La Prefettura vieta ad un “buttafuori” di lavorare e il TAR Bologna gli dà ragione
La vicenda traeva origine dal rigetto dell’istanza di rinnovo dell’iscrizione nell’apposito elenco prefettizio del personale addetto al controllo delle attività di intrattenimento e spettacolo, avanzata da un salentino per il tramite della Società bolognese per cui presta servizio in tutta Italia come “buttafuori”.
Per la Prefettura di Bologna il diniego trovava fondamento nel fatto che a seguito di un servizio di controllo del territorio l’interessato veniva trovato in compagnia di un personaggio pregiudicato.
Il salentino ha dovuto così proporre ricorso al TAR Bologna, competente per territorio, rilevando come non fosse possibile che per un singolo e casuale incontro con un pregiudicato l’amministrazione potesse negare il rinnovo di iscrizione asserendo il venir meno del requisito della buona condotta, previsto dalla legge come condizione essenziale ai fini della suddetta iscrizione.
Con ordinanza depositata il 28 febbraio 2019, la I Sezione del TAR Emiliano (Pres. Di Nunzio e Rel. Giovannini) ha accolto le ragioni del ricorrente.
In particolare, per il TAR bolognese “il provvedimento impugnato non spiega le ragioni in base alle quali un unico episodio accertato di frequentazione del ricorrente con soggetto avente precedenti penali, sia stato ritenuto sufficiente, dall’Amministrazione procedente, per adottare il gravato diniego, comportante, per l’interessato, l’impossibilità di proseguire l’attività lavorativa oggetto dell’autorizzazione medesima”.
Il Giudice Amministrativo ha quindi accolto l’istanza cautelare presentata dal ricorrente e, per l’effetto, ha sospeso l’esecuzione del provvedimento impugnato, al fine del riesame dell’istanza da parte dell’Amministrazione procedente, alla luce delle suesposte considerazioni fissando l’udienza pubblica di discussione del merito del ricorso.