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200 anni di Fedor Dostoevskij con i suoi aforismi

Duecento anni fa nasceva Fedor Dostoevskij (Mosca, 11 novembre 1821 – San Pietroburgo, 9 febbraio 1881)
Ritratto del 1872 ad opera di Vasilij Perov (Galleria Tret'jakov, Mosca)
Ritratto del 1872 ad opera di Vasilij Perov (Galleria Tret'jakov, Mosca)

Fedor Dostoevskij  compie 200 anni

Duecento anni fa nasceva Fedor Dostoevskij, grande scrittore russo, 

Per una biografia di Fedor Dostoevskij rinviamo al sito della Treccani

Per celebrare i duecento anni di Fedor Dostoevskij pubblichiamo una selezione degli aforismi più celebri, che lo hanno reso famoso, insieme ai suoi romanzi e ai racconti, per arguzia, intelligenza e ironia.

Buon compleanno, Fedor Dostoevskij!

 

Fedor Dostoevskij: gli aforismi più famosi

Ama la vita più della sua logica, solo allora ne capirai il senso


Che m'importa la gloria, quando io scrivo per il pane? 


Col chiudere un altro in manicomio, non proverai la tua saviezza. 


Dalle sue mani sono uscite cose divine. 


Di recente è tornato da Parigi il poeta Turghèniev [...] e sin dal primo giorno mi ha manifestato una tale amicizia, che Bielinskij, per giustificarla, dice che colui è innamorato di me. [...] Egli è un poeta, un grande ingegno, un aristocratico, un uomo bello fisicamente, ricco, intelligente, colto, ha venticinque anni; veramente non saprei che cosa la natura gli abbia negato. 


È chiaro ed evidente che il male si insinua nell'uomo più profondamente di quanto suppongano i medici-socialisti. In nessun ordine sociale si sfuggirà al male e l'anima umana non muterà: l'aberrazione e il peccato scaturiscono da lei stessa. 


[parlando di Anna Karenina] È un'opera d'arte perfetta, che arriva assai a proposito; un libro assolutamente diverso da ciò che si pubblica in Europa: la sua idea è completamente russa.


Firenze è bella, ma molto umida. Ma le rose fioriscono ancora nel giardino di Boboli all'aria aperta. E quali tesori nelle gallerie! Dio mio, guardai la Madonna della Seggiola nel '63; la guardai una settimana e soltanto ora l'ho vista. Ma oltre ad essa quanto ancora di divino. 


Ho sempre pensato che non v'è nessuna felicità maggiore di quella della famiglia. 


I sogni, sappiamo, sono davvero strani: qualcosa magari ci appare straordinariamente chiara, minuziosa come la cesellatura di un orafo, su altre cose invece si passa sopra senza notarle neppure come ad esempio lo spazio ed il tempo. Credo che i sogni nascano non dalla ragione, ma dal desiderio, non dalla testa, ma dal cuore, anche se la mia ragione in sogno si è esibita qualche volta in ingegnosi voli non da poco. Certo è che in sogno accadono cose del tutto incomprensibili. Mio fratello, ad esempio, è morto cinque anni fa, qualche volta lo sogno: egli prende parte alle cose della mia vita, siamo molto interessati l'uno all'altro, ma intanto, durante tutto lo svolgimento del sogno, io sono pienamente cosciente che mio fratello è morto e sepolto. […] E va bene, ammettiamolo pure, è un sogno, ma questa vita che viene tanto esaltata, io volevo finirla suicidandomi, invece il mio sogno, oh! Esso mi ha indicato una vita nuova. 


Il poeta, quando è rapito dall'ispirazione, intuisce Dio. 


Il tuo amore è sceso su di me come un dono divino, inatteso, improvviso, dopo tanta stanchezza e disperazione. 


Io non ho mai smesso di considerarmi più intelligente di tutti e, qualche volta, credetemi, me ne sono sentito un po' imbarazzato. Almeno, guardavo sempre in tralice, non ho mai potuto guardare la gente dritto negli occhi.


L'umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più nulla da fare al mondo. Tutto il segreto è qui, tutta la storia è qui. 


L'unico grande diplomatico del secolo XIX è stato Cavour e anche lui non ha pensato a tutto. 


La bellezza salverà il mondo. 


La fede e le dimostrazioni matematiche sono due cose inconciliabili. 


La malattia e l'umore morboso stanno alla radice della nostra stessa società, e intanto chi osa notarlo e indicarlo ha subito contro di sé lo sdegno generale. 


La tragedia e la satira sono sorelle e vanno di pari passo; tutte e due prese insieme si chiamano verità. 


Le parole "contadino" e "Rus' ortodossa" sono le nostre radici fondamentali. Un russo che rinneghi lo spirito del popolo (e ce ne sono tanti) è immancabilmente un ateo o un indifferente. [...] La questione principale ora è questa: come obbligare la nostra intellighenzia ad ammettere ciò? Provata a dirlo, a quelli: e subito o vi sbraneranno, o vi considereranno un traditore. Ma traditore di chi? Di loro medesimi, ovverosia di un qualche cosa di campato in aria. 


Mio tesoro, non è a una dozzinale felicità obbligatoria che ti invito. Ho stima di te (e ne ho sempre avuta) per il tuo spirito esigente, ma so che il tuo cuore non può non esigere la vita, e tu consideri gli uomini o infinitamente fulgidi o subito disonesti e triviali. Giudico in base ai fatti. A te le conclusioni.


Noi siamo tutti fino all'ultimo altrettanti Fëdor Pávlovič. 


Non c'è nulla di più bello, di più profondo, di più ragionevole, di più coraggioso e di più perfetto di Cristo, e non solo non c'è, ma non può esserci. A tal punto che si mi si dimostrasse che Cristo è fuori dalla verità ed effettivamente risultasse che la verità è fuori da Cristo, io preferirei restare con Cristo anziché con la verità 


Pascal ha detto una volta: filosofo è colui il quale si ribella alla filosofia. Che meschina filosofia! 


Quali terribili sofferenze mi è costata – e mi costa tuttora – questa sete di credere, che tanto più fortemente si fa sentire nella mia anima quanto più forti mi appaiono gli argomenti ad essa contrari! Cionostante Iddio mi manda talora degl'istanti in cui mi sento perfettamente sereno; in quegl'istanti io scopro di amare e di essere amato dagli altri, e appunto in quegl'istanti io ho concepito un simbolo della fede, un Credo, in cui tutto per me è chiaro e santo. Questo Credo è molto semplice, e suona così: credete che non c'è nulla di più bello, di più profondo, più simpatico, più ragionevole, più virile e più perfetto di Cristo; anzi non soltanto non c'è, ma addirittura, con geloso amore, mi dico che non ci può essere. Non solo, ma arrivo a dire che se qualcuno mi dimostrasse che Cristo è fuori dalla verità e se fosse effettivamente vero che la verità non è in Cristo, ebbene io preferirei restare con Cristo piuttosto che con la verità. 


Tiutcev è assai notevole [...] molte delle sue poesie sono eccellenti. 


Tutte le cose e tutto nel mondo è incompiuto, per l'uomo, e nel frattempo il significato di tutte le cose del mondo è racchiuso nell'uomo stesso. 
Vita e menzogna sono sinonimi. 


Vivere senza Dio è un rompicapo e un tormento. L'uomo non può vivere senza inginocchiarsi davanti a qualcosa. Se l'uomo rifiuta Dio, si inginocchia davanti ad un idolo. 

Fedor Dostoevskij