x

x

Homo Googlis

Homo Googlis
Homo Googlis
Homo Googlis - Gianni Dell'Aiuto

Homo Googlis - Gianni Dell'Aiuto

In principio era un enorme spazio informe;

poi Bill Gates creò il sistema per muoversi al suo interno;

successivamente Sergey brin e Larry Page insegnarono all’Homo Sapiens come potevano usarlo;

infine, Mark Zuckerberg li fece connettere.

E fu l’Homo Googlis!”

Inizia così l’ultimo libro di Gianni Dell’Aiuto (Homo Googlis, edizioni Efesto), un collega di Roma, che ho la fortuna di conoscere da sempre potrei dire o meglio da quando abbiamo iniziato entrambi a scarpinare per le aule del tribunale di Roma.

Ci unisce, oltre il lavoro, la medesima curiosità per il Mondo che ci circonda oltre l’ironia che ci permette di sopravvivere nel microcosmo Giustizia.

Con questo pamphlet Gianni riesce, da par suo, a raccontarci quanto siamo cambiati nella nostra vita: “Comunicare, lavorare, interagire, informarsi, socializzare, svolgere le normali attività quotidiane, dalla spesa al pagare una bolletta fino a rimorchiare una ragazza”.

Il cambiamento non è solo nelle mille possibili varianti di una esistenza ma è nel più profondo animo: “L’Homo Googlis è il vero tuttologo per eccellenza e, come tale, si sente in dovere di rendere edotta l’umanità intera della sua scienza e, avendo a disposizione uno strumento più efficace della voce e una platea più vasta del bar, non perderà di certo l’occasione. Via libera quindi all’uso dei social che danno ampio spazio non solo alla libertà di parola, ma ancor più a quello di replica, di insulto, di bloccare l’antagonista o segnalarlo al gestore; questi Homini Googlis possono addirittura circondarsi di ascoltatori adoranti e avere l’illusione dell’ultima parola. Per loro la gloria massima è quella di essere admin di un gruppo Facebook per esercitare il diritto di vita e di morte sotto forma di un ignominioso definitivo ban.

Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per permettere all’Homo Googlis di praticare lo sport preferito degli italiani che non è il calcio, bensì la briscola in cinque”.

Avete capito lo spirito? Il libro si legge tutto di un fiato e si passa da informazioni “seriose” a passaggi esilaranti, dove non si riescono a trattenere delle risate.

Una menzione a parte meritano le nuove patologie dell’Homo Googlis:

Internet Addiction (IAD),

uso eccessivo del computer associato a perdita della cognizione del tempo,

la No Mobile Fobia (Nomofobia), che è la paura di rimanere senza connessione, 

la Fear of Missing Out (FOMO), che è la paura di perdersi qualcosa ed essere tagliati fuori.

Concludiamo con un’altra patologia sorta all’epoca della rivoluzione digitale e che sembra affligga solo “la Donna Googlis: è la dismorfia da Snapchat. Potevamo mai immaginare che qualcuno diventasse talmente ossessionato dalla propria immagine modificata sui social fino al punto di ricorrere addirittura alla chirurgia plastica per assomigliarvi?

Esistono una quantità incredibile di app che modificano l’aspetto di una persona fino a renderlo perfetto ai propri occhi, eliminando difetti e migliorando i particolari. Il numero di like, commenti e condivisioni determina il gradimento da parte degli altri; il consenso del pubblico che ciascuno si è costruito, l’accettazione di un’immagine costruita ad uso e consumo della rete”.

Il virtuale è oramai reale e viceversa.

Ci stiamo spingendo sempre più in là da rendere palpabile il pensiero Andy Warhol: “Ignoro dove l’artificiale finisca e cominci il reale.