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La giornata mondiale della poesia con Andrea Zanzotto

100 anni fa nasceva Andrea Zanzotto, tra i maggiori poeti italiani del Novecento
Andrea Zanzotto
Andrea Zanzotto

Ieri, 21 marzo 2021, non solo primo giorno di una primavera mai attesa come quest’anno, ma anche la giornata mondiale della poesia.

Abbiamo pensato di celebrarla anche noi, ma facendolo il giorno dopo, quando il clamore è scemato, perché pensiamo che la poesia abbia bisogno di silenzio, di tranquillità, di raccoglimento.

Lo facciamo con un lavoro di uno dei più grandi poeti italiani, Andrea Zanzotto, veneto di Pieve di Soligo (Treviso), del quale, proprio quest’anno il 10 ottobre, ricorrono i cent’anni dalla nascita.

Una occasione doppia, dunque, per festeggiare sottovoce, per ripensare al nostro interno ai versi di questa magnifica poesia, “Al mondo”, il cui la bellezza si coniuga con lo stupore, in cui la meraviglia fa rima con ironia.

Una sorta di invocazione che scaturisce dal bisogno di reagire alla disgregazione della società contemporanea, sempre più alienata e annichilita. Proprio il riferimento al barone di Münchhausen, che si “liberò dalla palude tirandosi per i capelli”, inserita nel testo dal poeta, mostra tutta la consapevolezza ironica e autoironica di Zanzotto che, pur conscio della propria crisi, riafferma la propria volontà di sottrarsi al labirinto opprimente entro cui si trova.

Buona poesia a tutti, perché la vita non è altro che una rima.

Al mondo

di Andrea Zanzotto

Mondo, sii, e buono;
esisti buonamente,
fa’ che, cerca di, tendi a, dimmi tutto,
ed ecco che io ribaltavo eludevo
e ogni inclusione era fattiva
non meno che ogni esclusione;
su bravo, esisti,
non accartocciarti in te stesso in me stesso.

Io pensavo che il mondo così concepito
con questo super-cadere super-morire

il mondo così fatturato
fosse soltanto un io male sbozzolato
fossi io indigesto male fantasticante
male fantasticato mal pagato
e non tu, bello, non tu «santo» e «santificato»
un po’ più in là, da lato, da lato.

Fa’ di (ex-de-ob etc.)-sistere
e oltre tutte le preposizioni note e ignote,
abbi qualche chance,
fa’ buonamente un po’;
il congegno abbia gioco.
Su, bello, su.

Andrea Zanzotto, “La beltà”, Mondadori, 1968