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Ancora sulla regola in Saunders v Vautier e temi connessi

Trust Buco Nero
Trust Buco Nero

Indice

1. La regola in Saunders v Vautier

2. La recente sentenza Royal Court di Guernsey

 

Una recente sentenza resa dalla Royal Court di Guernsey in Rusnano Capital AG (in liquidation) v Molard International (PTC) Limited and Pullborough International Corp [2019] GRC 011, destinata ad avere importanti implicazioni riguardo ai trust discrezionali in Guernsey e Jersey in quanto basata su un testo legislativo che è sostanzialmente identico in entrambe, offre l’opportunità per una ulteriore riflessione a proposito della cosiddetta regola in Saunders v Vautier.

Prima di addentrarci nell’analisi del caso, appare opportuno svolgere qualche considerazione preliminare in merito alla citata “regola”.

 

1. La regola in Saunders v Vautier

Il caso che le ha dato origine, Saunders v Vautier (1841) 4 Beav 115 (Lord Langdale MR) può esser così riassunto: un tale aveva lasciato in eredità a un trust 2000 azioni East India perché il trustee accumulasse i dividendi fino a quando Vautier (il beneficiario) non avesse raggiunto l’età di 25 anni allorquando avrebbe avuto diritto a ricevere il fondo nella sua interezza.

All’età di 21 anni Vautier richiese che gli venisse trasferito il fondo senza attendere la scadenza indicata dal disponente. Il giudice, avendo riconosciuto che il richiedente era titolare di un incontrovertibile (vested) interesse, e che la clausola era posta solo a suo vantaggio, ritenne che il beneficiario avesse titolo per richiedere, e ottenere, l’immediato trasferimento dei fondi potendo esigere il pagamento a suo favore nel momento in cui fosse stato in grado di rilasciare una valida quietanza.


In una successiva udienza davanti a Lord Cottenham LC (1841) Cr & Ph 240, si sostenne, da parte di altri legatari del testatore che l’interesse di Vautier era contingent, condizionato cioè al raggiungimento dei suoi 25 anni, e che pertanto la regola non poteva essere applicata né il fondo trasferito. Il Lord Cancelliere ritenne invece che l’interesse fosse vested, e che il relativo godimento fosse meramente differito.

Per inciso, non è ben chiaro di quale interesse fossero portatori i legatari. Se infatti costoro avessero avuto un qualche interesse nel trust, non si sarebbe potuto affermare che Vautier esaurisse le posizioni beneficiarie, ma se invece fossero stati legatari del de cuius relativamente ad altra parte del patrimonio del testatore non confluito nel trust, non si vede quale interesse avrebbero avuto per opporsi alla richiesta del beneficiario.

L’applicazione della regola non si era rivelata sempre pacifica, stante una casistica astrattamente non predefinibile.

Un tentativo di fissare alcuni punti in merito venne effettuato in Re Brockbank [1948] 1 All ER287, dal giudice Walton J, secondo cui quindi:

  1. quando più soggetti detengono la totalità degli interessi beneficiari, hanno piena capacità e agiscono congiuntamente, hanno il diritto di indicare al trustee il modo in cui il fondo in trust debba essere gestito;
  2. i beneficiari non possono far cessare il preesistente trust e mantenerlo, al tempo stesso in vita. Nel citato giudizio, i beneficiari potevano far cessare il precedente trust richiedendo al trustee di trasferire il trust fund a X e a Y (che potevano essere trustee di altri trust o no), ma non erano autorizzati a chiedere all’attuale trustee di nominare una persona da loro indicata quale nuovo trustee del trust esistente;
  3. i beneficiari non hanno titolo per impartire istruzioni al trustee circa un particolare investimento che avrebbe potuto essere effettuato col fondo in trust;
  4. una volta che i beneficiari abbiano deciso di far cessare il trust, essi non hanno titolo per richiedere lo svolgimento di ulteriori compiti da parte del trustee;
  5. i diritti dei beneficiari sono sempre subordinati al diritto dei trustee di essere totalmente garantiti riguardo a tasse, costi o altre spese.

