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Riscatto laurea: avanza l’ipotesi della gratuità

Parere favorevole di Tridico ma attenzione ai costi
diritti negati
Ph. Luca Martini / diritti negati

Riscatto laurea: si potrà fare gratis?

Riscatto laurea: Il riscatto del corso di laurea è un istituto che permette di valorizzare ai fini pensionistici il periodo del proprio corso di studi. Il servizio è rivolto a tutti coloro che abbiano conseguito il diploma di laurea o titolo equiparato.

Al riguardo, negli ultimi tempi, si è fatta largo, nell’ambito del dibattito politico del nostro Paese, l’idea di rendere il riscatto della laurea gratuito.

Il presidente dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (Inps), Pasquale Tridico, nel corso dell’audizione alla commissione lavoro della Camera, ha accolto favorevolmente la proposta mettendo però in guardia sull’impatto sui conti pubblici.

L’idea è quella di incentivare ancor più persone a studiare permettendo loro di conteggiare gli anni universitari ai fini del pensionamento: “Bisogna incentivare la formazione. I giovani entrano spesso nel mercato del lavoro tardi, oltre che con bassi salari, perché studiano e meno male. E questo deve essere incentivato: allora permettiamo il riscatto gratuito della laurea per fini pensionisticispiega Tridico.

 

Riscatto laurea: disciplina attuale

Si possono riscattare diplomi universitari, diplomi di laurea, di specializzazione post-laurea e i dottorati di ricerca. È possibile riscattare sia l’intero periodo di studi sia un singolo periodo. Non sono, invece, riscattabili gli anni di iscrizione fuori corso.

La facoltà è esercitabile anche dai soggetti inoccupati che, al momento della domanda, non risultino essere stati mai iscritti ad alcuna forma obbligatoria di previdenza e che non abbiano iniziato l'attività lavorativa in Italia o all’estero.

Riscattare il percorso di studi rappresenta sicuramente un notevole vantaggio, ma ha anche un costo; l'onere di riscatto dei periodi del corso di studi universitario è determinato con le norme che disciplinano la liquidazione della pensione con il sistema retributivo o con quello contributivo, tenuto conto della collocazione temporale dei periodi oggetto di riscatto.

L’articolo 20, comma 6, decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito con modificazioni dalla legge 26/2019, ha introdotto anche il riscatto di laurea cosiddetto agevolato per i periodi che si collochino nel sistema contributivo della futura pensione.

Il cittadino laureato deve presentare la domanda di riscatto all’Inps attraverso il servizio online dedicato, seguendo la procedura guidata all’interno del portale.

 

Riscatto laurea: avanza l’ipotesi della gratuità

I giovani entrano spesso nel mercato del lavoro tardi, oltre che con bassi salari - spiega il Presidente Tridico - si potrebbe pensare anche al riscatto gratuito della laurea per fini pensionistici per incentivare gli studi.

La necessità di introdurre una novità di questo tipo si lega anche al problema del salario basso, che conduce inevitabilmente ad una pensione più bassa: Il sistema contributivo attuale proietta sul futuro una pensione più bassa. Sono soprattutto i giovani ad avere questo problema continua il numero uno dell’Inps.

Attenzione però ai costi; il riscatto della laurea gratuito, avverte l’Inps, comporterebbe, infatti, a carico dello Stato una spesa di circa 4-5 miliardi di euro. Una stima da farsi certamente sul lungo periodo, ma comunque da mettere in conto se si decidesse di portare avanti questo progetto

Il tema si colloca nell’ambito di quello, ancora più ampio ed articolato, della riforma pensioni 2022 e il governo Draghi, molto attento alle problematiche giovanili, potrebbe seriamente pensare, stante l’ok esplicito dell’Inps, di portare a compimento la citata innovazione già il prossimo anno.

Si tratterebbe di un mutamento tutt’altro che irrilevante; “Il riscatto della laurea ha due caratteristiche positive, incentiva il giovane e contribuisce all’aumento delle skills in un paese dove il tasso dei laureati è tra i più bassi dell’Ue. Oltre a pareggiare una sorta di discriminazione che potrebbe denunciare chi resta di più tra i banchi di scuola rispetto all’ingresso mercato nel mercato del lavoro” spiega, infatti, Tridico.