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Save the Children: due donne e un processo salvarono l’Europa dalla dannazione

Save the Children
Save the Children

Nel 1919 in Europa si muore di fame, la falce continua a mietere senza sosta dopo i soldati al fronte ora le donne, i bambini e gli anziani.

La guerra è finita, ma il blocco degli aiuti alimentari imposto dai vincitori alla Germania e all’Austria prosegue per spingere le nazioni sconfitte ad accettare condizioni di resa sempre più dure. La popolazione civile, in parte risparmiata durante il conflitto, è stremata. Solo in Germania si contano settecentomila morti per denutrizione, e ovviamente i bambini sono i più colpiti.

Dopo oltre quattro anni di combattimenti, la violenza era diventata una nuova abitudine di comportamento per milioni di uomini che erano stati al fronte. Quasi dieci milioni di soldati erano morti in combattimento, forse tre volte tanto era il numero dei feriti e dei mutilati, intere generazioni di giovani erano state falcidiate, decine di milioni erano le vedove e gli orfani. Inoltre, dalla mappa geopolitica erano stati cancellati tre imperi secolari multinazionali: l’impero asburgico, l’impero russo e l’impero turco. Quattro monarchie erano state abbattute per sempre: in Germania, in Austria, in Russia e in Turchia.

La vita di trincea aveva indurito gli animi, i reduci non si rassegnarono a tornare alla vita civile e si buttarono in politica, diffondendo ovunque metodi e mentalità da guerra civile fra movimenti e partiti, che si combattevano all’interno di ogni nazione come nemici irriducibili.

In questo clima avvelenato, nell’aprile del 1919, una donna inglese caparbia, anticonformsta si preoccupa dei “figli dei nemici” e insieme a Barbara Ayrton Gould scende in piazza a Trafalgar Square per manifestare e distribuire volantini del Fight the Famine Council.

Questa minuscola organizzazione è nata per ottenere dal governo inglese lo sblocco degli aiuti alimentari per i paesi del centro Europa.

Non è facile mobilitare gli inglesi contro il blocco navale. Tra i cittadini il comitato incontra più ostilità che consensi.

L’Inghilterra ha perso nella grande Guerra un’intera generazione, mezzo milione di uomini sotto i trent’anni. A Londra il primo pensiero è quello di aiutare gli orfani e le duecentomila vedove inglesi che stanno piangendo i loro morti. Non è proprio il momento di preoccuparsi dei nemici e dei loro figli.

Per Englantyne e Barbara, invece, è diverso. La sofferenza non ha confini, né geografici né politici. Il loro obiettivo è quello di abbattere le barriere prodotte dai nazionalismi e da una malintesa cultura “patriottica” per recuperare, dopo l’orrore della guerra, il senso di una comune appartenenza umana.

Durante la manifestazione distribuiscono volantini con le foto dei bambini austriaci e tedeschi malnutriti e quasi deformi. Le immagini sono un pugno allo stomaco per i benpensanti e presto la polizia blocca le due donne e le trascina in commissariato.

Vengono denunciate e con loro i responsabili della Natiional Labour Press, che compare come editore dei volantini, e della tipografia che ha materialmente provveduto alla stampa.

Il processo si celebra il 15 maggio del 1919, presso la Mansion House of Justice di Londra.

Il Pubblico Ministero, l’austero Sir Archibald Bodkin, nella sua requisitoria evidenzia che il contenuto dei volantini, distribuiti in migliaia di copie, non è stato sottoposto preventivamente al vaglio della censura, in violazione a quanto prescritto dal Defence of the Realm Act del 1914. Il Dora, la legge varata all’indomani dell’ingresso in guerra, ha stabilito delle regole di censura ferree per non turbare il morale delle truppe e della popolazione civile.

La pena prevista è severa: cinque sterline per ogni copia del volantino distribuito o una condanna al carcere. I volantini stampati sono più di settemila.

Eglantyne e Barbara assumono direttamente la propria difesa, con l’assistenza di un avvocato per i punti strettamente tecnico-legali.

Le due donne sono decise e persuasive, in particolare Eglantyne che si dichiara l’unica responsabile dell’accaduto e sostiene di aver preparato i volantini senza la preventiva autorizzazione del comitato Fight the Famine Council. E’ inoltre rammaricata per aver coinvolto l’editore, ma in ogni caso sostiene di non aver violato la legge.

La sua difesa è argomentata e circostanziata. I volantini hanno un chiaro intento umanitario e non possono essere valutati alla luce di una legge che disciplina la propaganda politica.

Se la guerra è davvero finita, aggiunge provocatoriamente, anche il ruolo del Defence of the Realm Act è da considerarsi esaurito. Altrimenti, contrariamente a quanto dichiara il governo: “si sta ammettendo, di fatto, che la guerra è ancora in corso e che il blocco navale continua a essere una delle nostre armi principali”.

Continua la passionaria Eglantyne: “Faccio appello alle mie connazionali, perché mi aiutino a sollevare la questione della salvezza dei bambini in Europa, in modo totalmente estraneo alla politica. Che siano le donne di questo Paese ad assumere questo impegno che gli uomini, con le loro organizzazioni politiche, non sembrano in grado di mantenere.

L’arringa riesce a scuotere le coscienze e “bucare” sul fronte della comunicazione. Il giorno seguente, ben cinque testate nazionali si occupano della vicenda. Tra queste il “Daily Herald” che in prima pagina piazza la foto di Eglantyne e Barbara all’esterno del palazzo di giustizia.

Il giorno della sentenza l’aula è gremita di reporter e pubblico. Il giudice Sir George Truscott emette una sentenza mite, le due donne devono pagare cinque sterline o scontare undici giorni di reclusione.

La pena è simbolica ed equivale a una vittoria. A suggellare il successo è il pubblico ministero sir Archibald Bodkin, che alla fine dell’udienza consegna a Eglantyne una banconota da cinque sterline, l’equivalente della multa, come sostegno alla sua causa.

Idealmente, sono queste cinque sterline la base di partenza del movimento “Save the Children Found” fondato il 19 maggio del 1919 da due donne coraggiose.

Nell’arco di un anno le cinque sterline diventeranno quattrocentomila, e il secondo anno più di un milione, distribuiti in aiuti ai bambini di venti Paesi diversi.

La determinazione e la forza di Eglantyne e Barbara salvarono l’Europa dalla dannazione e rendono palpabile il pensiero di Virginia Woolf: Le donne devono sempre ricordarsi chi sono, e di cosa sono capaci. Non devono temere di attraversare gli sterminati campi dell’irrazionalità, e neanche di rimanere sospese sulle stelle, di notte, appoggiate al balcone del cielo. Non devono aver paura del buio che inabissa le cose, perché quel buio libera una moltitudine di tesori. Quel buio che loro, libere, scarmigliate e fiere, conoscono come nessun uomo saprà mai.”