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Don DeLillo, la superstizione e le sue abitudini

Don DeLillo, tra manie, abitudini e superstizioni
Don DeLillo
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Don DeLillo, la superstizione e le sue abitudini

Donald Richard DeLillo (New York, 20 novembre 1936), meglio noto come Don DeLillo, è uno scrittore, drammaturgo e sceneggiatore statunitense, considerato tra i maggiori di sempre, forse il più grande vivente.

Di Don DeLillo si sanno molte cose, sui suoi libri in particolare, ma ci sono alcuni aspetti poco noti della sua vita e delle sue abitudini che vogliamo oggi raccontarvi.

Ad esempio, una cosa che forse non sapete è che ci sono pochi scrittori più metodici di Don DeLillo.

Lo scrittore americano, celebre per capolavori come “Americana” e “Underworld” lavora da sempre con una macchina da scrivere manuale.

Don DeLillo, classe 1936, pare che il computer non l’abbia mai tentato. Lo rivela in un’intervista rilasciata ad Adam Begley per “The Paris Review” nel 1993, durante la quale ci parla delle sue abitudini mentre scrive.

L’articolo si intitola “Don DeLillo: the Art of Fiction No.135” ed è uscito sul numero 128 dell’autunno del 1993.

La mattina lavoro con una macchina da scrivere manuale. Faccio circa quattro ore e poi vado a correre. Questo mi aiuta a scrollarmi di dosso un mondo e ad entrare in un altro. Alberi, uccelli, pioggerella: è un bel tipo di interludio. Poi lavoro di nuovo, nel tardo pomeriggio, per due o tre ore. Perduto nel tempo dei libri, che è trasparente, non ti accorgi che il tempo sta passando. Non ci sono snack o caffè. Niente sigarette: ho smesso di fumare molto tempo fa. Lo spazio è sgombro, la casa è silenziosa. Uno scrittore prende le misure più sincere per salvaguardare la propria solitudine e poi trova infiniti modi per farla svanire. Guardando fuori dalla finestra, leggendo parole a caso prese dal dizionario".

Continua Don DeLillo: "Per spezzare l'incantesimo guardo una fotografia di Borges, una bellissima immagine che mi è stata inviata dallo scrittore irlandese Colm Tóibín. Il volto di Borges su uno sfondo scuro: Borges fiero, cieco, le narici spalancate, la pelle tesa, la bocca straordinariamente vivida; la sua bocca sembra dipinta; è come uno sciamano dipinto per le visioni, e l'intera faccia ha una specie di duro rapimento. Ovviamente ho letto Borges, anche se non tutto, e non so nulla del modo in cui lavorasse, ma la fotografia ci mostra uno scrittore che non perdeva tempo né alla finestra né in qualunque altro modo. Così ho provato a farne la mia guida per uscire dal letargo della stanchezza, ed entrare nell’aldilà della magia, dell’arte e della divinazione”.

Don DeLillo è famoso anche per la sua superstizione: sembra che non riveli mai nulla di quel che sta scrivendo fino a quando non ha scritto l’ultima parola.