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Via libera alle vaccinazioni anti Covid in azienda. L’adesione dei lavoratori alla somministrazione sarà volontaria

Chiacchierando con le api, Rovigo, 21 marzo 2021
Ph. Francesca Russo / Chiacchierando con le api, Rovigo, 21 marzo 2021

Firmato il 6 aprile scorso il Protocollo tra Governo, aziende e sindacati che permetterà la realizzazione dei piani aziendali finalizzati all’attivazione di punti straordinari di vaccinazione anti Covid-19 nei luoghi di lavoro.

Le Parti sociali, sin dall’inizio della pandemia, hanno condiviso l’obiettivo di favorire l’applicazione e l’efficacia delle misure di contrasto e di contenimento della diffusione del virus negli ambienti di lavoro, così da coniugare la prosecuzione delle attività commerciali e produttive con la garanzia di adeguate condizioni di salubrità e sicurezza, adottando, su invito del Governo, Protocolli condivisi per la regolamentazione e l’attuazione di tali misure, sviluppati anche con il contributo tecnico-scientifico dell’INAIL.

Quest’ultima, proprio nella giornata di ieri, ha comunicato sul proprio sito l’avvenuta sottoscrizione del Protocollo nazionale, che consentirà, ai dipendenti delle aziende di ricevere la somministrazione del vaccino.

La somministrazione riguarderà tutti i lavoratori interessati, con qualsiasi tipologia di contratto, e potrà avvenire in azienda, presso strutture sanitarie private e nei casi previsti in quelle dell’INAIL.

Vediamo nel dettaglio cosa prevede il Protocollo.

 

I compiti del datore di lavoro e del medico competente. 

Il nuovo Protocollo precisa che le vaccinazioni potranno essere somministrate a tutti i dipendenti interessati che aderiranno su base volontaria alla somministrazione, rimessa, questa, esclusivamente alla singola lavoratrice e al singolo lavoratore, evitando, altresì, ogni forma di discriminazione delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti.

Oltre ai dipendenti, anche le aziende hanno la possibilità di aderire volontariamente alla somministrazione dei vaccini.

All’atto della presentazione del piano di vaccinazione aziendale, il datore di lavoro dovrà specificare il numero di vaccini richiesti, in modo da consentire all’azienda sanitaria di riferimento la necessaria programmazione dell’attività di distribuzione.

Il medico competente è tenuto a fornire ai lavoratori adeguate informazioni sui vantaggi e sui rischi connessi alla vaccinazione e sulla specifica tipologia di vaccino, assicurando allo stesso tempo l’acquisizione del consenso informato dei soggetti interessati, il previsto triage preventivo relativo al loro stato di salute, la tutela della riservatezza dei dati e la registrazione delle vaccinazioni eseguite.

I datori di lavoro che non sono tenuti alla nomina del medico competente ovvero non possano fare ricorso a strutture sanitarie private, possono avvalersi delle strutture sanitarie dell’INAIL. In questo caso, trattandosi di iniziativa vaccinale pubblica, gli oneri restano a carico dell’INAIL.

In questi casi il datore di lavoro direttamente, ovvero attraverso il medico competente, dovrà comunicare alla struttura sanitaria privata o alla struttura territoriale dell’INAIL il numero complessivo di lavoratrici e lavoratori che hanno manifestato l’intenzione di ricevere il vaccino.

 

Dosi messe a disposizione dai Servizi sanitari regionali e costi di gestione a carico del datore di lavoro. 

La somministrazione del vaccino dovrà avvenire in locali idonei ed è riservata a operatori sanitari in grado di garantire il pieno rispetto delle prescrizioni adottate per tale finalità e in possesso di adeguata formazione per la vaccinazione anti Covid-19.

I costi per la realizzazione e la gestione dei piani aziendali sono interamente a carico del datore di lavoro, mentre la fornitura dei vaccini, dei dispositivi per la somministrazione (siringhe e aghi) e degli strumenti formativi e per la registrazione delle vaccinazioni eseguite è assicurata dal Servizio sanitario regionale competente per territorio.

 

Corso di formazione per il personale sanitario coinvolto. 

La piattaforma dell’Istituto superiore di sanità mette a disposizioni di medici competenti e di personale sanitario e di supporto coinvolto nelle vaccinazioni un corso di formazione specifico realizzato anche con il coinvolgimento dell’INAIL, che contribuirà, in collaborazione con i Ministeri della Salute e del Lavoro, alla predisposizione di materiale informativo destinato ai datori di lavoro, ai lavoratori e alle figure della prevenzione.


Smart working e ferie arretrate e ammortizzatori sociali per i lavoratori. 

L’INAIL ha precisato nella sua comunicazione che è, comunque, opportuno incentivare, anche nella fase di progressiva ripresa delle attività, lo smart working per le mansioni che possono essere svolte da remoto, in quanto utile strumento di prevenzione, ferma restando la necessità di garantire adeguate condizioni di supporto al lavoratore (assistenza nell’uso delle apparecchiature, modulazione dei tempi di lavoro e delle pause).

Per le attività in presenza devono essere limitati al massimo gli spostamenti all’interno dei siti e contingentato l’accesso agli spazi comuni, anche attraverso un piano di turnazione che punti a diminuire il più possibile i contatti.

Può inoltre rappresentare un’ulteriore alternativa al lavoro in presenza, secondo l’INAIL, il ricorso agli ammortizzatori sociali, alle ferie arretrate e ai congedi retribuiti può inoltre rappresentare un’ulteriore alternativa al lavoro in presenza.