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Coprifuoco: No grazie!

Covid-19
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La parola coprifuoco non si ascoltava in Italia dagli anni bui del terrorismo, con l’apice raggiunto con il rapimento di Moro e l’assassinio dei cinque uomini della sua scorta, i cosiddetti anni di piombo. Quando il coprifuoco venne solo prospettato e mai applicato.

 

Il governo lo ripropone, quantomeno non lo smentisce, sullo scenario politico come possibile soluzione al diffondersi del virus. Ma è veramente così? Noi non possiamo che registrare una sostanziale insipienza nelle decisioni prese che sono state spesso contraddittorie ed hanno lasciato frastornati gli italiani.

Mandare messaggi ora ottimistici e poco dopo allarmistici ha ingenerato un clima di diffusa incertezza e smarrimento. Vietare è sempre più facile che guidare, istruire, organizzare, una popolazione e anticipare l’evolversi degli eventi.

Prospettare il “coprifuoco”, significa la certificazione dell’ignavia di un Governo che gioca sulla paura delle persone. Paura derivante da un susseguirsi di messaggi contrastanti, una sorta di “fisarmonica legislativa” che genera solamente scoramento nella popolazione.

Il Governo delle titubanze e dei ripensamenti ora delega ai sindaci potere di disporre il coprifuoco in "Strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento".

Continua la politica pilatesca di chi non vuole assumersi le proprie responsabilità.

Emettere norme generiche e poco chiare ingenera confusione istituzionale e timore nella popolazione.

Secondo il dizionario Treccani il coprifuoco è: “Il divieto straordinario di uscire durante le ore serali e notturne imposto dall’autorità per motivi di ordine pubblico, in situazioni di emergenza”.

Nell’Italia repubblicana non è mai stato applicato. Dobbiamo risalire al 25 luglio del 1943, il voto del Gran Consiglio del Fascismo che determinò la caduta di Mussolini.

Il 26 luglio del 1943 i giornali titolavano: Il ministro Badoglio succeduto a Mussolini ha indetto per l’Italia lo stato d’assedio con la legge del coprifuoco. In tutte le città viene creato il Commissariato Militare". Tutti gli italiani, dalle 20 alle 6 del mattino dovevano restare chiusi in casa. Il periodo storico è quello che va dal 25 luglio, con la caduta del fascismo all’8 settembre 1943, data in cui viene firmato l’armistizio con gli Alleati. In quei 45 giorni in cui mutò il corso della storia il coprifuoco venne più volte modificato: il 1° agosto 1943 è posticipato alle ore 22.30 e dura fino alle 5 del mattino mentre il giorno 20 è ridotto dalle ore 22.30 alle 4 del mattino.

Rammentiamo all’avvocato del popolo che non sarebbe di buon auspicio essere ricordato come il nuovo Badoglio.

Il Capo del Governo post Mussolini, Duca di Caporetto, era descritto come una persona: “ossessionata dalla paura” ma non un timore per la sorte degli italiani in quei terribili giorni. Come scrisse Giacomo Carboni, generale e responsabile del Sim, servizi segreti militari: “Chi lo avvicina, si rende subito conto che in Badoglio, erano operanti e vivi solamente un primordiale istinto di conservazione fisica e un tenace attaccamento ai propri beni materiali; la sua mente si smarriva dinanzi ad ogni problema che non riguardasse strettamente la propria persona”.

Caro Conte, sarebbe preferibile che Lei ricordasse: “Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno” Martin Luther King.