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Smart working prorogato fino al 30 aprile

Novità sullo smart working pubblica amministrazione e privati
Alba bianca
Ph. Luca Martini / Alba bianca

Smart working: a chi spetta?

La legge italiana prevede che per alcune circoscritte categorie lavorative, il datore di lavoro abbia l’obbligo di prendere in considerazione la possibilità di far lavorare questa categorie da casa in modalità smart working (o lavoro agile).

Non si tratta, dunque, di obbligo ma di una indicazione stringente, precisa e individuata e riguarda sia l'amministrazione pubblica che il lavoro privato.

Le categorie tutelate che possono richiedere lo smart working sono:

- i malati affetti da patologie pericolose attestata da idonea certificazione che metta in risalto una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita (c.d. lavoratori fragili), nonché i lavoratori in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità ai sensi dell’art. 3, comma 3, legge 104/1992 che svolgono di norma la prestazione lavorativa in smart working, anche attraverso lo svolgimento di differente mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento, come definite dai contratti collettivi vigenti, o lo svolgimento di specifiche attività di formazione professionale anche da remoto;

- Genitori con figli minori a carico, ovvero i genitori che svolgano attività di lavoro dipendente il cui figlio convivente minore di anni sedici sia stato sottoposto a quarantena o al quale sia stata sospesa la didattica in presenza (sostituita con la Didattica a Distanza, DAD). Costoro hanno diritto a svolgere la prestazione lavorativa in smart working utilizzando la procedura semplificata di comunicazione.

Smart working semplificato: cos’è esattamente?

La semplificazione riguarda la comunicazione dello smart working. In particoalare,di norma il datore di lavoro deve comunicare al ministero del Lavoro e delle politiche sociali gli accordi individuali contratti con i singoli dipendenti che devono lavorare in smart working.

Quando si parla, invece, di smart working semplificato, o di lavoro agile con procedura semplificata, quando si effettua la comunicazione dello smart working (fatta sempre tramite il portale Servizi.lavoro.gov.it) non serve allegare alcun accordo con il lavoratore, rendendo il tutto più facile e veloce.

Smart working: fino a quando si può chiedere?

Finora la procedura di lavoro agile, o smart working, poteva essere attuata fino al 31 marzo 2021. Con l’approvazione del Decreto Milleproroghe, e il conseguente  spostamento dello stato di emergenza al 30 aprile 2021, lo smart working può essere adottato fino al decorrere di questa data, ovvero il 30 aprile.

Le aziende potranno automaticamente utilizzare la procedura semplificata introdotta fino al cessare dello stato di emergenza.

Smart working: come si ottiene?

Le modalità di accesso allo smart working sono individuate dal Decreto Rilancio (Decreto Legge n. 34 del 19maggio 2020) ai commi 3 e 4 dell’articolo 90:

- fino al 30 aprile 2021 i datori di lavoro del settore privato comunicano al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in via telematica, i nominativi dei lavoratori e la data di cessazione della prestazione di lavoro in smart working (modalità agile), utilizzando la piattaforma e i moduli semplificati messi a disposizione dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali;

- sempre per lo stesso periodo la modalità di smart working (lavoro agile) resta applicabile dai datori di lavoro privati a ogni rapporto di lavoro subordinato, nel rispetto dei principi dettati dalla normativa vigente, anche in assenza degli accordi individuali previsti.

A questo sito del Ministero del Lavoro trovate le informazioni sulle modalità di accesso allo smart working e la modulistica necessaria per il lavoro agile.