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Cesare Borgia: il duca Valentino

La storia del Borgia che ha ispirato Niccolò Machiavelli
Cesare Borgia
Cesare Borgia

Condottiero, Principe della Chiesa e Principe degli uomini. Il figlio secondogenito di Papa Alessandro VI. Cesare Borgia è una delle principali figure del Rinascimento Italiano.

Figura tanto discussa quanto amata. Ne è l’esempio Niccolò Machiavelli che nella sua opera più rinomata “il Principe”, dedica un capitolo espressamente al Duca Valentino e numerosi sono i richiami al suo coraggio e al suo valore.

Quella di Cesare Borgia è una storia avvincente ma nel contempo triste.

La sua famiglia è il principale motivo della sua ricchezza. La sua ambizione è il motivo del suo potere. I suoi tantissimi nemici sono il motivo della sua morte. Tuttavia, Machiavelli attribuisce valore alla Fortuna. Questa Dea, che tutto dà e tutto toglie, ha saputo rendere Cesare Borgia prima sovrano immortale che spaventava e nel contempo crea ammirazione, ed infine semplice mortale, in fuga da un regno all’altro in cerca di alleati.

La vita di Cesare Borgia è descritta dal Machiavelli come una parabola. Il duca Valentino crea il proprio regno grazie alla fortuna e all’appoggio del padre, ma sbaglia nell’affidarsi soltanto alla buona sorte e nel non prevedere circostanze sfavorevoli che determinano la sua rovina, come la morte del padre e l’elezione di Giulio II, ossia il cardinale della Rovere.

Sostenitore delle arti e dell’architettura, si interessa di anatomia e astronomia. Ispirandosi ai grandi circoli di artisti dell’antica Roma, Cesare si circonda di letterati e artisti.       Ricordiamo tra i più il Machiavelli, ma soprattutto Leonardo da Vinci. Questi progetta per il Borgia numerose macchine da guerra che sono usate durante gli assedi e sono il simbolo di modernità militare.

Ma sarebbe riduttivo parlare di una figura così importante senza analizzarne la vita, le imprese e gli amori.

 

Una famiglia temuta da molti e amata da pochi: i Borgia

Cesare Borgia

Cesare Borgia nasce vicino Roma il 13 settembre 1475. È il secondogenito di quattro figli avuti nella relazione tra Rodrigo Borgia, cardinale di Santa Romana Chiesa, e Vannozza Cattani.

La famiglia Borgia è una famiglia di origine spagnola. Essa non è amata tra le famiglie della Curia Romana, che cercano di detenere il potere e amministrarlo con giochi di denaro e intrighi dei soli palazzi romani. Tuttavia, l’ambizione e l’astuzia di Rodrigo si manifestano con particolare evidenza. Infatti, egli diviene consigliere di Sisto IV.

È proprio Sisto IV che con una sua bolla papale riconosce a Cesare evidenti benefici, tra cui lo riconosce come «figlio naturale di un cardinale vescovo e di una donna sposata».

Cesare deve sottostare al volere del padre e come tutti figli del ramo cadetto è destinato alla vita ecclesiale. La vita che Rodrigo desidera per lui non è quella dell’ufficiale nell’esercito papale bensì di principe della Chiesa. Cesare, inviato a Perugia, inizia a studiare teologia all’Università.

Nel 1489 conosce Giovanni de Medici, figlio di Lorenzo de Medici. Giovanni sarà il futuro Papa Leone X.

Nonostante gli studi in teologia, nel 1491 Cesare, spinto dallo stesso Giovanni de Medici, si reca a Pisa per studiare diritto. Sarà proprio all’Università di Pisa che Cesare conseguirà la laurea in Giurisprudenza.

Il 1492 è l’anno principale del rinascimento non solo europeo ma mondiale.

Infatti, mentre a Carreggi Lorenzo de Medici muore, nel Nuovo mondo Cristoforo Colombo approda sulle nuove coste per la “scoperta dell’America”, ma a Roma qualcosa cambia. L’11 agosto 1492 Rodrigo Borgia diviene papa Alessandro VI.

Evento fondamentale non solo per le sorti della Chiesa e della Cristianità, ma soprattutto per le ambizioni di una famiglia. Cesare diviene per volontà di suo padre il Papa prima arcivescovo di Valencia e poi nel 1493 Cardinale. Nel 1495 diviene Governatore e legato di Orvieto.

“Di notevole intelletto e di carattere squisito [con maniere degne] del figlio di un potente, [con] umore sereno e pieno di allegria, [...], di una gran modestia e [con un] atteggiamento di gran lunga superiore e preferibile a quello di suo fratello il duca di Gandia”. Questa è la descrizione di Andrea Boccaccio, vescovo di Modena del 1493.

 

Cesare Borgia: la ricerca del potere

Matrimoni o guerra?

Dissolutezza, donne, lussuria, denaro e potere: questa è la vita di Cesare Borgia. Addirittura alcuni affermano che avesse una relazione con sua sorella Lucrezia.

