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Ray Bradbury, lo scrittore di fantascienza che non credeva nel futuro

Un autore grande e curioso, che non ha mai preso la patente e odiava Internet e gli e-book
Ray Bradbury
Ray Bradbury

Ray Bradbury (1920 - 2012) è stato un grande scrittore americano, eccellente nel genere fantascientifico, fantastico e futuribile, con romanzi e racconti per i quali è rimasto celebre, come “Fahreneith 451”, “Cronache marziane” e “Il popolo dell’autunno”.

Nonostante la sua proiezione narrativa verso la fantasia, il futuro e le tecnologie, la sua vita è stata più o meno l’esatto contrario delle sue intuizioni.

Ray Bradbury non ha mai preso la patente

Il motivo è da ricondursi al fatto che a 16 anni assistette ad un tragico incidente d’auto e rimase talmente traumatizzato da non volere mettersi alla guida di un autoveicolo, che considerava un mezzo pericoloso per chiunque.

Non amava nemmeno gli arei, che evitava accuratamente di prendere.

Ray Bradbury era contrario all’edizione digitale delle sue opere, perché considerava il libro cartaceo l’unica forma giusta di divulgazione per un romanzo.

Ha resistito fino al 2001, quando a 90 anni suonati ha acconsentito alla pubblicazione in formato elettronico del suo romanzo “Fahrenheit 451”, sostenendo però di preferire il formato cartaceo.

Ray Bradbury odiava i computer e non sopportava Internet, che riteneva uno strumento inutile e potenzialmente molto pericoloso.

Anche il suo nome e cognome, Ray Bradbury, come accaduto anche ad altri grandi scrittori, è stato utilizzato per attribuire nomi a oggetti nello spazio:
“Dandelion Crater”, attribuito durante la spedizione dell’Apollo 15 per chiamare un cratere lunare; “9766 Bradbury” per identificare un asteroide, mentre la NASA ha chiamato “Bradbury Landing” il terreno del pianeta Marte sul quale si è posato la sonda Curiosity.

Il romanzo più celebre di Ray Bradbury è senz’altro il già citato “Fahrenheit 451”, il cui titolo sta ad indicare la temperatura (232 gradi celsius) alla quale la carta prende fuoco spontaneamente, senza necessità di essere esposta al fuoco.

Per scriverlo impiegò soltanto 9 giorni, un record assoluto per un romanzo così innovativo e complesso.

Al contempo, però, ha bilanciato le cose con la scrittura di “Ritornati dalla polvere”, una raccolta di racconta per terminare la quale ha impiegato 55 anni buoni.

Insomma, Ray Bradbury è stato un grande narratore, lo scrittore delle contraddizioni. Uno che parlava di futuro senza crederci troppo e diffidando delle innovazioni del suo tempo.

A questa pagina trovate una suo biografia dettagliata.