In dottrina si è ipotizzata l’applicazione della regola anche riguardo a una situazione che trae spunto da una disposizione del TOLATA (Trust of Land and Appointment of Trustee Act 1996, s. 19 - Appointment and retirement of trustee at instance of beneficiaries)

Questa norma così recita:

omissis

(3)Where—

(a)a trustee has been given a direction under subsection (2)(a),

(b)reasonable arrangements have been made for the protection of any rights of his in connection with the trust,

(c)after he has retired there will be either a trust corporation or at least two persons to act as trustees to perform the trust, and

(d)either another person is to be appointed to be a new trustee on his retirement (whether in compliance with a direction under subsection (2)(b) or otherwise) or the continuing trustees by deed consent to his retirement, he shall make a deed declaring his retirement and shall be deemed to have retired and be discharged from the trust.

Omissis

Ebbene, siccome non è chiaro che cosa accade se il trustee rifiuta di dimettersi, si è detto, al riguardo, che in questo caso i beneficiari potrebbero far cessare il trust in forza della “regola” in esame.

La “regola” di cui si discute definisce un orientamento giurisprudenziale – ormai definitivamente consolidato nel suo enunciato generale nel Regno Unito, e normativo in altri ordinamenti quali Jersey o Guernsey, dove è parimenti considerata inderogabile, mentre in altri, Cook Island, British Virgin Islands, Bahamas (per i VISTA trust) e San Marino non lo è – in forza del quale

quando i beneficiari di un trust sono maggiorenni e capaci di agire ed esauriscono la totalità delle posizioni beneficiarie, possono esercitare in ogni momento i propri diritti di proprietà, indipendentemente dalle previsioni del trust, per chiedere al trustee di porre termine al trust vanificando così l’intenzione del disponente che avesse voluto differire il momento in cui i beneficiari avrebbero, secondo le sue intenzioni, potuto godere del fondo.

Addirittura si è precisato che la “regola” debba prevalere anche quando il disponente ne abbia espressamente escluso l’applicabilità da parte dei beneficiari (Stokes v Cheek [1860] 28 Beav.620).

Talora la sua applicazione può dar vita a effetti ancor più radicali rispetto alla originaria volontà del disponente, come in  Re Bowes [1896]1 Ch 507, laddove S istituisce un trust affinché il trustee destini una data somma per piantare alberi in un fondo destinato ad A per la durata della sua vita e successivamente a favore di B. Secondo la citata sentenza è stato affermato che A e B insieme possono reclamare la somma destinata dal disponente alla piantumazione dal momento che essi sono unici e assoluti beneficiari e quindi possono scegliere il modo in cui ricevere tali benefici.

Al contrario, la regola non trova applicazione allorché ci si trovi di fronte a un numero di beneficiari che possono fluttuare, nel tempo, all’interno di una classe (es: i membri presenti e futuri di un’associazione), ovvero nel caso di un trust discrezionale (Re Westphal [1972] N.Z.L.R. 792 e Re Levy [1960] Ch 346.

 

2. La recente sentenza Royal Court di Guernsey

Venendo alla sentenza che ha dato origine a questa nota, il tema oggetto di discussione era il seguente:

possono i beneficiari di un trust discrezionale chiedere al trustee di far cessare il trust e di distribuire il fondo in presenza di una clausola dell’atto istitutivo che conferisce a un terzo il potere di aggiungere beneficiari ulteriori a quelli già esistenti?

La Royal Court di Guernsey ha ritenuto che in Guernsey ciò sia possibile. Nel motivare la sua decisione la Corte ha colto l’occasione per chiarire le connessioni fra la s.53 della Trust Gurnsey Law (2007) e la regola in Saunders v Vautier.

Il fatto

L’attore (Applicant) è una società che investe nell’industria delle nanotecnologie e che alloca le azioni oggetto di investimento in un trust all’uopo istituito. Trustee è una trust company mentre un’altra società, che svolge il ruolo di Enforcer, è titolare (Appointor) anche del potere di designare nuovi beneficiari.

Il trust in parola ha un solo beneficiario che è appunto l’attore (Applicant).

Come appena ricordato, il trust attribuisce all’Enforcer - Appointor il potere – che al momento della domanda non era stato ancora esercitato - di intervenire sulla classe dei beneficiari aggiungendo o escludendo singoli individui o classi di persone. L’atto istitutivo, infine, prevede che il trustee possa destinare il fondo o il reddito del trust a tutti, o solo ad alcuno dei beneficiari, secondo la sua piena discrezionalità.

