Conversione in legge Decreto Liquidità: un lockdown sinaptico che rischia di trasformarsi in un knockout
Lo scorso 27 maggio è stato approvato alla Camera dei Deputati il disegno di legge di conversione del Decreto Legge 8 aprile 2020 n. 23 (c.d. “decreto liquidità”), recependo alcuni emendamenti proposti. Il testo, trasmesso al Senato, è stato da questo, stante la questione di fiducia posta dal Governo, approvato in via definitiva il 4 giugno ed è ora in attesa di pubblicazione.
Sin dall’inizio del lockdown, alle insufficienti misure disposte sono seguite molteplici istanze e proposti validi suggerimenti da parte di numerosissimi operatori economici e studiosi delle procedure concorsuali, determinati dalla mera e più che prevedibile constatazione che tali misure avrebbero comportato – in mancanza di effettivi e immediati sostegni economici, non di mero indebitamento diretto o indiretto come si è di contro attuato, nonché della previsione di una procedura concorsuale d’emergenza – il knockdown dell’intero sostrato imprenditoriale del Paese. Invero, unitamente alle previsioni dell’articolo 9 del medesimo decreto legge, l’analisi dell’intervento in generale confermò piuttosto la consolidata usanza tutta italiana di rimandare al futuro i problemi. Ognuno si è immaginato un colpo di spallucce da parte dello scrivano di turno, accompagnato da un “ci penseremo poi, se e quando sarà, nel caso, il momento…”. Nonostante tutte le segnalazioni, l’occasione di conversione in legge del D.L. liquidità non ha visto l’ingresso di alcun emendamento o modifica effettiva di alcuna disposizione davvero incisiva nell’ambito delle procedure concorsuali, vedendosi di contro alcuni emendamenti che invero offrono ulteriormente il fianco ad altro dibattito e critica, che sicuramente seguiranno.
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