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Referendum no green pass: le ragioni di Sceusa

Parla Paolo Sceusa, tra i garanti del Referendum no green pass
Paolo Sceusa
Paolo Sceusa

Referendum no green pass: il parere di Paolo Sceusa

Referendum no green pass: il direttore di Filodiritto, Antonio Zama, intervista Paolo Sceusa, docente, presidente emerito di sezione della Corte di Cassazione e fondatore della Scuola superiore di diritto e protezione dei minori, sostenitore del Referendum e membro .del Comitato dei Garanti
 

  1. Abbiamo notato la Sua grande attività nella divulgazione delle ragioni che La pongono contro il green pass. A cui si è recentemente aggiunta la Sua attiva adesione alla proposta di Referendum no green pass, divenendo anche garante del Comitato Promotore. Ci può spiegare i motivi principali che l’hanno portata a prendere una posizione così forte e decisa?

Le ragioni le ho spiegate “a contrario” in un video “sportivo”che ho postato su YouTube, dove ho replicato agli argomenti dei “dissuasori seriali” che si sono subito scatenati sui social. In sintesi: si tratta di un tentativo, che per ragioni tecniche non si poteva assolutamente procrastinare, mirato a far trovare un referendum abrogativo del greenpass bello pronto da firmare a marzo 2022 (o giù di lì), a quella massa crescente già ora di siringati pentiti, che per allora potrebbero essere in quantità sufficiente al quorum e alla prevalenza del SÌ all’abrogazione.

Io me la prendo contro la normativa governativa che ha introdotto e sta estendendo sempre di più il greenpass, perché la considero finalizzata alla coartazione a vaccinarsi di tutti quelli che, per legittima scelta non vogliono farlo, o non vogliono più continuare a farlo, sottoponendoli a una quantità di limitazioni ai loro diritti umani (non solo costituzionali), assolutamente inedita e ingiustificata sotto moltissimi profili giuridici e pertanto illegittima.

Data l’inerzia della magistratura nel sollevare queste questioni innanzi ai giudici delle leggi (interni ed europei), a questo referendum non c’è alternativa.

Sono consapevole, naturalmente, che se si dovessero raccogliere le firme sufficienti a passare alle fasi successive (legittimità e ammissibilità), altri nodi ostacolanti ad arrivare finalmente al voto verrebbero al pettine, perché si tratta di questioni giuridiche in parte inedite. Ma anche la quantità di ricorsi alla magistratura contro le singole applicazioni di quelle norme si sta infrangendo sulla scogliera dei rigetti, che sono, per ora, assolutamente prevalenti.

E allora, che fa? Smettiamo pure di fare cause,

  1. Ritiene che l’eccesso di proposte referendarie presenti in questo periodo rischi di soffocare quella sul “no green pass”?

Le proposte si addensano tutte adesso proprio perché i termini legali per promuovere qualunque referendum scadono ora e se no se ne parla nel 2024.

Ciò detto, i referendum non sono tutti uguali, per oggetto.

Spero che le persone siano ancora in grado di riconoscere, tra i vari referendum, quelli che toccano norme che riguardano direttamente tutti, come appunto i siringati che non intendono più continuare a porgere il braccio all’infinito, visto che sia l’efficacia che la sicurezza dei vaccini stanno mostrando falle che sono sotto gli occhi di tutti.

  1. Quali difficoltà organizzative sta incontrando il Comitato Promotore? in particolare, teme la scarsa promozione sui mass media?

Più che temerla, la scarsa promozione da parte dei mass media televisivi nazionali e di quelli della stampa nazionale, la constato.

Ma era scontata: si tratta di fiancheggiatori trasversali del governo. Per fortuna esiste anche un’informazione alternativa che ospita il dissenso. Certo, è di nicchia, ma non ne va affatto sottovalutato l’impatto.

  1. Sul piano della opportunità del referendum cosa risponde a coloro che, pur contrari al green pass, sostengono che il referendum rischia di essere un boomerang perché – come peraltro da fronte avverso ha rilevato il Professor Ainis – in caso di rigetto finirebbe per legittimare la misura che si vuole abrogare?

Rispondo che secondo me si tratta di un’obiezione priva di ogni logica. Riportando quanto ho detto nel video di cui sopra: “io non rido mai delle opinioni di nessuno. Ma di questa sì. I decreti legge e le leggi non hanno bisogno di alcuna legittimazione e di alcun riconoscimento popolare. Una volta vigenti, vigono e basta. O cerchi di farle abrogare, o te le tieni. Punto”