Ciò premesso, il beneficiario richiese al trustee, in base alla s.53 della legge di Guernsey sul trust, di porre fine al trust e di provvedere alla distribuzione dei beni facenti parte del fondo a suo vantaggio, in quanto unico beneficiario.

Prima di questa decisione, le Corti di Guernsey non avevano affrontato il problema di stabilire se la regola si applica allorché si sia in presenza di un trust discrezionale con beneficiari che non sono stati ancora indicati come tali.

La s.53, testualmente prevede:

"Without prejudice to the powers of the Royal Court under subsection (4), and notwithstanding the terms of the trust, where all the beneficiaries are in existence and have been ascertained, and none is a minor or a person under legal disability, they may require the trustees to terminate the trust and distribute the trust property among them." Beneficiario, secondo la previsione della stessa legge, è colui che: a) ha il diritto di beneficiare di un trust o, b) è colui a favore del quale può essere esercitato il potere di distribuire il fondo in trust.

Il beneficiario deve essere inoltre identificabile per nome (certainty of objects), o identificabile con riferimento a una classe di soggetti, o in base a una relazione con un altro soggetto che sia o meno in vita al momento della creazione del trust o al momento in cui, secondo le previsioni del trust, i membri di una classe devono essere indicati.

Nel motivare il proprio provvedimento, il giudice Mac Mahon DB, traeva spunto da un precedente in Bond v Equiom Trust Guernsey) Limited (4 June 2018, Guernsey Judgment 24/2018), in cui si affermava che la s.53(3) poteva  esser vista come la codificazione normativa della c.d. regola in Saunders v Vautier, ma che questo non significava necessariamente che l’ambito di applicazione della norma di legge e della “regola” fossero coincidenti, rilevando anzi che esse definiscono due ambiti di applicazione  sensibilmente diversi l’uno dall’altro e che la legge richiede che sia soddisfatto un minor numero di condizioni, rispetto a quante non ne ponga la “regola”, per consentire ai beneficiari di chiedere la fine del trust e la distribuzione del fondo.

Le stesse considerazioni possono essere svolte anche a proposito di Jersey essendo le leggi di questi due paesi sostanzialmente sovrapponibili riguardo a questo punto. Ciò trova la sua spiegazione nel fatto che quando la “regola” in Saunders v Vautier fu formulata per la prima volta non era invalso l’uso, moderno, del trust discrezionale e pertanto la regola, così come esiste in UK, ha un ambito di applicazione molto ridotto a Guernsey e a Jersey.

Dopo aver enunciato quindi questa prima massima, potremmo definirla, la non coincidenza cioè dell’ambito operativo della regola rispetto a quello definito dalla legge, Mac Mahon DB si sofferma a considerare la differenza fra beneficiario designato e beneficiario potenziale chiedendosi se, ove il trust indichi un solo beneficiario, ma sia riconosciuto all’enforcer (Appointor) il potere di aggiungerne di nuovi, e tale potere non sia stato esercitato, sia  corretto affermare che “tutti i beneficiari sono in vita e sono stati riconosciuti come tali” con gli effetti già illustrati.  

Il giudice ha ritenuto che questa affermazione sia corretta perché il fatto che esista una concreta e reale possibilità che il potere di aggiungere beneficiari addizionali venga esercitato, ciò non significa che, chiunque l’Appointor immagini, possa essere un beneficiario in base alla previsione della s.53 della legge di Guernsey. Questa conclusione si basa sulle conclusioni cui era pervenuta la Royal Court di Jersey in Re Exeter Settlement 2010 JLR 169.

In questo caso, la Corte si era espressa sulla differenza esistente fra chi è un beneficiario effettivo e chi potrebbe esserlo, stabilendo che un beneficiario non è tale fintantoché il potere di nomina non è stato esercitato in suo favore.

[...] A beneficiary of a discretionary trust is a person in whose favour a discretion to distribute income or capital of a trust may be exercised. Trustees may only exercise their power to distribute income or capital in favour of a person who is a beneficiary. It is the beneficiaries who are objects of the discretionary trust. [...]

A power to add beneficiaries is something completely different. It means what it says. A person who is a possible object of a power to add beneficiaries is not in fact a beneficiary unless or until the power is exercised in his favour and he is added as a beneficiary. Until that moment, the trustees may not apply income or capital for his benefit and he does not have any of the rights attached to being a beneficiary of the trust. The sole right that he has is as a possible object of the power to add beneficiaries...”

