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Denise Pipitone e il protagonismo non richiesto del Pm

Denise Pipitone
Denise Pipitone

Denise Pipitone: una vicenda emblematica

La vicenda Denise Pipitone e il codice etico dell’Anm che stabilisce il magistrato:” Prende significativa posizione sul delicato versante dei rapporti col mondo dell'informazione e soprattutto con le degenerazioni delle comunicazioni di massa”.

Nella vicenda della piccola Denis Pipitone, la bambina rapita l’1 settembre del 2004 a Mazara del Vallo, da sempre al centro dell’attenzione dei mass-media e dell’opinione pubblica è comparsa alla ribalta, non richiesta, la figura del pubblico ministero che aveva condotto inizialmente le indagini.

La magistrata ha rilasciato una serie di interviste che hanno lasciato sgomenti per le modalità e per i contenuti. La Procura della Repubblica di Marsala ha voluto vederci chiaro ed ha convocato la collega per dei chiarimenti in merito alle dichiarazioni rilasciate.

Il risultato è stato l’iscrizione nel registro degli indagati della magistrata per false dichiarazioni al pubblico ministero.

Rimane da chiedersi cosa può spingere una persona che ricopre un ruolo di responsabilità ad avventurarsi in dichiarazioni del tenore: Ho la certezza che Denise Pipitone sia viva e l’ho individuata. Ha un marito e una figlia”.

Pronunciare delle mere supposizioni come delle “verità e certezze incrollabili” senza considerare le ferite aperte dei genitori come si spiega?

Forse la voglia di ribalta mediatica o il desiderio di protagonismo, certamente tutto questo ha lanciato nuovo discredito, come se non bastasse, sull’intera categoria della magistratura.

Invocare la continenza nelle dichiarazioni sembra non bastare più.

Noi ci permettiamo di ricordare il codice etico dell’Associazione Nazionale Magistrati che così viene presentato ed enfatizzato nella pagina dell’Anm: “Il nuovo codice etico aggiorna la figura del magistrato, inserito in una società ormai in continua evoluzione. Ricorda, nella sua premessa, che il magistrato opera al solo fine di conseguire la piena effettività dei diritti delle persone. Ne sottolinea parimenti la responsabilità nel buon andamento del servizio giustizia, ma al contempo ne tutela l'indipendenza sia nei rapporti esterni che nell'ambito dell'autogoverno. Prende significativa posizione sul delicato versante dei rapporti col mondo dell'informazione e soprattutto con le degenerazioni delle comunicazioni di massa. Ribadisce espressamente che, una volta eletto in organismi rappresentativi, il magistrato opera senza vincoli di mandato rispetto agli elettori ovvero ai gruppi associati. Con scrupolo rammenta e indica le condotte del magistrato nei suoi rapporti con gli altri protagonisti del processo.
Il magistrato che viene così disegnato è un soggetto consapevole della sua funzione, attento alle esigenze della collettività e rispettoso dei ruoli, sensibile altresì alle richieste di assoluta trasparenza. Un soggetto, in altre parole, che intende svolgere al meglio il delicato ed alto compito che gli è stato affidato, con serietà e distacco ma senza nascondersi le difficoltà di operare in un contesto non sempre facile.
Il risultato del lavoro svolto può contribuire a migliorare il nostro Paese. Ed è con questa convinzione che viene offerto ai cittadini ed alle Istituzioni
”.

Bellissima presentazione e dichiarazioni di intenti che stabilisce all’articolo 6 - Rapporti con la stampa e con gli altri mezzi di comunicazione di massa: “Nei contatti con la stampa e con gli altri mezzi di comunicazione il magistrato non sollecita la pubblicità di notizie attinenti alla propria attività di ufficio.

Quando non è tenuto al segreto o alla riservatezza su informazioni per ragioni del suo ufficio concernenti l'attività del suo ufficio o conosciute per ragioni di esso e ritiene di dover fornire notizie sull'attività giudiziaria, al fine di garantire la corretta informazione dei cittadini e l'esercizio del diritto di cronaca, ovvero di tutelare l'onore e la reputazione dei cittadini, evita la costituzione o l'utilizzazione di canali informativi personali riservati o privilegiati.

Fermo il principio di piena libertà di manifestazione del pensiero, il magistrato si ispira a criteri di equilibrio, dignità e misura nel rilasciare dichiarazioni ed interviste ai giornali e agli altri mezzi di comunicazione di massa, così come in ogni scritto e in ogni dichiarazione destinati alla diffusione.

Evita di partecipare a trasmissioni nelle quali sappia che le vicende di procedimenti giudiziari in corso saranno oggetto di rappresentazione in forma scenica”.

 

Tutto molto bello ma sembrano solo parole parole parole … come cantava la celebre Mina.