Il piviale, l’incenso, il cappello cardinalizio e la rendita legata alla carica ecclesiale non bastano a limitare l’impeto del giovane Cesare. Diciamo che in famiglia v’è l’esempio.

 Infatti, suo padre, papa Alessandro VI, ha quattro figli, amanti, in particolar modo la giovane Giulia Farnese, ama giocare e divertirsi.

Cesare accetta di far carriera nella chiesa solo perché secondogenito. Egli non ama quella vita. E’ ambizioso, lungimirante, coraggioso e tenace. Comprende che il suo destino è diverso dall’esser cardinale e che di lì a poco avrebbe seguito altre mete, altre cariche, altri poteri.

L’occasione propizia si presenta con l’omicidio irrisolto di suo fratello Giovanni, il duca di Gandia. Alcuni dicono che sia stato proprio Cesare il mandante di tale omicidio. Di sicuro, due sono le conseguenze. La prima è quella legata all’immenso dolore del papa, che ama il suo primogenito e rivede in lui sé stesso. La seconda è l’opportunità per Cesare di scalare il potere.

Suo fratello è il comandante generale delle truppe pontificie e con la sua morte il posto diviene vacante (ecco il possibile movente dell’omicidio da parte di Cesare).

Cesare desidera ricoprire quel ruolo. Vuole un suo esercito. Ma non solo. Egli, infatti, vuole sposarsi, ma non per avere una moglie o dei figli. Egli vuole consolidare il suo potere unendosi con una fanciulla di sangue reale per avere un trono tutto suo.

Non vuole il potere derivante dal padre il Papa, ma desidera, sfruttando il potere del papa come trampolino di lancio, costituirsi un potere tutto suo.

È così che Cesare ottiene dal Padre e dal Concistoro la dispensa dalla vita cardinalizia e la possibilità di tornare alla vita secolare.

A sud del regno Pontificio vi è il regno di Napoli e il sovrano è Federico I.

 

Cesare vuole diventare re di Napoli

Cesare vuole quel trono per vari motivi: Napoli è uno dei regni più potenti d’Europa, le mire di potere su Napoli sono di tutti i sovrani, dalla Francia alla Spagna. Napoli è il regno confinante con lo stato Pontificio e ciò è un vantaggio per Cesare, in quanto può sfruttare il potere temporale e spirituale del Papa per salire al Trono di Napoli ed in più può perseguire il suo sogno: riunire tutti gli staterelli del territorio italico in un solo grande regno: il regno di Cesare Borgia.

Come conquistare Napoli? Una guerra sarebbe stata da folli. Il Regno di Napoli è potentissimo. Quindi, Cesare comprende che per diventare re di Napoli avrebbe potuto usare l’arma senza sangue: il matrimonio. Carlotta d’Aragona, figlia ed erede di Federico I, re di Napoli, è il mezzo per conquistare senza armi il regno di Napoli

La principessa Carlotta risiede ospite presso la corte del Re di Francia Luigi XII.

Cesare chiede la mano della principessa al re di Francia, che in cambio chiede al Papa l’annullamento del suo matrimonio con Giovanna di Valois. Infatti, Luigi XII vuole sposare la regina Anna di Bretagna per poter, legittimamente, ambire al ducato di Milano. Tuttavia, il piano di Cesare non va come aveva sperato. Carlotta rifiuta la proposta di Cesare, questi allora decide di non consegnare l’annullamento del matrimonio a Luigi XII. Il re di Francia, dinanzi all’affronto subito, blocca il viaggio di ritorno del figlio del Papa, obbligandolo a restare nella sua corte per mesi.

In tale occasione, Cesare si dimostra fermo e risoluto. Comprende che non è nelle condizioni di intraprendere un rapporto di tensioni e ripicche con il re di Francia e per tale motivo propone un nuovo accordo.

Cesare ottiene la mano di Charlotte d’Albert e in cambio consegna al re di Francia la bolla per l’annullamento del matrimonio. Charlotte è la nipote del re di Francia ed è originaria del regno di Navarra. Cesare perde la possibilità di diventare re di Napoli ma ottiene il ducato di Valentinois in seguito alle nozze celebrate il 12 maggio 1499Per tale motivo Cesare Borgia è noto anche con il duca Valentino.

 

Il destino di Cesare Borgia: il sogno dell’Italia unita come trono

Sposatosi con la nipote del re di Francia, Cesare si sente più forte. È il figlio del Papa, si è imparentato con uno dei sovrani più potenti del mondo allora conosciuto, ed è ambizioso come Alessandro Magno.

Nel 1499 viene nominato da suo padre il Papa comandante dell’Esercito pontificio nella guerra contro la Spagna. I suoi alleati sono: Venezia e la Francia.

Dopo aver sconfitto Ludovico il Moro, duca di Milano, Cesare guida il suo maestosissimo esercito verso i territori emiliani. Nel 1499 il duca Valentino conquista Imola, poi nel 1500 Forlì.

