x

x

Il giovane Spadolini e gli articoli per la rivista Augustea

Giovanni Spadolini
Giovanni Spadolini

Senza alcun intento fustigatorio, dedichiamo attenzione al Ventennio e agli entusiasmi che destò in milioni di italiani. Senza la retorica antifascista, per la quale tutto ciò che ha riguardato il pediodo mussoliniano è sbagliato, insensato, illogico. Cerchiamo di comprendere cosa ha spinto gli italiani a far quadrato, con poche eccezioni, ad una dittatura che ha scandito la vita dalla culla alla maggiore età della folla che inneggiava al Duce.

Teniamo conto che finita la guerra gli intenti epurativi, si scontrarono con la necessità di mandare avanti una nazione devastata dalle fondamenta. Gli insegnati, i magistrati, gli avvocati, il pubblico impiego e la burocrazia, le forze dell’ordine, gli industriali e le corporazioni degli artigiani e commercianti tutte erano state disciplinate a far proprie le idee fasciste.

L’epurazione avrebbe impedito qualsiasi possibile ricostruzione e Togliatti si fa portavoce della necessità dell’amnistia.

Giordano Bruno Guerri, scrive :” I partigiani erano appena 1500 nel settembre del 1943, non più di 30.000 nella primavera del 1944 e almento il doppio in estate, quando la liberazione di Roma e di Firenze fece prevedere una rapida vittoria degli alleati: diventeranno 250.000 al 25 aprile 1945 e milioni a guerra finita. Per lo più rano renitenti alla leva, anche se la maggior parte dei renitenti si nascosero, senza scegliere l’uno o l’altro schieramento”.

Dunque, quasi tutti fascisti eppoi quasi tutti attendisti e pochi partigiani. Perché non dirlo ed invece “costruirsi” un manto “resistenziale o da dissidente politico”?

Questa è la questione.

Tra i tanti giovani cresciuti in un clima di metodico indottrinamento troviamo Eugenio Scalfari e Giovanni Spadolini che collaborarono attivamente in riviste di regime. Tale parentesi della loro vita è stata volutamente taciuta e occultata e qualche volta mistificata.

 

La disinformazione ha mille volti. Tra questi c’è l’occultamento delle fonti biografiche relative al Ventennio fascista.

Un modo come un altro per alterare la storia e creare una sorta di “verginità democratica” ai tanti Padri della Patria.

Ricordare a certi smemorati i loro slanci agiografici per il passato regime fascista non è una polemica sterile, ma un atto necessario nei confronti di chi vuol far credere agli italiani che sotto il regime antico fossero tutti dei “resistenti”.

Scriveva Indro Montanelli che: Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente”.

In questa ottica segnaliamo che Giovanni Spadolini, indicato dalle biografie come “Padre della Patria e Garante delle Istituzioni”, ha un fecondo passato di sostenitore dell’Asse e partecipò con entusiasmo alle iniziative culturali della Repubblica Sociale Italiana, con i suoi scritti nella rivista fiorentina Italia e Civiltà nel 1944.

Come mai questo trascorso è sistematicamente censurato?

Nella specie, si segnala che la Camera dei deputati ha provveduto a pubblicare un “Catalogo bibliografico dei periodici del periodo fascista 1922-1945” custoditi nella magnifica biblioteca di Montecitorio di via del Seminario.

Nella prefazione del catalogo si legge: “Questa bibliografia nasce da un intento di documentazione intorno alle pubblicazioni periodiche edite sotto il regime fascista, pubblicizzando e rendendo in tal modo più accessibile l’abbondante materiale posseduto dalla biblioteca della Camera dei deputati, materiale che fortunatamente non è andato soggetto alle sottrazioni e distruzioni dell’immediato dopoguerra si sono verificate a danno di collezioni pubbliche o private. La bibliografia intende allo stesso tempo inserirsi nel dibattito in corso sulla cultura fascista, illustrando, attraverso dati bibliografici dettagliati la vita di alcune centinaia di periodici, segnalando le maggiori opere ad essi dedicate e fornendo per alcuni di essi una piccola antologia di giudizi, selezionati nella maniera più obiettiva possibile”.

Ma gli intenti di documentazione e obiettività sono disattesi come ho avuto modo di appurare direttamente.

Scorrendo le pagine del catalogo si riscontrano preoccupanti “vuoti”.

Ad esempio, nella rivista Augustea, diretta e fondata da Franco Ciarlantini, tra i tanti collaboratori – Alberto Moravia, Fidia Gambetti, Marcello Venturoli ecc. – non compare il prestigioso nome di Giovanni Spadolini.

Una grave omissione, non includere “un Garante delle istituzioni” che il 15 gennaio del 1942 in un significativo articolo vaticinava su Augustea: “L’ora della nuova Europa è suonata”, e “Sarà, sotto l’egida dell’Asse, invincibile, la nuova Europa del Diritto, della Giustizia, della Libertà, dell’Amore. L’Europa dell’Avvenire…Solo con la solidarietà e la fraternità fra i diversi popoli si può realizzare un ordine duraturo e fecondo; che è poi l’obiettivo di quel blocco di Paesi che fa capo al Patto Tripartito fra Italia, Germania e Giappone”.

La lacuna nel catalogo appare grave come è sorprendente l’assenza ad ogni richiamo alla rivista Italia e Civiltà posseduta dalla biblioteca.

Giovanni Spadolini, collaborò con impegno ed entusiasmo al gruppo fiorentino di Italia e Civiltà, l’organo di stampa che Ardengo Soffici e Barna Occhini, dirigevano nello spirito delle rivendicazioni di Salò, il giovane Spadolini impegnò tutto se stesso nella difesa del fascismo e di Mussolini, contrastando gli assunti e le iniziative delle formazioni resistenziali.

La collaborazione di Spadolini al settimanale ebbe inizio fin dal secondo numero del 15 gennaio del 1944, con un vistoso articolo intitolato “Responsabilità”, e proseguì nei mesi successivi con la stesura di altri 6 articoli, la cui lettura riserva tante amare verità celate ai più.

Sulle pagine della rivista fiorentina, nell’articolo “Politica d’orgoglio”, Spadolini esortava gli italiani aderenti alla R.S.I. a non rinunciare alla vittoria, a continuare a credere nei miti che avevano sostanziato l’ancora aperta storia del fascismo.

Inutile dire che queste fervide convinzioni di Spadolini, appena qualche mese dopo, quando Firenze fu raggiunta dagli Alleati, si dissolsero nel nulla.

Come nel nulla della storiografia italiana sono svaniti gli articoli di Spadolini, che sono accessibili agli uomini di buona volontà che seguono la ricerca e la facoltà di critica.

Concludo, con un pensiero di Leonardo Sciascia: “I devoti di ogni devozione, son tanti; e sempre pronti ad accendere il fuoco sotto chi non si conforma alla loro devozione; gli increduli coloro che su ogni cosa esercitano la facoltà di critica, che nulla accettano se non per vaglio di ragione, sono pochi e non tollerati”.