Secondo il giudice Mac Mahon DB questo concetto è applicabile anche a Guernsey e non si rinviene inoltre alcun elemento per interpretare la frase “all the beneficiaries” contenuta nella s. 53(3) della legge di Guernsey sul trust, come se questa fosse riferita anche a tutti i potenziali beneficiari. Fatte queste premesse, McMahon DB concluse rilevando che siccome si era in presenza di un solo beneficiario, questi, in quanto tale, era legittimato in base alla previsione della s.53 a richiedere al trustee di far cessare il trust e a richiedere il trasferimento a suo favore del fondo in trust, superando così quei dubbi che erano stati sollevati da Cooke J  in  Orb ARL v Ruhan [2015] EWHC 262 (Comm) che, in un caso simile, si era detto perplesso, allo stato della legislazione esistente, se quella dei beneficiari fosse di fatto una classe da ritenere chiusa laddove i trustee non avessero ancora esercitato il potere di aggiungerne di nuovi prima della cessazione del trust e che pertanto questo aspetto (se la classe fosse chiusa o meno)  doveva essere attentamente valutato prima di  consentire ai beneficiari di invocare la "regola" in Saunders v Vautier.

Secondo Mac Mahon DB è sbagliato tentare di introdurre nella legge di Guernsey problematiche che si discostano dal testo della s. 53 (3) della legge sui trust, ribadendo che la norma citata opera indipendentemente dal fatto che vi sia o meno un altro beneficiario che non aderisce alla richiesta di chi chiede di por termine al trust e quindi non è rilevante, per decidere dell’applicazione o meno della s.53 esperire, come suggerito da Cooke J, ulteriori indagini per stabilire se la classe dei beneficiari sia o meno chiusa.

La sentenza in esame ha rilevanti implicazioni in merito ai cosiddetti trust "Croce Rossa" o "Buco nero”, formula con cui sono designati quei trust in cui viene indicato fin dall’inizio un beneficiario residuale, di default, mentre i beneficiari effettivi, quelli cioè nel cui interesse il trust viene realmente istituito, non sono indicati al momento della creazione dello strumento, ma lo saranno successivamente.


Al riguardo la motivazione cerca di dare una risposta di carattere pratico, ma che giuridicamente appare poco appagante.

McMahon DB, infatti, dopo aver coerentemente rilevato che, sulla base delle conclusioni cui la sentenza è pervenuta, tali beneficiari di default potrebbero far cessare il trust e richiedere la distribuzione del fondo a loro favore, ai sensi della s. 53, prima che i beneficiari “principali” vengano aggiunti, risolve il problema limitandosi a osservare che le organizzazioni di beneficenza regolarmente utilizzate come beneficiari residuali, da un lato non sono praticamente mai a conoscenza della possibile liberalità stabilita a loro favore dal disponente, e dall’altro che, qualora lo fossero,  si asterrebbero dal far cessare il trust per timore che di non essere più in seguito indicate come beneficiario residuale preferito.

Come è stato acutamente rilevato la tecnica redazionale di impostare un trust rimandando a un successivo momento l’indicazione dei beneficiari reali e indicando invece soggetti che il disponente non ha alcuna intenzione che diventino tali, evidenzia una scissione fra la reale volontà del disponente e le clausole dell’atto che potrebbe mettere configurare addirittura uno sham trust per l’evidente scissione fra la volontà reale del disponente e ciò che risulta dall’atto.

Ma questo aspetto è un tema che esula da questa nota.

In conclusione questa sentenza stabilisce un importante principio, quello cioè per cui la s.53 ha posto in essere un meccanismo legale per la cessazione dei trust da parte dei beneficiari che, pur derivando dalla “regola” in Saunders v Vautier, deve essere interpretato secondo il significato e la portata delle espressioni usate dalla norma di legge e senza cedere alla tentazione di voler operare contaminazioni con la giurisprudenza formatasi con riferimento alla “regola”  e che non sono coerenti con il testo della legge di Guernsey.

Pertanto, ai sensi della legge di Guernsey (e probabilmente anche a Jersey, dove la sezione 43 (3) della legge Trusts (Jersey) del 1984 è sostanzialmente simile), l’esistenza di un potere di aggiungere beneficiari non impedirà ai beneficiari di un trust di porre fine al trust ai sensi della s. 53 della legge del 2007.