Omesso versamento IVA: proposta di legge per cause di esclusione della punibilità
È stata presentata di recente una proposta di legge per la modifica del reato di omesso versamento dell’IVA che, apportando modifiche agli articoli 10-bis e 10-ter del decreto legislativo n. 74 del 2000, introduce una causa di esclusione della punibilità per le condotte derivanti dalla crisi di liquidità e dalle conseguenti scelte dell’imprenditore, al fine di riconoscere, quale presupposto per l’incriminazione, la finalità di evadere l’obbligazione tributaria.
Secondo quanto si legge nella proposta, «l’intervento normativo auspicato – di perimetrazione delle fattispecie penalmente rilevanti alle condotte deliberatamente orientate all’evasione fiscale – avrebbe il pregio, da un lato, di riportare in sede legislativa una disciplina, oggi, di derivazione per lo più pretoria, almeno nei richiamati aspetti più salienti, dall’altro, di collocare definitivamente al di fuori dell’ambito della punibilità le due categorie della totale impossibilità di adempiere le obbligazioni erariali per incolpevole assenza di liquidità, sinora maldestramente ancorato al caso fortuito, e – al precipuo fine della continuità aziendale – della preferenza nel pagamento dei fattori produttivi, collegato in modo precario alla forza maggiore ed allo stato di necessità».
L’iniziativa è frutto di un filone di approfondimento giuridico seguito, nell’ambito dell’attività professionale, dall’avvocato Marcello Consiglio e dalla dottoressa Mariangela Cirrincione, curatori della rubrica di Filodiritto Oltre la crisi con approfondimenti su visioni e proposte oltre la crisi d’impresa, attraverso l’analisi della giurisprudenza e della legislazione, in una prospettiva di riforma.
Il focus di studio verte sui reati fallimentari, tributari e societari con particolare riguardo al tema del disvalore penale della scelta economica, in tempo di crisi, da considerarsi, in senso etimologico, come il momento della decisione costruttiva, in un momento storico ove risulta cruciale un’attenta analisi dei rapporti tra diritto ed economia, in un’ottica di virtuosa discontinuità interpretativa e normativa.
Il tema dell’adeguatezza della risposta penale, in un contesto di crisi d’impresa, è stato così esaminato in relazione ai reati di omesso versamento IVA, di omesso versamento delle ritenute INPS, in materia di bancarotta preferenziale e di operazioni infragruppo, in un’ottica trasversale volta a percorrere quel filo rosso che lega alcune pronunce della Cassazione: le condotte astrattamente inquadrabili in una fattispecie penaltributaria o penalfallimentare, a certe condizioni, possono essere rilette in una chiave di liceità, se finalizzate a garantire la continuità aziendale
La linea di ricerca, dunque, evidenzia come siano non più procrastinabili, a maggior ragione in questo particolare tornante critico della storia, iniziative legislative volte a superare la costante e, talora, contrastante supplenza giurisprudenziale, garantendo certezze normative agli operatori economici.
Alla luce delle criticità rilevata e degli approfondimenti è nato l’input per una progetto di riforma, oggetto, peraltro, di un contributo ad una pubblicazione dell’Osservatorio Reati Tributari a cura di Sergio Schlitzer, con prefazione di Giuseppe Iannaccone.
La prospettiva di riforma è stata presto raccolta dalla deputata Carolina Varchi, avvocato e componente della II Commissione Giustizia e trasfusa, appunto, nella proposta di legge n. 3024, recante “Modifiche agli articoli 10-bis e 10-ter del decreto legislativo 10 marzo 2000, n. 74, in materia di causa di non punibilità per i reati di omesso versamento di ritenute dovute o certificate o dell’imposta sul valore aggiunto dovuta in base alla certificazione annuale”. La stessa, presentata il 16 aprile 2021 ed annunziata il 19 aprile 2021, è stata sottoscritta altresì dai deputati Albano, Butti, Ciaburro, Deidda, De Toma, Galantino, Lucaselli, Maschio, Prisco, Silvestroni, Vinci.