% all’efficienza energetica.

Nel 2019, Intesa SanPaolo investe sul Sustainability Bond con un focus sulla circular economy cioè un sistema economico pensato per potersi rigenerare da solo garantendo dunque anche la sua ecosostenibilità. Dal report emerge che al 31 ottobre 2020 i progetti sono stati destinati per il 36,9% a processi produttivi alimentati da fonti rinnovabili o risorse riciclate e/o prodotti da esse derivati, il 32,7% allo sviluppo di prodotti e/o servizi che aumentano significativamente l’efficacia e l’efficienza nel consumo delle risorse, all’interno dell’azienda o della sua catena di fornitura, il 12,5% a soluzioni che estendono il ciclo di vita dei prodotti e/o dei materiali, il 12,3% a tecnologie innovative che promuovono il modello di economia circolare e il 5,6% alla progettazione e/o realizzazione di prodotti che possono essere interamente riciclati o compostati all’interno di un processo efficiente di raccolta, separazione e riciclaggio dopo l’uso.

Oggi, la pandemia ha rafforzato la domanda di investimenti legati alla tutela dell’ambiente e alle sue fonti sostenibili. Intesa Sanpaolo ha, infatti, collocato un terzo green bond per un valore di 1,25 miliardi di euro.

Nella sua nuova Green, Social and Sustainability Bond Framework, del 5 marzo 2021, Intesa SanPaolo ha chiarito che la maggior parte dei finanziamenti erogati vengono concessi per operazioni su:

  1. fonti rinnovabili con l’obiettivo di ridurre il riscaldamento globale, di salvaguardare la salute e di ridurre i costi.
  2. progetti di efficienza energetica con l’obiettivo di utilizzare meno energia per fornire lo stesso servizio, in modo da ridurre anche i costi che il privato e l’azienda devono sostenere per l’utilizzazione e l’erogazione del servizio stesso.
  3. green buildings progettati in modo tale da ridurre l’impatto complessivo sull’ambiente e la salute dell’uomo.
  4. environmentally sustainable management of living natural resources an land-use, biodiversity con l’obiettivo di investire su tutte quelle pratiche agricole che grazie ai naturali cambiamenti climatici garantiscono non solo la tutela dell’ambiente ma forniscono anche cibo biologico, toccasana per il nostro organismo.

Sull’esempio di Intesa Sanpaolo anche la banca Unicredit nel 2020 ha sottoscritto un prestito obbligazionario da 5 milioni di euro emesso, tramite la controllata AEA srl, dall'impresa marchigiana Loccioni. Si tratta del primo minibond sostenibile, con finalità green e social insieme, emesso in Italia da una società industriale.

Come ha chiarito lo stesso Loccioni gli investimenti riguardano la realizzazione di laboratori di innovazione sostenibile in campo ambientale, sociale, economico. Loccioni ha individuato alcuni progetti green e social sui quali concentrare gli investimenti: il progetto Leaf Community prevede la realizzazione di abitazioni residenziali a zero emissioni di CO2, la produzione e l'accumulo di energia rinnovabile dal sole, dall'acqua e dalla terra, con la gestione ed ottimizzazione dei flussi energetici. Inoltre è prevista la realizzazione di nuovi laboratori, Nomadic Labs, destinati al collaudo dei nuovi componenti dell'auto elettrica.