Si racconta che la conquista di Forlì non è impresa facile. Infatti, Caterina Sforza, detta la Tigre di Forlì, guida da anni la città, si rinchiude nelle mura e resiste all’assedio per mesi e mesi. Nonostante le difficoltà, Cesare conquista Forlì e prende prigioniera Caterina Sforza.

Nel 1501 Cesare conquista Cesena, Faenza, Pianosa, Piombino e Rimini.

Conquista la Romagna intera e qui impone la giustizia, la pace e la stabilità. Infatti, nel suo regno nascono tribunali giusti, posti in sostituzione di quelli del potere temporale. La giustizia è uguale per tutti, senza alcuna distinzione per nobili, ricchi o poveri.

Infatti, si racconta che ad Imola nel 1501 vi è un diverbio tra “il nobile Virgilio”, probabilmente Orsini e Guidardello Guidardelli di Ravenna, un semplice soldato. Durante tale lite quest’ultimo viene ucciso. Cesare Borgia ordina la cattura e la decapitazione per l’omicida.

Cesare conosce Niccolò Machiavelli durante il trattato di pace con Firenze e l’ambasciatore dei Medici rimane particolarmente preso dal duca Valentino.

Infatti, nella sua opera più famosa “Il Principe” Machiavelli dedica il capitolo III a Cesare Borgia, mentre nella restante parte dell’opera effettua numerosi richiami alle qualità e alle caratteristiche della personalità del figlio del Papa.

Nel 1502 Cesare conquista Capua mentre Alessandro VI scomunica il re di Napoli.

L’avanzata di Cesare sembra incontrastabile; tuttavia, si forma la lega dei Condottieri, capitani di ventura suoi ex alleati, questi si coalizzano per combatterlo. Cesare è sconfitto ad Urbino.

Ciò nonostante le parti stipulano una pace.

Ma la domanda da porsi è la seguente: è possibile firmare una pace con Cesare Borgia? La sua ambizione è così evidente e nota che nemmeno una pace dopo una sconfitta avrebbe fatto dormire sonni tranquilli ai suoi nemici. Così, Cesare organizza una congiura per uccidere i suoi nemici, ma questa viene scoperta. Per tale motivo questi organizzano una contro-congiura ai suoi danni: La congiura della Magione.

Tuttavia, Cesare, venutone a conoscenza grazie alle informazioni di Machiavelli, uccide Oliverotto da Fermo, Vitellozzo Vitelli e Paolo Orsini.

È tale Congiura la musa ispiratrice del Machiavelli. La forza, la tenacia, la lucidità e l’orgoglio hanno spinto il duca Valentino ad uccidere i suoi nemici uno dopo l’altro. Ciò è motivo di grande ammirazione da parte del Machiavelli, che vede nel duca Valentino l’emblema del “Principe”.

Tuttavia, dinanzi ad una grande gioia vi è un grande male. Quella che molti considerano la fortuna di Cesare Borgia svanisce. Il 18 agosto 1503 Alessandro VI muore.

Molti dicono sia stato assassinato, altri dicono sia morto per un brutto male come la malaria. Ciò che è certo è che Cesare perde una delle fonti del suo potere, probabilmente la fonte principale.

Ma oltre il danno anche la beffa. Cesare nel 1503 si ammala di malaria. Ciò dà vigore ai suoi nemici che provano a riorganizzarsi per spodestarlo. Tuttavia, Pio III, il nuovo pontefice, gli conferma titoli acquisiti e le rendite di spettanza.

Ma la sua fortuna dura davvero poco. Pio III, che è stato alleato della famiglia Borgia da anni, si spegne dopo pochi mesi a causa di una brutta gotta. Giuliano della Rovere, acerrimo nemico di Cesare e di suo padre Alessandro VI, diviene papa Giulio II.

Questa è la fine di tutto. Cesare viene preso prigioniero, perde titoli e beni, viene consegnato a Ferdinando II che lo fa imprigionare nel fonte di La Mota in Aragona.

L’animo di Cesare è duro come la pietra, resistente come l’acciaio e tenace come non mai. Tutto ciò lo spinge a scappare dalla prigione. Nel 1506 riesce a evade, calandosi con una corda da circa 20 metri d’altezza. Un soldato di guardia, notando la fuga, taglia la corda e lui precipita al suolo, fratturandosi qualche osso. Scappa in Navarra e viene ospitato da Giovanni III d’Albert suo cognato. A Navarra prova ad organizzare la riconquista dei suoi possedimenti ma durante l’assedio del 11 e 12 marzo 1507 viene ucciso.

“Qui giace in poca terra quel che tutta lo temeva, quel che la pace e la guerra nella sua mano teneva. O tu che intendi cercare cose degne di lodare, se vuoi lodare il più degno qui ferma il tuo cammino, non ti curar d’andare oltre.”        

 Questo è l’epitaffio riportato sulla tomba di Cesare Borgia nella chiesa di Santa Maria di Viana. Tale incisione è la descrizione della sua vita: esso rappresenta il rispetto e l’ammirazione dei suoi alleati e dei letterati come Machiavelli e nel contempo il terrore dei suoi nemici e dei letterati posteri come Guicciardini e Nietzsche.